il Governo decarbonizza con gas e nucleare – .

il Governo decarbonizza con gas e nucleare – .
il Governo decarbonizza con gas e nucleare – .

Più rinnovabili, che copriranno il 63% del fabbisogno elettrico e il 40% del fabbisogno energetico totale. Ma la revisione del 2024 del Piano Energia e Clima appena inviata a Bruxelles dal governo è ancora basata sul gas e sul ritorno del nucleare.

Un “sogno” per il governo, un nuovo incubo per gli italiani. Come previsto, Il governo di destra guidato da Giorgia Meloni insiste sul rilancio del nucleare per raggiungere l’obiettivo delle “emissioni zero” entro la fine del 2050.

Lo ha ribadito ufficialmente, mettendolo nero su bianco, nel versione aggiornata del Pniec, il Piano Integrato per l’Energia e il Clima appena consegnato a Bruxelles. In pratica, il piano che spiega come l’Italia rispetterà gli impegni per la decarbonizzazione indicati da Bruxelles.

E come intende farlo? Da un lato, ha rivisto al rialzo il contributo di rinnovabileaumentando la capacità che verrà installata da qui al 2030 (quando coprirà il 64% della domanda di elettricità), dall’altro lato, è tornato a promettere la rinascita dell’energia nucleare in Italia.

Lo fa confermando la scelta di una tecnologia (i piccoli reattori SMR (Small modular reactor) ancora in fase sperimentale e per le quali non esiste ancora un’applicazione industriale. Né si sa con certezza quando saranno commercializzate. Se non altro, si tiene conto che ci vorranno anni per vedere qualche risultato. Ma l’obiettivo è ambizioso: l’11% del fabbisogno elettrico entro il 2050.

Il governo alza l’asticella sulle energie rinnovabili, ma continua a sostenere l’uso del gas

Non solo: il Piano Clima 2024 presentato a Bruxelles da Il ministro Gilberto Pichetto Fratin insiste nel sottolineare il ruolo del gas naturale, ben oltre gli investimenti necessari per non dipendere più dalle importazioni dalla Russia. Suscitando subito critiche da parte delle associazioni ambientaliste, da Da Greenpeace al WWF, da Legambiente al Kyoto Club.

Il gas, si legge nella giustificazione, servirà a coprire l’uscita dal carbone (sceso negli ultimi mesi fino a coprire non più dell’1-2% del fabbisogno, soprattutto in Sardegna). Ma anche a tenere in equilibrio il sistema. finché non sarà garantita una flotta adeguata di sistemi di accumulo e batterie.

Se non altro, il governo ha alzato l’asticella per gli obiettivi di energia rinnovabile. Nel nuovo piano l’obiettivo è quasi il 40% del consumo finale lordo di energia entro il 2030, “in linea con l’obiettivo comunitario”.

Mentre il 63% è la copertura del solo fabbisogno elettrico. L’Italia raggiungerà una potenza complessiva del 2030 131 GW. Di questi, 79 dal fotovoltaico, 28 dall’eolico, 19 dall’idroelettrico, 3 dalla bioenergia e 1 GW da fonti geotermiche.

In particolare per altri settori energetici coprono il fabbisogno da fonti rinnovabili è al 34% trasportodel 36% suo riscaldamento/raffreddamento63%, 54% del totaleidrogeno usato nell’industria.

Permessi per le infrastrutture: il governo vuole procedere con i commissari

Ma attenzione su questo punto. Un dettaglio interessante riguarda il sistema dei permessi e delle autorizzazioni. Da una parte, il governo ha appena fatto Installazione fotovoltaica più difficile nei settori con il decreto Agricoltura e l’eolico affidando alle Regioni l’ultima parola sui progetti con il decreto sulle Aree Idonee, con la revisione del Pniec cambia completamente idea.

Per accelerare la transizione e “garantire la stabilità del sistema energetico – si legge nel documento – sarà necessario costruire nel medio termine, una serie di infrastrutture fisiche (rafforzamento delle interconnessioni, resilienza delle reti, stoccaggio di energia su larga scala, sistemi di cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica) la cui realizzazione dovrà necessariamente avere tempi di autorizzazione ridottinel rispetto del dialogo e della condivisione con i territori”.

In altri termini, si potrà ricorrere sempre più alla nomina di un commissario con poteri sostitutivi, come avvenuto per la realizzazione di opere di i due rigassificatori di Livorno e Ravenna.

Doppi standard: a seconda delle lobby, dei vantaggi e degli interessi politici.

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