Pasqua, tutte le curiosità legate allo Scoppio del Carro – .

Pasqua, tutte le curiosità legate allo Scoppio del Carro – .
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A Firenze la Pasqua è sinonimo di tradizioni popolari. Il più famoso e intenso è sicuramente rappresentato dallo Scoppio del Carro, il bellissimo evento che si tiene ogni domenica di Pasqua in Piazza del Duomo. All’origine di questa celebrazione c’è il cosiddetto Fuoco Sacro. Dobbiamo risalire al 1099 con un giovane fiorentino di nome Pazzino, membro della nobile famiglia dei Pazzi, che nella Prima Crociata in Terra Santa, grazie ad una buona dose di coraggio, scalò per primo le mura di Gerusalemme e innalzò la bandiera cristiana. Per il suo atto eroico ricevette in dono tre selci provenienti dal Santo Sepolcro e che Pazzino portò con sé al termine della crociata, oggi custodite nella Chiesa dei SS.Apostoli.

Le tre pietre servivano infatti per accendere il fuoco che, il Sabato Santo, veniva benedetto in Cattedrale e distribuito ai fedeli, per essere poi portato in processione e nelle case domestiche, per essere mantenuto acceso fino alla fine della Pasqua. Col tempo entrò in uso la tradizione di portare il fuoco sacro per le vie cittadine su un carro riccamente addobbato, in modo che i fedeli che non potevano partecipare alla cerimonia potessero accendere le proprie candele. La sera del Sabato di Pasqua, le tre pietre vengono portate con la scorta del Gonfalone sul sagrato della Cattedrale di S. Maria del Fiore, dove servono per accendere il fuoco che darà inizio allo scoppio del carro la mattina di Pasqua. .

Le origini dello Scoppio del Carro

La tradizione dello scoppio del Brindellone, come viene chiamato il Carro, è strettamente legata a quella del fuoco sacro e quindi al Palazzino de’ Pazzi. La vera esplosione del carro avvenne alla fine del 1300 e fu proprio la famiglia Pazzi a volere la costruzione del monumentale “Carro di Fuoco”, e quindi a gettare le basi della cerimonia odierna. A partire dal XVII secolo la cerimonia assunse le caratteristiche attuali, con quattro buoi graziosamente vestiti che trainavano il Brindellone fino al Duomo. Anticamente il carro, molto più piccolo e semplice di quello attuale, subiva molti danni a causa della tradizionale esplosione, tanto da dover essere ogni volta restaurato. Quando nel 1494, in seguito alla cacciata dei Medici da Firenze, i Pazzi ripresero possesso dei loro antichi privilegi, non ultimo quello dell’organizzazione del Carro del Sabato Santo, decisero di apportarvi alcune modifiche, creandone uno più resistente e massiccio. , come lo conosciamo oggi.

Brindellone: ​​perché si chiama così e dove viene conservato

A Firenze la parola “brindellone” è usata non solo per chiamare il Carro Pasquale, ma anche per descrivere una persona di alta statura e con l’andatura ciondolante. Il curioso soprannome è legato alla tradizionale festa celebrata anticamente dalla Zecca Fiorentina. Ogni anno il 24 giugno, in onore del santo patrono di Firenze, San Giovanni Battista, un alto carro di fieno partiva dalla torre della Zecca e faceva poi il giro della città, trasportando un uomo vestito di pelo di cammello che rappresentava il santo. L’aspetto trasandato di questo aiutante, spesso ubriaco e rimpinzato per aver banchettato fino a pochi minuti prima a Santa Maria del Campo, gli valse il soprannome di “brindellone”. Per analogia, da allora l’espressione è arrivata ad indicare tutti i carri che attraversavano la città in occasione delle festività, compreso quello pasquale.

Attraversando il Prato, non lontano dall’omonima porta, forse avrete notato un enorme muro di legno. È qui che, al numero 48, c’è la gigantesca porta che nasconde all’interno un magazzino molto speciale: la “casa” del Brindellone, il famoso carro che, ogni anno per Pasqua, da qui viene guidato da una coppia di buoi alla Cattedrale.

Quell’anno in cui Brindellone stava per cambiare casa

C’è stato un anno in cui l’evento ha rischiato di non verificarsi. Bisogna tornare indietro nel tempo, precisamente al 1907. Secondo quanto riporta l’Archivio Storico del Comune di Firenze, l’installazione dei binari per la tramvia e la sistemazione delle linee aeree nelle principali vie della città, in particolare in via dei Cerretani, piazza del Duomo e via dei Calzaioli, infatti, rischiavano di rendere impossibile la festa del carro, che come di consueto veniva condotto dal Prato alla Cattedrale.

Per far sì che questa celebrazione potesse svolgersi anche dopo il completamento degli impianti tranviari, l’amministrazione ha ritenuto opportuno “parcheggiare” il carretto in un luogo molto vicino al Duomo, e a questo scopo ha pensato ad un negozio in Piazza delle Pallottole idonee, alle quali sarebbero state apportate le necessarie modifiche. Ma una volta esaminato il progetto di spostare il carro dalla sede di Prato alla nuova sede, si scoprì che lo spostamento avrebbe comportato spese eccessive, e non avrebbe risolto convenientemente la questione della linea aerea del tram.

Si è ritenuto quindi più opportuno lasciare il carro nel locale sul Prato, e con alcuni lavori particolari e l’ancoraggio alla linea tramviaria aerea aprire il libero passaggio al carro stesso fino a Piazza del Duomo, lungo Il Prato, via Palazzuolo, via della Spada, via degli Strozzi, via dei Pescioni, via del Campidoglio, via dei Tosinghi, via dei Calzaioli. Con questo sistema l’Amministrazione ha potuto risparmiare sull’affitto dei nuovi locali in Piazza delle Pallottole, e allo stesso tempo mantenere in esercizio le linee tranviarie anche durante la funzione.

Colombina e sfortuna

la colomba simboleggia lo Spirito Santo e il fuoco che si accende con la Resurrezione di Gesù dal Sepolcro. Per capire quanto sia caro questo rito ai fiorentini, basta comprendere anche il legame tra celebrazione religiosa e celebrazione civica: al momento dello “scoppio” una girandola posta sulla sommità del carro dispiega tre stendardi, uno con il stemmi dell’Arte della Lana, che oggi simboleggia l’Opera di Santa Maria del Fiore, uno con quello della famiglia Pazzi in ricordo del celebre Pazzino ed un terzo con il giglio di Firenze.

Secondo la tradizione popolare, se la Colombina vola bene oppure no, determina le sorti dell’anno. Se la Colombina viene e ritorna regolarmente, vuol dire che l’anno sarà buono. È questo l’auspicio rivolto inizialmente agli agricoltori e che poi si è generalizzato. Un caso anomalo fu ad esempio il 1966 quando la Colombina non ritornò a Firenze; fu anche l’anno del diluvio. Anche nel 2018 la Colombina arrivò al Carro ma non ritornò sull’altare maggiore.

Lo Scoppio del Carro in altre città

Nel corso degli anni questa festa si è diffusa anche in altri piccoli centri del territorio toscano. Un secondo Scoppio del Carro è quello di Rufina, dove lo spettacolo pirotecnico si svolge con le stesse modalità di quello fiorentino, tranne per il fatto che la celebrazione avviene alla mezzanotte del Sabato Santo e non la mattina di Pasqua come avviene anche a Cascia, frazione di Reggello a dieci km da Figline, anche in questo caso la miccia della colomba viene accesa dall’altare maggiore.

Un altro Scoppio del Carro avviene nella piazza principale (di fronte alla celebre Collegiata) di Figline Valdarno, sempre in provincia di Firenze; le modalità sono le stesse del capoluogo, con la differenza che il “carro” è una riproduzione in scala ridotta del Palazzo Pretorio della cittadina valdarnese. A Panzano in Chianti il ​​focolaio è avvenuto il martedì dopo Pasqua. A Ripatransone (Ascoli Piceno), ogni seconda domenica di Pasqua, si svolge il Cavallo del Fuoco.

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