“Oro oro oro a tutti se si prendono cura della propria casa…”, ovvero l’autonomia differenziata spiegata da Antonio Antonaci – .

“Oro oro oro a tutti se si prendono cura della propria casa…”, ovvero l’autonomia differenziata spiegata da Antonio Antonaci – .
“Oro oro oro a tutti se si prendono cura della propria casa…”, ovvero l’autonomia differenziata spiegata da Antonio Antonaci – .

Gentile Direttore, con questo mio scritto vorrei poter spiegare a tutti cosa significherà per la Sanità Pubblica la cosiddetta “Autonomia Differenziata”; scusandomi con i lettori se mi accingo ad utilizzare una semplicità di testi ed espressioni che possono sembrare addirittura banali e di basso profilo per un argomento così importante; ma lo faccio proprio per questo, affinché tutti possano comprendere l’importanza e la serietà di quanto si sta discutendo in Parlamento, in questo momento storico.
E vorrei affermare che il merito, anche forse inaspettato, del nostro concittadino on. Leonardo Donno, è quello di aver portato, con il suo gesto, sulla bocca e nella mente di tutti (ma proprio di tutti) una questione che riguarda la vita di ogni cittadino italiano; qualcosa di epocale che la correttezza politica, il gergo politico e l’informazione “ufficiale” dei media nazionali non avrebbero mai potuto rendere pienamente noto.
Allego comunque il link ad un articolo del “Sole24Ore Sanità” sull’argomento, per chi volesse approfondire il discorso a un livello più alto, dichiarandomi disponibile a qualsiasi discussione tecnica e politica.
“Al bambino è stata diagnosticata una rara forma di leucemia e mi hanno consigliato di andare al Bambin Gesù a Roma… per fortuna grazie al professore adesso sta bene… A mia moglie a Lecce avevano dato sei mesi di vita per un grosso tumore al cervello, eravamo rassegnati, allora un mio cugino che abita a Milano le ha prenotato una visita allo IEO (Istituto Europeo di Oncologia), siamo andati noi e l’hanno operata dopo una settimana; sono passati tre anni e lei vive ancora…
Non riuscivamo a capire, qui, cosa avesse mio padre al pancreas, poi siamo andati a Verona al policlinico e abbiamo scoperto un mondo… adesso mio padre va a fare controlli lì una volta ogni sei mesi, a Verona, ma è completamente guarito…”
Per la professione che svolgo, questa per me è una realtà quotidiana; una triste realtà, perché non si capisce perché esistano ancora queste differenze tra Nord e Sud, ma è anche vero che dimostra come l’Italia sia una grande Nazione, unica e unita, e il Sistema Sanitario Nazionale sia a disposizione di tutto il popolo italiano , indistintamente: da Aosta a Lecce, da Trieste a Siracusa.
Il nostro Sistema Sanitario Nazionale è la più grande conquista della nostra storia repubblicana, perché è universale, sicura, solidale, egualitaria. E, per chi non lo sapesse (ascoltate bene), il Servizio Sanitario Nazionale nasce dall’intuizione, dall’impegno intellettuale e dall’azione di un politico illuminato, l’On. Beniamino De Maria; avete letto bene: il Servizio Sanitario Nazionale, che abbiamo oggi, è nato dalla mente di un Galata (ma questa è un’altra storia).
Con la legge sulla cosiddetta “Autonomia Differenziata” firmata da uno dei più aggressivi secessionisti antimeridionali e bossiani, Roberto Calderoli (sfido qualunque persona onesta a sostenere il contrario), il servizio sanitario nazionale sarà inesorabilmente spaccato in due: quello delle regioni ricche del nord e quello delle regioni povere del sud.
Ciò avverrà perché, una volta approvata la legge, ogni singola regione potrà “dire allo Stato” proprio questo: “i soldi delle tasse che pagano i miei residenti devono restare qui a mia esclusiva disposizione e non devono più essere redistribuiti per aiutare altri regioni in difficoltà; in questo modo potrò organizzare la mia sanità pubblica, con i miei soldi, senza chiedere nulla a nessuno; e deciderò io chi potrà beneficiarne e a quali condizioni e costi”.
Lo stesso accadrà per Scuola, Ambiente, Trasporti, Energia e molto altro.
Alcune ricche regioni del Nord sono evidentemente già pronte a fare un discorso del genere. In breve, “Oro oro a tutti se vi prendete cura delle loro case…” è il significato. Ed è drammatico, proprio per quanto detto all’inizio su quei “viaggi della speranza”, quelli che in termini tecnici si chiamano “mobilità passiva” e che comportano una spesa che le regioni del Sud, dove risiede il malato, possono rimborsare le regioni del Nord, dove il malato si reca per curarsi, solo in virtù della redistribuzione congiunta del reddito che avviene a monte.
E forse lo sarà per gli italiani, un giorno non lontano, come per gli americani, che dovranno munirsi di un’assicurazione sanitaria di base per curarsi nello Stato in cui risiedono e di una integrativa più costosa se vogliono avere la possibilità di essere trattati in California se provengono dall’Arizona o dal Texas o ad esempio in Florida se vivono in Alabama o Missouri. Fondamentalmente più paghi, con la trattenuta sulla busta paga, più scelta ti offre la compagnia assicurativa.
Poi c’è il medico, il cardiochirurgo, l’oncologo, l’ematologo, il miglior aritmologo che andrà a lavorare nelle regioni più ricche perché il suo stipendio non sarà più lo stesso in tutta Italia.
Capisci cosa significherà? La maggioranza di centrodestra sostiene che “l’autonomia differenziata” alla fine sarà un bene, perché stimolerà le regioni del Mezzogiorno a evolversi e a utilizzare meglio i propri fondi, rimboccandosi le maniche (discorso classico della Lega Nord del anni ’80 e ’90); ma ovviamente sappiamo tutti che, invece, con questa mancata redistribuzione solidale del gettito fiscale, rimarremo sempre più indietro. E, se mai fosse vero che la sanità pubblica al Sud migliorerà nel tempo, chissà quando ciò avverrà e chissà dopo quante sofferenze e tragedie familiari.
Questo non è giusto. Non è giusto verso noi meridionali; Cerchiamo tutti di capirlo, a prescindere dall’appartenenza politica e dall’ideologia. Perché, come dico sempre, quando tuo figlio, o tuo padre, è in ambulanza e corre in ospedale, della Meloni e Schlein “non te ne frega niente!”
Antonio Antonaci
(Presidente della Commissione Consiliare Sanità del Comune di Galatina).

L’articolo del Sole24ore

 
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