così nel 2022 il negoziato di pace fallì. La rivelazione del NYT – .

così nel 2022 il negoziato di pace fallì. La rivelazione del NYT – .
così nel 2022 il negoziato di pace fallì. La rivelazione del NYT – .

Il New York Times pubblica la documentazione che racconta i negoziati di pace tra Russia e Ucraina nel 2022, aprendo uno sguardo sui dettagli delle trattative, poi fallite. I dossier erano già stati resi pubblici dal Wall Street Journal lo scorso marzo, che aveva pubblicato il progetto di trattato di pace redatto dai negoziatori russo e ucraino il 15 aprile 2022, sei settimane dopo l’inizio della guerra.

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Trattative Russia-Ucraina, i punti dell’accordo

Tra i punti dell’accordo ampiamente stipulato durante i negoziati di Istanbul nel marzo di quell’anno, l’Ucraina doveva diventare uno Stato permanentemente neutrale e non aderire a blocchi militari come la NATO.

La Crimea sarebbe rimasta russa ma senza il riconoscimento di Kiev, che sarebbe stata costretta a non avere armi straniere e a ridurre le sue Forze Armate, che dovettero scendere a 85mila effettivi, 342 carri armati e 519 pezzi di artiglieria. La lingua russa doveva essere utilizzata alla pari dell’ucraino, mentre il destino del Donbass sarebbe stato discusso in un secondo momento.

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Le ragioni del fallimento

Ora il NYT rivela che uno dei punti che probabilmente ha contribuito al crollo di un accordo è il cosiddetto articolo 5: in caso di un altro attacco armato contro l’Ucraina, gli “stati garanti” che firmerebbero il trattato – Gran Bretagna, Cina, Russia, Stati Uniti e Francia interverrebbero direttamente nella difesa dell’Ucraina. Ma Mosca ha voluto inserire una clausola secondo la quale “tutti gli Stati garanti, compresa la Russia”, avrebbero dovuto approvare la risposta in caso di attacco all’Ucraina.

Diritto di veto di Mosca

Insomma, una sorta di diritto di veto per Mosca, che infatti avrebbe potuto invadere nuovamente il territorio ucraino. La clausola, ritenuta assurda, ha fatto precipitare le cose: con questo cambiamento, ha detto uno dei negoziatori ucraini, “non avevamo alcun interesse a continuare i colloqui”.

 
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