“Cancelliamo Natale e Pasqua. Al loro posto una giornata di festa LGBT o laicità” – .

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Éric Piolle, sindaco ecologista di Grenoble, propone di abolire i riferimenti religiosi per sostituirli con quelli laici: per la Repubblica, la rivoluzione, l’abolizione della schiavitù

Addobbi natalizi sugli Champs-Elysees, Parigi (Ansa)

Parigi. Era il 31 agosto 2015 quando Éric Piolle, sindaco ecologista di Grenoble, rilasciava un’intervista al settimanale cattolico francese la vie, spiegando quanto fosse importante il Vangelo per la sua vita anche da non credente. «Non credo in Dio, ma sono un compagno di strada della Chiesa cattolica (…). Sono animato da valori umanistici e da una ricerca spirituale, in cui il Vangelo occupa uno spazio importante”.

Nella conversazione, anche l’esponente dei Verdi francesi ha ribadito quanto aveva detto alla rivista dei gesuiti Études, cioè che “il Vangelo è un motore spirituale” della sua “azione politica”. Ma di quella Piolle sensibile alla spiritualità cristiana, oggi, non c’è nemmeno l’ombra. Al contrario: fa di tutto per opporsi a tutto ciò che riguarda il cristianesimo.

Cancella i riferimenti religiosi

L’ultima uscita del sindaco di Grenoble fa venire i brividi. “Cancelliamo i riferimenti alle festività religiose nel nostro calendario repubblicano: dichiariamo giorni festivi i giorni festivi laici che segnano il nostro comune attaccamento alla République, alle rivoluzioni, alla Comune, all’abolizione della schiavitù, ai diritti delle donne e delle persone LGBT, ” Egli ha detto. https://twitter.com/EricPiolle/status/1661410564411731968 Piolle mercoledì 24 maggio, in risposta alla decisione presa dal ministro dell’Interno Gérald Darmanin di “valutare il tasso di assenteismo osservato nelle classi in occasione di Id al-Fitr” (la festa che segna la fine del mese di Ramadan).

Insomma, il messaggio è di abolire Natale, Pasqua, Ascensione, Pentecoste, cancellare le radici cristiane della Francia “figlia primogenita della Chiesa”, per adeguarsi alle nuove mode e sensibilità contemporanee laiciste e LGBT.

Le reazioni

La conversione robespierrista di Piolle suscitò rabbiose reazioni nel mondo politico e intellettuale francese. Marine Chiaberto, vicepresidente di Reconquête, il partito di destra identitario guidato da Éric Zemmour, ha parlato di un attacco “alle millenarie radici cristiane del nostro Paese”. “Questo wokismo che vuole cancellare tutto ignora la nostra storia e la nostra identità. È ora di decostruire i decostruttori!», ha aggiunto Chiaberto.

Jean Messiha, presidente del circolo intellettuale Vivre français, ha reagito con ironia alle dichiarazioni del giacobino Piolle. “Spazziamo via la Francia ei francesi. Trasformiamo il nostro paese in un esopianeta vergine e pronto per essere colonizzato da tutte le identità. Cancelliamo tutto ciò che siamo e le nostre origini e ricominciamo da capo da un anno zero».

Memoria nazionale

Non è la prima volta che un esponente politico della sinistra francese solleva la questione delle feste cristiane in Francia, invocando, come i giacobini durante la Rivoluzione, una tabula rasa. Laurent Hénard, ex sindaco di Nancy, ha suggerito, ad esempio, di cancellare le festività cristiane “per rilanciare l’economia”, anche se la sua campagna era semplicemente una crociata laicista.

Éric Piolle, che aspira a sostituire il Natale e la Pasqua con una giornata di festa per LGBT o laicità, sta seguendo le stesse orme. “Mi dispiace per il sindaco di Grenoble, ma i giorni festivi nel nostro calendario non sono giorni di festa comunitaria, ma ci permettono di scolpire nel marmo del calendario le tradizioni e i luoghi della nostra memoria nazionale”, ha commentato l’opinione liberale luogo Boulevard Voltaire.

Il burkini in piscina

Non è la prima volta che Piolle si distingue per le sue esternazioni da sveglio. Nel giugno 2021, ha dato il benvenuto al “mese decoloniale”, una manifestazione “antirazzista” in cui l’uomo bianco era sul banco degli imputati. Un mese dopo, nell’ambito delle primarie per diventare il candidato degli ecologisti alle presidenziali del 2022, ha detto di essere stato “educato, rieducato, decostruito e ricostruito dalle lotte femministe” e di vergognarsi dei suoi “privilegi” come un maschio bianco eterosessuale.

Nell’estate del 2022, in barba a ogni principio di laicità, ha autorizzato nelle piscine pubbliche l’uso del burkini, il costume da bagno islamico che lascia scoperti solo l’ovale del viso, mani e piedi. Come rivelato dal settimanale Le Punto qualche giorno fa, non pago, ha deciso di finanziarne alcuni stage immersivi di “decostruzione maschile”per la rimozione della “mascolinità tossica”, organizzata dall’associazione goscista La Capsule.

 
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