il nuovo capitolo della saga horror sarà diretto da Francis Galluppi – .

Se pensiamo alle saghe horror che hanno segnato la storia del genere, raggiungendo fama e oggetto di culto fino ai giorni nostri, “La Casa” – conosciuta all’estero come “Evil Dead” – occupa sicuramente un posto di primo piano. Frutto di una vincente collaborazione tra Sam Raimi – scrittore, regista e produttore della saga – e l’attore protagonista Bruce Campbell, il primo film ha debuttato negli anni Ottanta, lasciando un segno indelebile nel panorama cinematografico e dando inizio ad un franchise che da oltre quarant’anni anni ha saputo affascinare milioni di spettatori. Dopo gli acclamati sequel “La Casa 2” e “L’Armata delle Tenebre”, è stato necessario attendere vent’anni prima di poter tornare al cinema per godersi un nuovo progetto legato allo stesso universo: il reboot del 2013 diretto da Fede Álvarez , intitolato semplicemente “The House”, è seguito il debutto della serie televisiva “Ash Vs Evil Dead”, che si ricollega direttamente agli eventi della trilogia originale con Campbell ancora una volta nei panni di Ash Williams.

Il 2023 è stato invece l’anno di “The House – Il risveglio del male”, che, proseguendo l’arco narrativo intrapreso con l’episodio del 2013, ha ricevuto un riscontro di pubblico clamoroso, superando i 100 milioni di dollari di incassi mondiali e risultando pertanto il più alto incasso film dell’intera serie. A solo un anno dall’uscita del titolo, lo scorso febbraio è arrivata la notizia che il regista Sébastien Vaniček – noto per aver debuttato all’ultima Mostra del Cinema di Venezia con il film horror “Vermines” – dirigerà il suo spin-off ufficiale, sul quale non ulteriori dettagli sono stati rilasciati al momento. Risale però a pochi giorni fa l’annuncio di un nuovo lungometraggio realizzato parallelamente e affidato questa volta al cineasta Francis Galluppi, che ne curerà insieme regia e sceneggiatura. Lo stesso Sam Raimi, in qualità di produttore del progetto, ha voluto rilasciare una dichiarazione a Deadline, dimostrando la più totale fiducia nel collega: “Francis Galluppi è un narratore che sa quando tenerci sulle spine con una leggera tensione e quando colpirci con violenza esplosiva. È un regista che dimostra un controllo non comune in quello che è stato, ad esempio, il suo debutto alla regia”.

In effetti, già con il suo primo lungometraggio “The Last Stop In Yuma County” Galluppi ha dimostrato di saper fare sul serio: presentato in anteprima al Fantastic Fest, il titolo racconta la storia di un commesso viaggiatore che finisce ostaggio di due banditi, che non mostreranno alcuna pietà per difendere il loro bottino. Sebbene la serie si riveli quindi tutt’altro che morta e sepolta visti i tanti progetti in corso, va certamente riconosciuto che lo spirito originario e le scelte stilistiche sono cambiate nel corso degli eventi successivi. Se infatti la prima trilogia riuscì a conquistare anche per il suo tono ironico, con il remake del 2013 si prese una direzione decisamente più cupa, che inevitabilmente scontentò una fascia di puristi pur di abbracciare il nuovo pubblico. Su questo cambio di registro si espresse lo stesso Bruce Campbell in un’intervista rilasciata lo scorso anno, il quale, pur dimostrandosi soddisfatto di come erano stati realizzati i titoli più recenti, dichiarò di preferire la mistura di toni cupi e farseschi dei primi episodi: “The I Preferisco un po’ più leggero, prenderò sempre la strada dell’Armata delle Tenebre.

Mia nipote, che ha 8 anni, penso che potrebbe vedere quel film. Ci sono scheletri parlanti, per l’amor di Dio. Il primo The House era un po’ troppo cupo, la regia mi piace, Sam è un ottimo regista, ci sono delle sequenze davvero impressionanti. Un uomo solo in una cabina, sequenze davvero belle, ma non lo so, non vorrei rimanere completamente bloccato in quel mondo. Con La Casa 2 abbiamo iniziato ad aggiungere gag slapstick. Alla fine lo abbiamo chiamato splatstick. Questo perché non voglio che la gente svenga nella stanza, sono un intrattenitore. Voglio che la gente urli. Una sorta di risata e di urlo allo stesso tempo”. Ma allo stesso tempo Campbell tiene a sottolineare che la scelta di lasciare piena libertà espressiva ai nuovi cineasti è assolutamente necessaria: “Lasciamo che siano i registi a decidere. Fede Álvarez voleva realizzare una versione più grintosa, perché l’originale Evil Dead è un po’ melodrammatico. Lee Cronin, il cui background è drammatico, non credo volesse strizzare l’occhio alla telecamera. E non cerchiamo mai di portare questi ragazzi fuori dalla loro zona di comfort”.

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