Lamezia, Alfonso d’Agostino wins ‘5th National Literary Competition 2024 Dario Galli’ – .

Lamezia Terme – Successo di pubblico e ospiti speciali il 22 giugno 2024 per la premiazione del V Concorso Letterario Nazionale 2024 (mentre è già in corso la sesta edizione) dedicato al poeta calabrese Dario Galli. Il vincitore è stato scelto, tra le circa 200 opere pervenute, da una giuria formata da Italo Leone, presidente di giuria, Laura Calderini, Michela Cimmino, Lucia Mercuri e Giovanna Villella. La scelta è ricaduta su Alfonso D’Agostino, ma sono state assegnate Menzioni Speciali anche per “Il compleanno di Laura” di Rosaura Galbiati, “Allo specchio” di Lorenzo Iannelli, “La partenza del prof. Fermioni” di Maria Antonietta Marasco, “Svegliarsi a 109” di Nunziato Lamberti, “Il circo delle meraviglie” di Silvia Lisena, “Il viaggio” di Stefano Melmeluzzi.

“Il lavoro della giuria è stato lungo, meticoloso e faticoso perché i giurati hanno dovuto leggere tutte le opere pervenute, che hanno ricevuto in forma assolutamente anonima, cioè senza alcuna firma o informazione che potesse ricondurre all’autore. Ospiti della serata sono stati l’Onorevole Doris Lo Moro, il sindaco Paolo Mascaro, Italo Leone che ha parlato con l’autore, Giovanna Villella che ha letto alcune pagine del libro e, ovviamente, il vincitore, Alfonso D’Agostino. Il bravissimo Luigi Morello ha allietato la serata cantando alcuni brani. Ha condotto la serata la giornalista Maria Teresa Notarianni. Erano esposte due opere dell’artista Rosella Cerra – spiegano gli organizzatori – La figlia del poeta, Donatella Galli, presente alla serata, si è complimentata con il vincitore e gli ha offerto la targa”. Dice l’autore: “Il libro che ha vinto si intitola “I misteri di Santa Varvàra”. Santa Varvàra è una cittadina immaginaria situata tra il Golfo di Lamezia e il Golfo di Gioia. Il titolo non vuole fare riferimento a gialli o gialli, ma soprattutto vuole indagare la psicologia di alcuni personaggi, la reazione che alcuni personaggi hanno davanti a molteplici situazioni, drammatiche, patetiche, tragiche e così via. Quindi i misteri sono ciò che custodiamo nel cuore e che in qualche modo poi vengono espressi, ma che, soprattutto, dipendono dalla nostra sensibilità, paura, angoscia, fede e speranza. Questo dovrebbe essere il significato che ho voluto attribuire a quanto ho scritto”. Italo Leone, parlando del libro, ha detto: “Le storie di questo libro vanno dal 1520 al 2015. Quindi cinque secoli di storia. In questi cinque secoli la costante è il territorio delle Serre, l’altra costante è la storia. I racconti sono cioè, per così dire, un susseguirsi cronologico di eventi che mostrano come la Calabria e la cultura calabrese siano cambiate nel corso di questi secoli. Ma la cosa interessante, al di là del fatto storico in sé, è che Alfonso D’Agostino, come abbiamo poi scoperto dalla biografia, è uno studioso di filologia romanza e questo si manifesta nella capacità di farci riconoscere, anche nel modo in cui i personaggi parlare, un’epoca storica dalla lingua stessa. Altro aspetto importante di tutte le storie è lo studio approfondito della psicologia dei personaggi, uno studio attento e meticoloso”. Del libro Giovanna Villella, che fa parte della giuria, ha detto: “Il libro del professor Alfonso D’Agostino, questa raccolta di racconti, credo sia in assoluto uno dei libri più belli pubblicati di recente. Sono storie meravigliose, sono storie in cui c’è il piacere del racconto e il piacere del raccontare, e non è così scontato. Certo, il professore ha un curriculum ricchissimo, ha scritto saggi, ha scritto traduzioni di importanti testi letterari, ma non è così scontato che chi scrive poi riesca ad avere il talento di narrare. Per narrare, raccontare storie e quindi dare ad una storia quella che è letterarietà, ci vuole talento e il professore è davvero un grande narratore. Cosa colpisce leggendo queste storie? L’intensità, certo, e poi quella che ho definito unità di effetto. Che cos’è? Ogni storia ha un finale a sorpresa. Ogni storia, a un certo punto, suscita stupore. Leggete questo libro perché oltre a tutto quello di cui abbiamo parlato c’è una buona dose di erotismo molto elegante ma vero, fuori metafora, è davvero un piacere leggerlo e sono sicura che rimarrete tutti sorpresi”. Si ringrazia, per la partecipazione alla serata, l’artista Rosella Cerra che ha portato due opere, “Filia Luna” e “Misterium Luna”, appartenenti al ciclo di spirali e scritte ispirate a Gioacchino da Fiore. L’artista ha sottolineato che non si tratta di due opere scelte a caso ma in perfetta sintonia con l’autore, studioso anche di lingue antiche. Le opere si ispirano a due tavole del Liber Figurarum di Gioacchino da Fiore, la spirale liturgica e la tavola dei tempi, “quindi non è solo sfondo a questa splendida serata, ma ha un significato nell’interpretazione delle lingue ​​e messaggi che gli antichi ci hanno lasciato con i loro scritti”.

Doris Lo Moro, madrina della serata, che ha consegnato la targa insieme a Donatella Galli e Antonio Perri, si è espressa così: “Il libro è veramente bellissimo e avrà un grande successo perché lo merita. Cultura e talento si incontrano. Per la cultura, l’autore è stato certamente favorito dal suo percorso professionale e umano di persona accorta che è andata oltre ciò che insegnava, ma ci vuole una dose di talento perché non è automatico conoscere le cose e saperle raccontare. Ciò che mi ha davvero colpito nei racconti che ho letto è la capacità di entrare nel personaggio. Non solo per dirglielo. Prima di dirglielo devi capirli. Nelle varie storie c’è una capacità del professore di inserire i personaggi in condizioni e ambientati anche in luoghi e tempi completamente diversi. Questo mi ha sorpreso, perché in realtà siamo abituati a persone talentuose che sanno spiegare bene storie ambientate in determinati ambienti, in determinati luoghi della nostra città e di altre città del mondo, ambientate in precise circostanze di tempo e di luogo, invece queste storie spaziano nel tempo, spaziano per circa 500 anni, e raccontano, sempre con dovizia di particolari, particolari psicologici e ambienti sociali non facili da descrivere, per cui bisogna conoscerli e poi avere il talento per descriverli”. Conclude il sindaco Paolo Mascaro, che ha ricordato la prima edizione del premio e il suo primo vincitore: “Ricordo quando Laura Calderini venne a Lamezia perché la giuria lo individuava sempre come il miglior libro. Poi Lamezia si innamorò di lei ma Laura Calderini si innamorò di Lamezia e da allora è sempre stata presente mostrando come l’amore per questa terra possa essere qualcosa di naturale e spontaneo perché questa terra, diciamocelo, diciamo a chi resta calabrese nell’anima e nel cuore, chi è il vincitore di quest’anno, questa è una terra che solo respirandone l’aria ti innamori sempre di quest’aria e da quest’aria fai davvero fatica a muoverti o comunque la porti sempre con te ”. Ha poi ricordato il successo di Grafichéditore all’ultimo Salone del Libro di Torino, concludendo: “Allora voliamo alto perché quel sogno iniziato nel 2019 è un sogno che vede Grafichéditore, il premio e questo territorio crescere e di questo dobbiamo essere orgogliosi senza avere paura che volando troppo in alto si possa cadere”.

 
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