Un’auto tedesca e una giapponese. Dell’Italia nel garage del ministro non c’è traccia Adolfo Urso che, proprio in nome del Made in Italy, ha contestato Stellantis, gruppo posseduto da Exor e da essa controllato Repubblica, per la scelta di tenere a battesimo il nuovo modello del marchio Alfa Romeo “Milano”. L’amministratore delegato della casa automobilistica del Biscione, Jean-Philippe ha imparato, in seguito alle polemiche decise di cambiare il nome della vettura in “Junior”. “Un’auto che si chiama Milano non si può produrre in Polonia”, contesta Urso.
Ora Dagospia risponde pubblicando la dichiarazione patrimoniale del ministro dell’Industria e del made in Italy. E si scopre, infatti, che il parco auto di Adolfo Urso è composto da una Volkswagen T Cross del 2021 e da una più vecchia Toyota Raw4, immatricolata nel 2006. Due Suv, nessuno dei quali riconducibile all’Italia. Nei giorni scorsi il Ministro Urso ha ribadito che l’Italia ha bisogno di più case automobilistiche, non solo di Stellantis, aprendosi così all’industria cinese che, con il marchio Dongfeng, ha fatto sapere di essere pronta ad avviare la produzione nel Paese.
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