storia e tradizione che si rinnovano – Pugliapress – .

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A Cerignola (Fg) i Riti della Settimana Santa hanno sempre suscitato grande interesse e partecipazione nella comunità. Nella settimana che precede la Pasqua si svolgono celebrazioni liturgiche e religiose e riti tradizionali e folcloristici che percorrono le vie principali della città. Partecipanti e spettatori vengono così coinvolti nella rappresentazione dei momenti cruciali della Passione di Cristo.

Nelle processioni e processioni della Settimana Santa, che iniziano il venerdì che precede il Venerdì “Santo” con la processione del “Maria Perdolente” dal Parrocchia di San Leonardo (Torricelli), la figura del Cireneoconosciuto dai più come il “Cristo Rosso”.

Questo carattere è strettamente legato alla tradizione sociale e popolare della città, dato che, secondo autorevoli studiosi, come Roberto Cipriani e il cerignolano Luciano Antonelli– potrebbe essere considerato il simbolo della comunità contadina e del sangue versato dai braccianti per far valere i propri diritti.

Il corteo cittadino più solenne e popolare di Cerignola, seguito dal clero e dalle alte cariche istituzionali, è quello del “Gesù morto”, che si svolge il venerdì sera. Il corteo funebre lascia l’antica Chiesa del Purgatorio, recentemente ristrutturata e vi hanno fatto ritorno i fedeli.

Proprio in questa Chiesa, poco prima della processione, si incontrano gli uomini che dovranno indossare la tunica rossa del Cireneo e attraversare le principali vie della città con il volto coperto e a piedi nudi.

Un Cireneo racconta la sua storia

Ogni Cireneo o Cristo Rosso ha una storia da raccontare. È un ruolo che si tramanda di generazione in generazione, di padre in figlio. Ci sono famiglie che, ormai da decenni, portano avanti questa tradizione di fede.

Nessuno di loro riceve un risarcimento, anzi. Accade spesso che molti contribuiscano con offerte all’organizzazione dei riti della Settimana Santa, soprattutto se vivono fuori Cerignola e ritornano solo durante le festività.

Abbiamo chiesto ad un cireneo di raccontarci la sua storia. È molto emozionato e anche se ha il viso coperto dal cappuccio possiamo vedere la luce che brilla attraverso i suoi occhi.

Ho cinquant’anni, sono di Cerignola, ho preso il posto di mio padre che ormai è anziano e non ha più voglia di partecipare alle processioni. Rappresentare il Cireneo durante i Riti della Settimana Santa è impegnativo, nel senso che bisogna prestare attenzione al ritmo, e interpretare bene il personaggio quando cade e si rialza. Mio nonno, che fu il primo cireneo della famiglia, mi disse: per favore, fai credere che la croce che porti è pesante, e che fai fatica a portarla”.

Gli chiediamo quale sia la motivazione che lo porta a rinnovare ogni anno la tradizione: “È una devozione familiare. Ma partecipo ogni volta alle processioni con l’intenzione e una preghiera da chiedere al Signore, che riguarda me e i miei cari”.

Il Cireneo conclude: “Noi che portiamo la croce in processione non ci facciamo pubblicità, per questo non riveliamo né i nostri volti né la nostra identità. È una sorta di vocazione, un servizio che offriamo con tutta la fede che abbiamo, senza chiedere nulla in cambio”.


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