Sfida sovranista-conservatrice. Nell’Ue pesa l’incognita Le Pen – .

Sfida sovranista-conservatrice. Nell’Ue pesa l’incognita Le Pen – .
Sfida sovranista-conservatrice. Nell’Ue pesa l’incognita Le Pen – .

Come nella migliore tradizione spagnola, la tre giorni di Madrid dove ieri pomeriggio la destra europea ha di fatto dato il via alla campagna elettorale per le elezioni europee sarà sì un momento di aggregazione e di rivendicazione dei “principali movimenti patrioti e conservatori”, ma non diventano anche occasione di incroci e contaminazioni destinati a caratterizzare il periodo pre e post elettorale.

La prima sovrapposizione è molto sottile, quasi un dettaglio. È quello che accompagna l’evento spagnolo al Palacio Vistalegre, evento in cui si sovrappongono i «Weekend della cultura» che i Conservatori Ecr organizzano da mesi per l’Europa e «Viva24», il convegno annuale di Vox. Da un lato, l’Ecr presenterà oggi diversi panel tematici con i parlamentari di tutte le nazionalità che aderiscono al gruppo conservatore (per l’Italia, quelli di Fdi Gianluca Caramanna, Carlo Fidanza, Sara Kelany, Simona Petrucci, Fabio Roscani e Marta Schifone, accompagnati dal segretario generale dell’Ecr, Antonio Giordano), dall’altro il convegno Vox in cui Santiago Abascal presenta i candidati del suo partito e apre la sua campagna per “spazzare le elezioni come un uragano”. Ma Vox aderisce all’Ecr e quindi nessun danno.

L’altro, meno banale, incrocio è quello tra ECR e Identità e Democrazia, gruppo che sta alla destra dei conservatori alla Camera europea. E in cui sono attivi il Rassemblement national (a tutto tondo) di Marine Le Pen, la Lega di Matteo Salvini e soprattutto l’ultradestra tedesca Alternative für Deutschland, quest’ultima con posizioni talmente estremiste da sfociare nella xenofobia. Domani, infatti, a Madrid ospiti di Vox e non di Ecr non ci saranno solo esponenti conservatori (Giorgia Meloni in videocollegamento, Mateus Morawiecki del Pis in presenza), non appartenenti ad alcuna famiglia politica (l’ungherese Viktor Orbán, anche lui da remoto) o politici internazionali (il presidente argentino Javier Milei e le due più importanti organizzazioni conservatrici statunitensi). Ma anche André Ventura, presidente della Chega portoghese, e – soprattutto – Marine Le Pen, candidata all’Eliseo e leader del Rassemblement national. Entrambi sono attivi nell’ID, con gli ultimi sondaggi EuropeElects che attribuiscono alla RN un gruppo di 27 deputati, uno dei più numerosi dell’intera Ue. Se è vero che non si tratta della prima partecipazione di Le Pen alle vicende di Vox, non c’è dubbio che la tempistica renda l’incrocio interessante. E per diversi motivi. I tedeschi dell’AfD non sono a Madrid e su di loro pesa il veto del Ppe, in vista dei futuri accordi europei post-voto. Inoltre, gli ultimi mesi hanno segnato un deterioramento dei rapporti tra Le Pen e AfD, con la prima che alla fine di gennaio ha messo pubblicamente in dubbio la “capacità di formare nuovamente un’alleanza nello stesso gruppo” al Parlamento europeo. Tensioni che sono continuate fino a poche settimane fa, quando Le Pen si è detta “arrabbiata” con gli “alleati tedeschi” che “hanno bisogno di lezioni di geopolitica” per le loro posizioni sull’arcipelago di Mayotte (dipartimento francese di fronte al Mozambico).

Insomma, il dubbio che dopo il voto del 6-9 giugno possa esserci qualche smottamento della destra europea sorge spontaneo. Anche perché se Le Pen vuole davvero arrivare all’Eliseo nel 2027, difficilmente potrà riuscirci andando a braccetto con l’AfD e, quindi, restando fuori dai tavoli che contano nell’Ue. Sullo sfondo resta l’incidente di quasi due mesi fa tra Le Pen e la Meloni, con il leader di Rn che ha criticato aspramente il premier italiano (che è presidente dell’Ecr) in un messaggio inviato all’evento ID organizzato da Salvini a Roma. Insomma, i rapporti in questo momento non sarebbero idilliaci. E non è un dettaglio che RN e Fdi siano destinati a essere numericamente i due principali partiti di destra dell’intera Ue (EuropeElects attribuisce 23 seggi a Fdi).

Incroci e sovrapposizioni che da Madrid rimbalzano anche in Italia. Non può infatti essere un caso la scelta di Salvini di organizzare tre raduni in vista degli Europei: Milano, Bari e Roma. Con un dettaglio. Quella milanese si terrà in piazza Duomo – e con Roberto Vannacci sul palco – il primo giugno.

Esattamente lo stesso giorno – e chissà se alla stessa ora – in cui Meloni da settimane annuncia il comizio conclusivo della sua campagna elettorale a Roma, in piazza del Popolo.

 
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