con Moonshot! la space economy si studia a scuola – .

Il progetto pilota in Italia è stato promosso dallo Space Center Houston con Novi Education. Il CEO William T. Harris: «Un’economia che vale oggi 478 miliardi di dollari e arriverà a mille miliardi entro il 2030»

«Era il 1962 quando John F. Kennedy annunciò l’iniziativa “Moonshot”.”: entro un decennio l’uomo andrebbe sulla Luna e ritornerebbe sano e salvo sulla Terra. Da allora l’espressione “moonshot” è diventata sinonimo di oobiettivi ambiziosi, di sogni che diventano realtà. È quindi un nome perfetto per il programma educativo che stiamo portando in Italia e in Europa”. Parlare è William T. Harris, presidente e amministratore delegato dello Space Center Houston, promotore del Moonshot! progetto pilota per le scuole italiane insieme a Novi Istruzione, una realtà che mira a diventare un riferimento nel mondo dell’educazione globale e fondata, tra gli altri, da Francesco De Ferrari, CEO del Wealth Management e CEO della regione EMEA di Credit Suisse.
«Oggi l’economia spaziale vale circa 478 miliardi di dollari l’anno e si prevede che raggiunga un trilione entro il 2030. È il settore in più rapida crescita dell’economia internazionale”, continua Harris, che poi ricorda come “solo 60 anni fa esistevano solo la NASA e l’Agenzia spaziale dell’Unione Sovietica, oggi diventata Roscosmos in Russia. Mentre oggi esistono 74 agenzie spaziali governative in tutto il mondo e un numero senza precedenti di collaborazioni internazionali nel settore spaziale commerciale. Ciò rappresenta un’enorme opportunità economica ma richiede forza lavoro. Per questo dobbiamo educare i nostri giovani e coinvolgerli in questo settore”.

La forza lavoro

Attualmente il progetto Moonshot! — rivolto a bambini e ragazzi dai 7 ai 18 anni – ha coinvolto 600 studenti provenienti da due istituti privati ​​dove l’inglese è la lingua principale, così da testare i contenuti, l’accoglienza dei docenti e l’accoglienza degli studenti. Ma l’obiettivo di Novi Education è diffonderlo il più possibile anche nelle scuole pubbliche, con la soddisfazione di aver portato questo modello in Italia come primo Paese fuori dagli Usa (in Texas lo Space Center Houston ospita ogni anno circa 250mila studenti).
«Non so se sia chiaro a tutti quanto siano importanti le attività spaziali – continua Harris -: influenzano la nostra vita sulla Terra e noi siamo i maggiori beneficiari dell’esplorazione grazie alle ricerche effettuate con la Stazione Spaziale Internazionale, frutto di collaborazione tra cinque nazioni e cinque agenzie: la NASA, Roscosmos, le agenzie spaziali canadese e giapponese e l’ESA europea, con l’Italia molto attiva. Infatti è stato uno dei primi Paesi a firmare l’accordo per il programma Artemis con cui la Nasa sta tornando sulla Luna”.
L’amministratore delegato dello Space Center Houston avverte poi che presto «non sarà insolito che un datore di lavoro dica: “Ho bisogno che tu vada nello spazio per cinque giorni e faccia questo esperimento”. Situazioni come questa diventeranno più comuni. Basti pensare a come funzionava l’aviazione cent’anni fa: esclusiva e costosa. Oggi per molte persone è quasi come salire su un autobus. Questa è la tendenza dell’esplorazione spaziale: All’inizio mandare qualcosa in orbita costava 95mila dollari al chilo, oggi ne bastano 1.500».

Il metodo

Per formare professionisti, però, servono competenze nelle materie STEM e qui il piatto piange. Secondo i dati di Novi Education, infatti, in Italia solo il 24% degli studenti ha una laurea in una disciplina STEM contro il 37% della Germania. Ci sono voluti quasi quattro anni per sviluppare il programma per le scuole al di fuori degli Stati Uniti tra Novi Educational e Space Center Houston. Tempo necessario per confezionare i contenuti, costruire il corso, formare i docenti e preparare tutti i materiali. L’obiettivo di Novi è rendere il programma scalabile in modo che possa avere il più ampio impatto possibile. Tra i punti di forza, come sottolinea Harris, spicca un metodo decisamente non tradizionale perché «qui sSi tratta di sperimentare insieme, imparare a fallire e poi correggere gli errori. Il nostro approccio mira a stimolare la naturale curiosità, il desiderio di conoscere, il pensiero critico, il problem solving: competenze essenziali per la vita. Se riusciamo a rafforzarli, i giovani eccelleranno in qualsiasi professione e in qualunque cosa facciano”.
Il responsabile dello Space Center Houston ha poi ricordato il ruolo guida dell’Italia nell’esplorazione spaziale: «È importante riconoscere che avete 12 astronauti, uno dei quali, Walter Villadei, ha recentemente volato con la missione privata Axiom. Sono tante le aziende italiane che collaborano con le agenzie spaziali di tutto il mondo e sono apprezzate per l’alta qualità del loro lavoro. Ecco perché, soprattutto nel vostro Paese, ci sono opportunità per fare carriera molto entusiasmante, contribuendo anche alla crescita dell’economia”.

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