“Dopo l’alluvione dello scorso anno il campo ha rialzato la testa ed è diventato più colorato di prima” – .

“Dopo l’alluvione dello scorso anno il campo ha rialzato la testa ed è diventato più colorato di prima” – .
“Dopo l’alluvione dello scorso anno il campo ha rialzato la testa ed è diventato più colorato di prima” – .

È rimasta sott’acqua per alcuni giorni durante l’alluvione dell’anno scorso e la lavanda, nonostante sia una pianta rustica, non ama i terreni con acqua stagnante. Quindi non si può dire che non abbia sofferto, ma essendo anche una pianta resistente, quest’anno ha rialzato la testa, colorandosi più di prima. Uno scatto d’orgoglio che vale la pena andare a vedere a San Tomè, nell’azienda agricola Scozzoli a Forlì. E agli appassionati non se lo sono fatti ripetere due volte, tanto che è già tantissimo il via vai di persone a passeggio da soli, in compagnia o con i propri cani.

“Abbiamo dovuto eliminare qualche filare di lavanda – spiega Raffaella che insieme al padre Giovanni e ai fratelli gestisce l’azienda apistica – E poi abbiamo dovuto fare una potatura un po’ più profonda rispetto alle altre volte. Ma la cosa bella è che la lavanda non ha perso nessuna qualità: ha già dei colori splendidi. Cambiano durante il giorno e in base al tempo. Il campo di lavanda si potrà fotografare 30 volte e ci saranno 30 foto con colori diversi la sostanza, presto inizieremo a raccogliere il miele e l’olio”.

Il terreno è di un ettaro e sette anni fa era interamente coltivato a lavanda. “Siamo stati tra i primi a fare questo tipo di coltivazione, e quindi abbiamo commesso degli errori, come non applicare la pacciamatura e realizzare file di piantine troppo strette. Ma questi errori, alla fine, si sono rivelati la nostra forza. In nessun altro campo si vede un mare azzurro come il nostro. È unico.” L’azienda Scozzoli non è chiusa, non ha recinzioni e chiunque può accedervi. Da qualche anno, inoltre, vengono organizzati eventi speciali nel campo di lavanda.

“C’è chi insegna yoga, chi fa ginnastica, chi cucina. L’associazione Loto organizza anche un picnic solidale per sensibilizzare sui tumori femminili – spiega Raffaella – Mettiamo a disposizione il nostro campo che teniamo con alcune zone rasate per far sedere le persone, poi offriamo le arnie come tavoli e chi viene deve portare un asciugamano su cui sedersi. Poi il resto viene naturale: è la magia della natura. Gli occhi delle persone sono pieni di bellezza e serenità.” L’azienda si sostiene con l’apicoltura anche se è un settore molto difficile.

“Siamo nomadi e tutto quello che facciamo è basato sulle api – continua Raffaella – Produciamo tutti i mieli prettamente locali: quello di acacia (che purtroppo quest’anno non sarà disponibile perché quando le piante erano in fiore la temperatura era troppo bassa) ), il tiglio. Stiamo estraendo il miele di coriandolo e presto porteremo le api nei castagneti, nei girasoli del senigalliese e poi dagli medici per fare i fiori di campo. Come detto, siamo nomadi: la sera chiudiamo le cassette con le api, viaggiamo di notte, e prima dell’alba scarichiamo e apriamo le cassette. Le api fanno il loro lavoro e poi torniamo a casa”. Per quanto riguarda gli eventi, si inizia il lunedì sera con il bagno al suono dei gong, poi c’è lo yoga il mercoledì e il giovedì sera all’insegna del divertimento con la paella. Sabato serata didattica per famiglie e bambini dove si parlerà delle api con uno spettacolo teatrale. Tutti gli appuntamenti sono sui social.

 
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