“Le parole dei maestri della ferriera” – .

“Le parole dei maestri della ferriera” – .
“Le parole dei maestri della ferriera” – .

Controreplica durissima, quasi offensiva: «Il sindacato diffonde fake news che danneggiano l’azienda». Nuova risposta dell’Usigrai: «Parole dai maestri della ferriera».

Eccola allo stato puro: la manovra a tenaglia di Rai Tele-Meloni per reprimere ogni dissenso sulla televisione pubblica: da un lato il tentativo di sabotare lo sciopero di domani da parte del piccolo sindacato di destra Unirai, che invita i a riposo a andare a lavorare durante la protesta, continuando così la normale programmazione; dall’altro l’azienda stessa, sempre più appoggiata dal governo, che con un video di due minuti – il doppio di quello consentito per la rappresentanza sindacale – che sarà trasmesso al telegiornale, attacca frontalmente Usigrai, la rappresentanza sindacale di maggioranza, 1.600 iscritti su 2mila giornalisti Rai: «Scioperano per ragioni ideologiche e politiche, niente che riguardi i diritti dei lavoratori».

Secondo i vertici Rai “non c’è stata alcuna censura né bavaglio” come hanno riferito ad esempio stampa, Fnsi, Unione Europea, Usigrai sul caso Antonio Scurati-25 aprile, e lo sciopero «espone il servizio pubblico alla strumentalizzazione politica, privando i cittadini del diritto fondamentale all’informazione». Ma a ben vedere, nel comunicato di proclamazione dello sciopero dell’Usigrai, sono diverse le ragioni strettamente sindacali che hanno portato la rappresentanza sindacale, dopo tanti anni, a indire la mobilitazione: «Stanno accorpando i giornali senza discuterne con il sindacato, l’azienda non non sostituiscono quelli che vanno in pensione e per maternità, non c’è selezione pubblica per le assunzioni e i lavoratori temporanei non sono stabilizzati”. Dicono ancora gli operai, sul caso della censura dello scrittore nel giorno della Liberazione dal nazifascismo: «Preferiamo perdere una o più giornate di paga piuttosto che perdere la libertà, la Rai è di tutti».

Dopo la risposta di viale Mazzini, il dirigente dell’Usigrai ha preparato una nota per giornali e agenzie in cui risponde che «quando non ci sono contenuti si lancia l’accusa stantia di fare politica e di diffondere fake news, accusa gravissima nei confronti tutti giornalisti RAI, che mira a screditare un’intera categoria. E vengono avanzate argomentazioni che non reggono alla prova dei fatti”. Quale? L’azienda sta già riducendo la propria forza lavoro non sostituendo i pensionati che lasciano l’azienda; predilige le chiamate dirette alle selezioni pubbliche per i primi utilizzi in rete; nel frattempo, però, nega il riconoscimento del diritto contrattuale a decine di lavoratori interinali nella cosiddetta fase 2; la proposta aziendale sul premio di risultato priva i giornalisti di una quota economica riconosciuta in luogo degli altri dipendenti; su censure e gag, basta leggere i giornali italiani e internazionali delle ultime settimane. A proposito, che fine hanno fatto le “misure drastiche” annunciate dall’amministratore delegato dopo il caso Scurati?”. Per Vittorio Di Trapanipresidente della Fnsi, quelli degli attuali vertici Rai sono “comportamenti dal sapore antisindacale che ricordano i padroni degli anni ’50 e ’60”.

 
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