Ucraina Russia, notizie di guerra oggi 29 giugno – .

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Arcivescovo di Kiev: grato al Papa, ha contribuito personalmente alla liberazione dei due sacerdoti

«Papa Francesco ha contribuito personalmente alla liberazione dei nostri sacerdoti redentoristi Bohdan e Ivan» dalla prigionia russa. Lo ha sottolineato l’arcivescovo di Kiev, Sviatoslav Scevchuck, all’indomani della liberazione dei due sacerdoti. «Ci ​​rallegriamo – dice l’arcivescovo maggiore – perché il Signore Dio ha preservato la vita dei nostri sacerdoti. In un momento di grande gioia oggi, vorrei esprimere la mia sincera gratitudine a tutti coloro che hanno fatto tutto il possibile affinché questo giorno, questo momento tanto atteso, arrivasse. A nome mio e di tutta la nostra Chiesa, vorrei esprimere la mia gratitudine al Santo Padre, Papa Francesco, che ha contribuito personalmente alla liberazione dei nostri sacerdoti redentoristi Bohdan e Ivan. Nonostante i grandi ostacoli, visto che la loro prigionia durò più di un anno e mezzo, gli sforzi della diplomazia vaticana ottennero un risultato vittorioso”. Shevchuck ringrazia tutta la diplomazia vaticana profusa: «Desidero ringraziare tutti i dipendenti delle strutture diplomatiche della Santa Sede, in particolare il cardinale Segretario di Stato Parolin, e il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, che il Santo Padre ritiene responsabile della liberazione dei prigionieri catturati e ucraini. Un ringraziamento speciale va anche a Monsignor Visvaldas Kulbokas, Nunzio Apostolico in Ucraina. Oggi rivolgiamo parole di gratitudine a tutti i fedeli della nostra Chiesa, ai milioni di ucraini che hanno pregato per la salvezza e la liberazione dei nostri sacerdoti”. Shevchuck ricorda ancora che «oggi più di 28.000 civili ucraini sono prigionieri in Russia. Si tratta di giornalisti, medici, funzionari dell’autogoverno locale, membri del clero e personaggi della cultura, tutti considerati dai russi espressioni pericolose dell’identità ucraina. Ora dobbiamo tutti impegnarci nella lotta per garantire il rilascio di tutti i prigionieri ucraini, compresi i civili, poiché la loro detenzione viola qualsiasi norma internazionale, pratica di guerra e diritto internazionale in quanto tale”.

 
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