Zinkal, incendio sotto controllo. La polizia locale chiede alla popolazione di tenere le finestre chiuse. La paura degli abitanti – .

Non è il primo incidente di questo tipo che si verifica: ne sono accaduti tre in tre anni e mezzo. Sul posto, la consigliera comunale Rita Bruzzone e il consigliere comunale Matteo Frulio (entrambi Pd) interpretano le preoccupazioni dei residenti: «Sistema a pochi metri dalle case. Da anni i residenti chiedono sicurezza per la loro salute e quella dei lavoratori”.

Il messaggio trasmesso ieri ai cittadini della zona dal comitato locale su richiesta della polizia locale

Il fumo era denso e nero e, insieme ad un odore insopportabile, saturava rapidamente la zona. La polizia locale, in attesa degli accertamenti e delle istruzioni dell’Arpal, ha chiesto ai cittadini di tenere le finestre chiuse in via precauzionale. Molti residenti della zona affermano di avere ancora un sapore metallico in bocca stamattina. Sant’Erasmo Zinkal è specializzata nella produzione della lega di zama e nei processi di raffinazione delle leghe di zinco. Produce inoltre leghe particolari per soddisfare le specifiche esigenze delle aziende di pressofusione. La polvere di zinco altamente infiammabile sarebbe bruciata. Possono accendersi spontaneamente a contatto con l’aria. Diverse reazioni possono causare incendi o esplosioni. Le particelle finemente disperse formano miscele esplosive nell’aria. Esiste il rischio di incendio ed esplosione a contatto con acqua o sostanze incompatibili. Gli abitanti della zona da tempo fanno la guerra alla fabbrica, ma questa è sempre riuscita a dimostrare di non avere alcuna responsabilità.

Le autorità competenti indagheranno sulle cause dell’incendio di ieri notte. Ma, a questo punto, non si tratta più nemmeno di responsabilità specifiche riguardo a specifici episodi o della gestione quotidiana dei lavori e nemmeno degli odori che gli abitanti affermano di percepire ogni giorno. Il problema è la polvere di zinco presente nelle zone densamente popolate, tra le case, che negli anni ha dato luogo a diversi incidenti. Il 25 dicembre 2020 due camion parcheggiati all’interno dello stabilimento hanno preso fuoco, le fiamme si sono rapidamente propagate ad alcuni macchinari, tra cui un serbatoio di GPL che è esploso con un boato udito a diversi chilometri di distanza. Il 3 maggio 2021 un’esplosione ha innescato un grande incendio nel magazzino in Val Cerusa.

Gli incendi da polvere di zinco non possono essere estinti né con acqua, né con anidride carbonica, né con schiuma. L’acqua deve essere utilizzata per mantenere freddi i contenitori, avendo però cura di evitare il contatto diretto della sostanza con l’acqua, altrimenti si verificheranno ulteriori reazioni ed esplosioni. L’incendio va tenuto sotto controllo con la sabbia asciutta: un lavoro lungo, difficile e complesso. I vigili del fuoco sono al lavoro da ieri sera, poco dopo le 18. Sono arrivati ​​con 5 squadre e il carro armato NBCR, con personale appositamente addestrato per combattere i rischi nucleari, biologici, chimici e radiologici.

Sulle cause dell’incendio indaga il Nucleo Investigativo dei Vigili del Fuoco. Certo è che la popolazione locale è stanca, spaventata, stremata dai continui incidenti che, indipendentemente dai motivi che hanno causato l’uno o l’altro episodio, hanno una frequenza impressionante e costringono ogni volta tutti i cittadini a respirare i fumi sprigionati dalla combustione . Tre incidenti in tre anni e mezzo dimostrano una situazione critica indipendentemente dalle cause specifiche e dalle possibili responsabilità.

«Esprimo grande preoccupazione per un evento che sembra l’ennesimo avvertimento di una potenziale tragedia – dice Rita Bruzzone, consigliere comunale del Pd che ieri sera si è recata sul posto per verificare personalmente la situazione -. Da anni, insieme ai residenti, denunciamo la difficile convivenza con questa pianta e il rischio di pericolo ambientale e le conseguenze negative sulla salute delle persone, non solo in Val Cerusa, ma a Voltri. Da anni i residenti chiedono sicurezza per la loro salute e quella dei lavoratori. Nell’ultimo mandato, come Comune, abbiamo partecipato a due commissioni regionali per chiedere verifiche e controlli, soprattutto sulla qualità dell’aria e sul pericolo delle emissioni di diossina. La “puzza” che si avverte è diventata insopportabile. Oggi (ieri ndr) l’ennesimo episodio di esplosione, fumo e fuoco dopo quelli degli anni precedenti. Martedì presenterò un’interrogazione al Consiglio Comunale per garantire la tutela dei residenti, del territorio e della salute di chi ci lavora”.

«Nel precedente mandato in Comune avevamo cercato di sensibilizzare le istituzioni sulla possibile pericolosità di queste piante a pochi metri dalle case e in una valle che negli ultimi anni ha avuto anche un incremento demografico – aggiunge il Pd Il consigliere comunale Matteo Frulio -. L’avviso diffuso in serata e di cui si è fatto portavoce il comitato locale è estremamente preoccupante e dimostra che gli interventi realizzati in passato erano volti a restituire vivibilità a quella parte della valle dove spesso i cittadini si trovano a dover chiudere le finestre per gli odori forti che giungono alla foce del torrente Cerusa. Con Rita Bruzzone lavoreremo insieme nei nostri rispettivi Consigli per chiederci come intendiamo intervenire seriamente sul problema”.

Si attendono ora gli accertamenti dei Vigili del Fuoco e le valutazioni dell’Arpal sui rischi per la salute derivanti dalle emissioni dell’ennesimo incendio.

 
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