Tempi duri per i giovani della ristorazione. Dopo il rilancio dei camerieri over 50, preferiti da diversi ristoratori ai colleghi con meno anni (di età ed esperienza), ora è il turno di chi sta dall’altra parte del tavolo, cioè i clienti. Che per essere accettati devono avere “una certa età”.
Succede negli Usa, in un ristorante del Missouri, il Bliss Restauran di Florissant St. Louis, dove la gioventù (letteralmente) non paga, nel senso che non puoi entrare e mangiare il cibo caraibico offerto dal ristorante se non hai più primavera per mangiare le spalle.
Per la precisione, il limite imposto al di sotto del quale non è possibile effettuare l’ingresso è di 30 anni per le donne e 35 per gli uomini. La motivazione? Mantenere elevati “gli standard del loro ambiente unico e sofisticato” e “assicurare un’atmosfera tranquilla”.
La portavoce del ristorante americano Erica Rhodes ha dichiarato qualche giorno fa che l’obbligo mira ad attirare una clientela più adulta. E nonostante le tante critiche ricevute, il titolare del Bliss, Marvin Pate, che ha 36 anni e quindi “benvenuto” proprio per la rottura del berretto, o piatto che dir si voglia, non ha cambiato idea e continua a difendere la sua scelta che spiega così: “Puoi venire qui e sentirti davvero come se fossi in un resort. Le persone possono rilassarsi come se fossero in vacanza.”
E cosa succede se entra uno under 30 o under 35? chi forse sembra più vecchio della sua età reale? Niente “sconti” né indulgenze. Chiunque desideri entrare dopo le 19:00 dal mercoledì alla domenica deve mostrare il proprio documento d’identità a una hostess o a un agente di polizia della contea di St Louis sul posto.
Ciò che molti consideravano una discriminazione – considerando il luogo – ha portato sul tavolo tutta una serie di controversie sui social media in America e nel mondo dove la notizia si è diffusa. Anche se non è mancato chi ha accolto positivamente il provvedimento (i più grandi, ovviamente, contenti di poter trascorrere una serata più tranquilla), in realtà molti non l’hanno apprezzato affatto. Ribadendo l’inopportunità di vietare l’ingresso a “categorie di persone” e sostenendo che anche gli adulti possono disturbare e comportarsi male in pubblico. E sottolineando anche la disparità tra i requisiti di età per le donne e quelli per gli uomini, come se l’attitudine alle feste o alla confusione, a seconda di come si guardi la situazione, fosse una questione di genere.
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