previdenza e assistenza sociale, tutti i numeri da Nord a Sud – .

previdenza e assistenza sociale, tutti i numeri da Nord a Sud – .
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Roma, 27 marzo 2024 – Quasi 18 milioni di pensioni del settore privatocon un milione e 300mila nuovi assegni pagati nel 2023. Per una spesa complessiva di circa 248,7 miliardi di euro. Ma con il 53,7 per cento delle prestazioni complessive (pari a circa 9,5 milioni) che registrano un importo inferiore a 750 euro: senza tenere conto dei dati secondo cui per le donne la percentuale arriva al 64,7%. Questi sono solo alcuni dei numeri dell’ultimo monitoraggio in poi trattamenti previdenziali ed assistenziali erogati dall’INPS. Ma vediamo nel dettaglio la mappa aggiornata del pianeta pensioni in Italia.

I numeri complessivi delle pensioni

Le pensioni in vigore al 1° gennaio 2024 sono 17.775.766, di cui 13.632.992 (76,7%) di natura previdenziale e 4.142.774 (23,3%) di natura assistenziale. L’importo complessivo annuo è pari a 248,7 miliardi di euro, di cui 222,8 miliardi sostenuti dalla gestione previdenziale e 25,9 miliardi dalla gestione previdenziale. Il 47,1% delle pensioni e il 62,4% degli importi erogati sono gestiti da dipendenti privati: il più importante è il Fondo pensione dei dipendenti, che gestisce il 44,5% del totale delle pensioni erogate e il 57,8% degli importi erogati. Le gestioni dei lavoratori autonomi erogano il 28,3% delle pensioni, per un importo erogato pari al 24,7% del totale, mentre le gestioni assistenziali erogano il 23,3% delle prestazioni, con un importo erogato pari al 10%. 4% del totale. Se consideriamo il 2023, sono state erogate 1.364.686 pensioni, di cui il 48,6% di natura assistenziale. Gli importi annualizzati stanziati per le nuove pensioni corrisposte nel 2023 ammontano a 14,3 miliardi di euro, circa il 5,8% del totale annuo corrisposto a partire dal 1° gennaio 2024.

Welfare e assistenza

Benefici della sicurezza sociale, finanziato dai contributi e calcolate su queste ultime, sono costituite dal 69,1% di pensioni di vecchiaia, di cui il 57,3% erogate agli uomini, dal 5,0% di pensioni previdenziali di invalidità di cui il 57,0% erogate ai maschi e il 25,9% da pensioni ai superstiti, con un tasso di mascolinità del 12,5%. Riguardo a 73,8% delle pensioni/pensioni anticipate vengono corrisposte agli uomini, mentre questa percentuale scende al 38,1% per le pensioni della sottocategoria vecchiaia.

Anche nell’invalidità previdenziale (legge 222/84) si registra una preponderanza maschile: 64,5% per l’assegno di invalidità e 68,7% per la pensione di invalidità. Le pensioni di invalidità antecedenti la legge 222/84 avevano un tasso di mascolinità pari al 32,2%, a causa dell’elevata età dei beneficiari di tali prestazioni e della maggiore longevità delle donne. IL servizi assistenziali Il 20,4% è costituito da pensioni e assegni sociali, di cui il 37,9% spetta agli uomini: il restante 79,6% delle prestazioni viene erogato agli invalidi civili sotto forma di pensione e/o assegno, con un indice di mascolinità pari a 42,0 %.

Il 61,3% delle pensioni previdenziali erogate nel 2023 è costituito da pensioni di vecchiaia, l’8,7% da quelle per invalidità previdenziale e il 30,1% da quelle per superstiti. Le prestazioni assistenziali sono costituite per il 7,6% da assegni sociali e per il 92,4% da prestazioni di invalidità civile. Considerando il prestazioni di invalidità civile in vigore al 1° gennaio 2024 per composizione dell’importo, il numero è di 629.641 sole pensioni, 1.868.283 sole indennità e 400.015 pensioni e indennità di accompagnamento complessivamente, per un totale di 2.897.939 invalidi civili.

Distribuzione geografica

L’area geografica con la più alta percentuale di prestazioni pensionistiche è nord Italia, con il 48,0%; Il 19,3% delle pensioni viene pagato al Centro, mentre il 30,8% viene pagato al Sud e Isole; il restante 2,0% (346.495 pensioni) viene erogato a soggetti residenti all’estero. Il Nord ha il maggior numero di pensioni per numero di residenti categorie vecchiaia e superstiti, seguono il Sud e il Centro, mentre l’ordine è invertito per le pensioni di invalidità previdenziale e per le prestazioni assistenziali.

Per quanto riguarda la distribuzione territoriale delle somme erogate, il 55,5% delle somme stanziate a inizio anno è destinato al Nord Italia (per la vecchiaia la percentuale sale al 60,4%), il 24,2% al Sud Italia e Isole (per pensioni e assegni sociali la percentuale sale al 55,9%), 19,6% al Centro Italia ed infine 0,7% ai soggetti residenti all’estero. L’importo medio mensile di la pensione di vecchiaia è di 1.468,59 euro, con un valore più elevato al Nord (1.575,28 euro). L’analisi della distribuzione per età evidenzia un’età media dei pensionati di 74,1 anni, con una differenza tra i sessi di 4,7 anni (71,5 anni per gli uomini e 76,2 anni per le donne).

Distribuzione per importi

Analizzando la distribuzione per classi dell’importo mensile della pensione si osserva una significativa concentrazione nelle classi inferiori. Il 53,7% delle pensioni sono a importo meno di 750,00 euro. Questa percentuale, che per le donne raggiunge il 64,7%, costituisce solo una misura indicativa della “povertà”, dovuta al fatto che molti pensionati sono titolari di maggiori prestazioni pensionistiche o altri redditi. A tal proposito si sottolinea che delle 9.543.973 pensioni di importo inferiore a 750 euro, solo il 43,9% (4.193.239) beneficia di prestazioni legate a bassi requisiti di reddito, come minimi di integrazione, aumenti sociali, pensioni e assegni sociali e pensioni di invalidità civile. In questo contesto il divario tra i due sessi si accentua: per gli uomini la percentuale delle prestazioni di importo inferiore a 750 euro scende al 40,0% e se analizziamo la situazione della fascia di età, osserviamo che tale percentuale scende al 17, 0% e di queste solo il 20,2% sono pensioni che soddisfano i requisiti di sostegno al reddito. Sempre per gli uomini, si osserva che il 46,7% delle pensioni di vecchiaia sono comprese tra 1.500 e 3.000 euro.

 
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