Storia e misteri del Santuario di San Vivaldo – .

Storia e misteri del Santuario di San Vivaldo – .
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La nostra penisola è costellata di storie passate inosservate, storie minori ma alla portata solo del grande pubblico. Ciò che stiamo per raccontarvi è allo stesso tempo sorprendente e al limite dell’ignoto. Siamo a San Vivaldo in Toscana, in uno splendido lembo di rigogliosa campagna toscana. Il salto indietro che dobbiamo fare ci porta agli inizi del 1500: all’epoca esisteva un luogo che rappresentava una riproduzione fedele di Gerusalemme e che per un periodo fu preso d’assalto dai fedeli che giungevano in Toscana per il pellegrinaggio ufficiale.

Il Santuario che ci racconta questa storia è dedicato a Vivaldo Stricchi, un uomo che visse una vita di lusso ed eccessi, prima di cadere nella povertà e trovare penitente rifugio tra questi boschi secolari. Vivaldo si costruì una cella all’interno di un grande castagno, nella quale visse per circa 20 anni, finché all’interno non venne trovato morto nel 1325. Sul luogo del ritrovamento del corpo fu costruita prima una cappella, poi un eremo ed infine il Chiesa ancora ammirevole. Ma la storia di questo luogo non finisce qui: verso la fine del 1400 i frati francescani si stabilirono a San Vivaldo. Il periodo non era dei più idilliaci per l’istituzione della Chiesa: gli Ottomani avevano da poco conquistato Costantinopoli e il viaggio in Terra Santa era ormai a tutti gli effetti impossibile.

Così due francescani, Tommaso da Firenze e Cherubino Conzi, spinti dal momento particolarmente delicato, ebbero un’idea che ancora oggi rimane ineguagliata: costruire una riproduzione fedele di Gerusalemme attraverso un percorso che in origine comprendeva 34 cappelle e che ripercorreva la loro vita e passione di Cristo. I frati studiarono a lungo la topografia di queste colline e adattarono il complesso alla reale conformazione di Gerusalemme. E così, ad esempio, una collina rappresenta il Monte Calvario, mentre una zona pianeggiante rappresenta il Monte del Tempio.

Galleria fotografica

Gerusalemme © TT

Gerusalemme

Gerusalemme © TT

Come ci spiega Guido, la guida locale: “tutto qui è fatto come a Gerusalemme, il contenuto di ogni cappella è presentato come se fossero i luoghi di culto della Città Santa”. Cappelle che contengono pregevoli ed elaborate sculture della scuola dei Della Robbia, senza dubbio tra gli scultori più influenti dell’epoca. Vi invitiamo a guardarli in video per comprenderne la straordinaria complessità e il potere evocativo. Ma era un ramo proprio di Papa Leone.

Come aggiunge Guido: “il percorso che attendeva i pellegrini era realizzato in modo tale da poter essere compreso da tutti, studiosi e non”.
E questo grazie a scritte e piccoli accorgimenti che guidavano nella fruizione delle rappresentazioni scultoree del vario percorso.
Un complesso visitabile ancora oggi: delle 34 cappelle originarie, ne restano 18 ma l’atmosfera che si respira in questo luogo sacro merita ancora di essere vissuta, proprio come in un pellegrinaggio.

 
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