«Certi ricordi sono colorati e rumorosi,
impegnativo ed emozionante,
altri sono morbidi e delicati.
Alcuni pesano molto,
altri sono come piume”.
Il tratto inconfondibile di Valeria Docampo si unisce alla penna di Alessandra Helmig per un libro illustrato delicato e sognante sull’importanza di preservare la memoria e ritagliarsi un po’ di tempo per coltivare e tramandare i ricordi, anche quelli semplici e apparentemente più insignificanti, ed evitare che vadano perduti.
Il protagonista di “L’isola dei ricordi”, pubblicato in Italia da Terre di Mezzo editore, con traduzione di Claudia Valentini, lei è quella giovane Alva che conduce una vita tranquilla nella sua isola dove arrivano costantemente i ricordi delle persone che vivono nella città sulla costa opposta.
Ogni giorno Alva si prende cura di loro, spolverandoli e lucidandoli per evitare che sbiadiscano, e così facendo impara molte cose sugli abitanti della città.
Un giorno, però, i ricordi cominciano a svanire fino a scomparire del tutto, ed è a quel punto che Alva, per la prima volta nella sua vita, decide di recarsi in città per capire cosa sta succedendo.
Fin dalle prime pagine ci si affeziona subito al personaggio di Alva, questa creatura un po’ bambina e un po’ fata dotata di grande sensibilità e coraggio, grazie alla scrittura coinvolgente e poetica di Helmig, e alle illustrazioni avvolgenti e dallo stile inconfondibile. di Docampo, che ha scelto per quest’opera di intervallare i toni del beige su più livelli cromatici, e di farli intersecare con il freddo blu intenso, come a simboleggiare il punto di incontro tra due realtà solo apparentemente lontane.
Nel corso della storia Alva incontra vari personaggi della città e, dopo ogni incontro, ognuno di loro emergerà riconnesso con la parte più profonda e intima di sé, in un processo di crescita emotiva.
“L’isola dei ricordi” è un libro per tutte le età che invita a fare tesoro della propria storia e della memoria, troppo spesso sacrificate a causa della frenesia quotidiana, e a riportare le emozioni al centro della propria vita.
Chiara Sorrentino
