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Azioni: chi vince la sfida tra azioni a piccola e grande capitalizzazione?

Azioni: chi vince la sfida tra azioni a piccola e grande capitalizzazione?
Azioni: chi vince la sfida tra azioni a piccola e grande capitalizzazione?

Il tema della lotta all’inflazione e del taglio dei tassi di interesse continua a restare in secondo piano, con le banche centrali ancora in grado di orientare anche i principali mercati azionari.

Oscar Soppelsa – Gestore del portfolio, Domanda SGR – crede che la questione della lotta all’inflazione e del taglio dei tassi di interesse continua a restare sullo sfondocon le banche centrali ancora effettivamente in grado di dirigere anche i principali mercati azionari. L’esperto sostiene che sia la FED che la BCE stanno seguendo una narrazione orientata verso un revisione progressiva ma lenta al ribasso dei tassi correntiincidendo così sulle performance di determinati settori.

Secondo Oscar Soppelsa, un abbinamento interessante è quello tra nomi con maiuscole più grandi delle cosiddette smid capscon le large cap che hanno registrato una marcata sovraperformance su entrambe le sponde dell’Atlantico. “Tuttavia, le ragioni alla base del rally sono eterogenee e coincidono solo in parte per le large cap statunitensi ed europee”, ha sottolineato l’esperto.

Da un punto di vista generale, scrive Oscar Soppelsa, l Fattori alla base della sovraperformance delle azioni large cap – sia negli Stati Uniti che in Europa – sono da ricercare in fattori quali: il basso livello di indebitamento, la significativa riserva di liquidità e una minore sensibilità sia ai costi di rifinanziamento del debito sia all’andamento dell’economia in senso più ampio.

Guardando invece alle differenze tra Stati Uniti ed Europa, l’esperto sostiene che il punto di partenza è di natura settoriale; infatti, se il rally delle large cap statunitensi è spiegato soprattutto dal fatto che si tratta di nomi che operano nel segmento tecnologico e dell’intelligenza artificiale (il cosiddetto Magnifici sette) Super Large Cap europee (meno di 10 nomi) che dominano il mercato hanno in comune non il settore di riferimento ma altri aspetti, primo fra tutti quello legato alla solidità del bilancio.

“Quindi, nel medio termine, le small cap sono destinate a perdere il confronto anche nella seconda metà dell’anno?”, si è chiesto Oscar Soppelsa. L’esperto ritiene che oggi siamo a un punto in cui il differenziale di performance è minore: small cap che sono rimaste competitiveInfatti, sono quelli che hanno bilanci sani e chenei prossimi mesi, potrebbe recuperare in termini di multipli. E, soprattutto, hanno attualmente valutazioni inferiori ai nomi con capitalizzazioni maggiori. Ovviamente, però, Oscar Soppelsa ritiene È importante considerare anche la maggiore sensibilità delle società a piccola capitalizzazione all’andamento dell’economia in generale.: di conseguenza, i possibili rischi all’orizzonte sono da ricercare in uno scenario ipotetico caratterizzato da inflazione e tassi di interesse in aumento.

 
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