il prezzo del cambiamento – .

16 giugno 2024 – 2024

La trasformazione della costa adriatica della Puglia a sud di Bari. Una terra un tempo dominata dai trafficanti ora brilla sotto i riflettori internazionali, ma a caro prezzo. Ecco la storia nascosta dietro il fascino del turismo e del G7, e il sacrificio di chi ha pagato con la vita questo cambiamento

DI Gianni Svaldi

I grandi del mondo non lo sanno. E forse nemmeno Giorgia Meloni e il suo staff. Probabilmente nemmeno i giovani leader che l’hanno organizzata G7 Italiasvoltasi a Fasano e non a “Borgo Egnazia”, che è solo il nome della struttura ricettiva che ha ospitato i lavori e parte delle delegazioni. E non lo sanno certo i tanti cacciatori di celebrità, e di un selfie con loro, affollati dietro le sbarre di Brindisi, Martina Franca, Grottaglie e Alberobello e in tutte le città visitate dalle delegazioni, le first lady e i first man dei capi di Stato. Non lo sanno perché a volte la storia è difficile da digerire, perché non è scritta sui siti turistici e sicuramente gli influencer che cercano pernottamenti gratuiti per “una storia su Instagram” non la raccontano. Oppure, semplicemente, come dopo una guerra, le persone rimuovono. Dove i potenti della terra parlavano di fame, guerra e povertà (degli altri), 24 anni fa era una terra amara. A comandare erano i contrabbandieri. Anni duri, violenti. Su quell’autostrada Bari-Brindisi, appena asfaltata, battuta per tre giorni da auto blu e scorte, correvano mezzi blindati carichi di sigarette senza la fascia del monopolio di Stato.

Adesso sembra impossibile. Con gli spazi occupati da spiagge e strutture per ricchi, anche la memoria di un giornalista deve sforzarsi di ricordare che era meglio non andarci dopo il tramonto o nelle prime ore del mattino. Nei circa 10 anni di boom del fenomeno, bionde centinaia di milioni di dollari, forse miliardi, sono passati attraverso il luogo in cui la storia macro è rimasta ferma per tre giorni. Le vignette arrivavano a bordo di supermotoscafi dalle vicine coste del Montenegro e dell’Albania e nel giro di 10 minuti venivano caricate su mezzi terrestri (furgoni e jeep). Quando gli scafisti erano a corto di manodopera, assumevano ragazzini di Fasano e dintorni, anche coppie per farcela: 100mila lire a testa per 15 minuti di lavoro in una terra di fame. Un ragazzo mi raccontò che in due giorni aveva guadagnato 200mila lire: la paga del lavoro di sua madre per due settimane. Con lui un amico triste e magrissimo. Non lo volevano come scaricatore di porto: “Mi hanno detto ‘vai in palestra, sei magro’, mi hanno dato una stecca di sigarette e mi hanno mandato via”.

Dove scaricano i motoscafi c’è il turismo, un business legale

Adesso tutti vogliono venire in Puglia, yacht e Lamborghini sono arrivati ​​su quella costa invasa da Jeep e barche veloci. Contento lo Stato, contenti i pugliesi, contento anche chi ha investito in spiagge e strutture. I turisti lo sono.

Ma nel raccontare questa storia non abbiamo ancora parlato del prezzo

Perché c’è chi ha pagato tutto questo con il sangue. Il 28 febbraio 1998 fu chiamata in causa tutta la zona di Brindisi Marlboro City, e non senza motivo. Sulle strade bloccate per tre giorni dal G7 sono morti due funzionari dello Stato. I finanziatori Antonio Sottile E Alberto De Falco. Quell’anno i mezzi blindati dei contrabbandieri sbucarono dal nulla. La Puglia sembrava il set di un film sui narcotrafficanti. Solo che era reale e vicino, almeno per chi ci viveva. I due avevano 33 e 29 anni, berretti verdi della Compagnia Antiterrorismo Emergenza, e viaggiavano a bordo di una Fiat Uno, una piccola scatola. Quella notte la pattuglia – sui sedili posteriori Edoardo Roscica E Sandro Marras rimasti feriti – si è scontrato sulla complanare della Strada Statale 379, al chilometro 46+300, con una colonna di Jeep pesanti.

È stato terribile: meno di 1000 chilogrammi di lamiere Fiat contro i 4000 chilogrammi di acciaio del primo blindato degli scafisti viaggiavano a tutta velocità. Da quelle due morti, 24 anni fa, è iniziata l’operazione Primavera. Due soldati morti, morti: a quel punto anche chi minimizzava il problema dovette arrendersi. I soldi del contrabbando, milioni e milioni di dollari, furono spesi nella zona e non tutti guardarono al fenomeno con disappunto. Ma due morti non si nascondono, ne hanno parlato i telegiornali e i giornali nazionali. Lo Stato alzò la testa e impiegò straordinarie risorse di uomini e mezzi. A dimostrazione del fatto che quando vuoi vincere, in Italia vinci. Il contrabbando è finito, così come questa storia che serve a ricordarci che spesso la felicità, la spensieratezza e l’“orgoglio” di tanti pugliesi nell’ospitare il G7 si costruiscono sulla pelle e sul sangue di pochi. Questa storia finisce qui, per ora. E i punti interrogativi sono ancora tanti. Che fine hanno fatto quei fiumi di denaro? Oltre alle morti accertate, quante altre persone innocenti hanno perso la vita in incidenti causati dai trafficanti? L’altra storia, quella del boom turistico, la potete leggere nei depliant e nelle veline.

Negli anni lo Stato dichiarò di aver vinto e dedicò targhe ai caduti; i contrabbandieri locali, ormai anziani che vanno a letto presto come nella famosa battuta del film “C’era una volta in America”, hanno invece fatto capire che il business era solo finito, sostituito da altri traffici ancora più lucrosi: quelli di esseri umani e droghe.

Tag: Fasano, G7, Puglia, sopra


 
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