Big Mac non toccato dalla sentenza UE sul marchio del pollo” – .

Big Mac non toccato dalla sentenza UE sul marchio del pollo” – .
Big Mac non toccato dalla sentenza UE sul marchio del pollo” – .

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I fan dell’iconico panino al manzo possono stare tranquilli: il Big Mac tradizionale è salvo. Alla domanda sulle ricadute della sentenza Ue che revoca il marchio su tutti i prodotti a base di pollo distribuiti in Europa, l’azienda ribadisce che «questa decisione non pregiudica il nostro diritto di utilizzare il marchio Big Macche è incredibilmente consolidato, in Europa e nel mondo”.

In particolare lo precisa non vi sarà “nessun impatto sulla capacità di utilizzare o proteggere il marchio” (registrato nel 1996) “contro la contraffazione” e che questa registrazione “rimane ancora pienamente valida per l’iconico panino che i nostri fan di tutto il mondo hanno imparato a conoscere e ad amare”. Anzi, ribadisce: «in collaborazione con i nostri franchisee, siamo entusiasti di continuare a fornire i nostri Big Mac e servire con orgoglio le comunità locali, come facciamo da decenni».

Pochi minuti dopo la notizia della sentenza, l’amministratore delegato della catena irlandese di fast food, che ha trascinato nella controversia McDonald’s, ha affermato che la sentenza offre molte opzioni riguardo alla possibilità di espansione in Europa.

Fondata nel 1978 a Galway, Supermac vende hamburger di manzo e pollo e crocchette di pollo in 120 punti vendita del marchio “bianco e rosso” in tutta l’Irlanda. Nel 2017 ha chiesto la decadenza del marchio Big Mac nell’UE, ritenendo che non fosse stato oggetto di effettivo utilizzo per un periodo di tempo continuativo. Richiesta accolta – solo parzialmente – dalla Corte Ue che – lo ricordiamo – ha limitato la revoca ai soli prodotti a base di pollo.

Cosa farà adesso McDonald’s? Alla domanda se intenda ricorrere in appello, la multinazionale non ha risposto, ma alcuni giornali britannici lo ipotizzano. Alcune fonti, infatti, sottolineano che i prodotti a base di pollo vengono serviti dalla catena americana in Europa con una certa discontinuità, una sorta di stagionalità non tanto rispetto al prodotto, quanto piuttosto alle abitudini alimentari dei consumatori. E forse questo potrebbe essere il criterio utilizzato per un eventuale ricorso. Intanto il contenzioso sui marchi – scrive la BBC – resta aperto nel Regno Unito, dove la normativa Ue sui marchi post-Brexit non è più applicabile.

 
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