“È qui puntuale ogni sera” – .

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DiRiccardo Bruno

A Brescia nella struttura coperta più grande d’Europa. Feste di addio al nubilato e militari. Il proprietario: Non voglio i Rambo

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
LOGRATO (BRESCIA) – Andrea Colletti è felice come un bambino mentre consegna la carta d’identità all’ingresso. La moglie Ilaria era sicura che il regalo di compleanno gli sarebbe piaciuto. E, visto che c’era, si è unita anche lei, insieme al figlio Francesco, da poco maggiorenne, e alla sorella Gaia. Il regalo consiste in un paio d’ore di riprese, con armi vere, in un poligono.

Andrea è un operaio: «L’ho già fatto durante il servizio militare e ho voluto riprovarci. L’idea di prendere il porto d’armi mi stuzzicava da un po’, con tutto quello che senti in giro…”. Sua moglie Ilaria non ha altri progetti se non divertiti: «La mia è semplice curiosità. Non ho mai tenuto una pistola in mano”.

Sabato mattina, Lograto, campagna e magazzini non lontano da Brescia. Gunbank è il poligono di tiro indoor più grande d’Europa, 22mila metri quadrati, 7 diverse aree di ripresa150 armi disponibili di tutti i tipi e calibri, dalle pistole ai fucili, puoi colpire un bersaglio fino a 300 metri. «Abbiamo una clientela eterogenea, cacciatori, sportivi, appassionati, curiosi. Vengono ad addestrarsi anche diversi corpi militari”. spiega il titolare Enrico Gamba, storica famiglia di produttori di armi (“La nostra azienda è nata 275 anni fa”), che quasi tre anni fa ha rilevato prima l’armeria e poi l’enorme struttura sotterranea. Una serie infinita di bunkeral quale si accede da un ingresso posto al centro tra un ristorante e un negozio di abbigliamento.

Senza porto d’armi

Gamba introdusse una grande innovazione e la chiamò «Rent and shoot». Chiunque, anche senza porto d’armi, può acquistare un pacchetto che comprende pistola e proiettili. E, sempre seguito da un istruttore, potrai sperimentarne l’effetto. Noleggiare una Beretta calibro 22 e sparare 50 colpi costa 59 euro, con una 44 Magnum costa 90 euro, 10 colpi con un fucile di precisione sono poco meno di 100 euro. L’anno scorso nel poligono di Lograto sono entrati in trentamila, tra esordienti e fedelissimi, dirigenti e operai, giovani e meno giovani.

“C’è un professore di 89 anni che viene tutte le sere. Molte sono donne, direi il 40% – spiega Gamba -. Per coloro che non hanno mai tenuto in mano una pistola, diamo innanzitutto un breve corso sui fondamenti. Ci teniamo a garantire la massima sicurezza”. In Italia (dati riferiti al 2022) sono 1.237.912 le licenze d’arma in vigore: la maggioranza (609.527, ma in costante diminuzione) sono rilasciate per la caccia, quelle per uso sportivo crescono invece (574.842), a cui si aggiunge una piccola quota riservata alle guardie giurate (41.535) e una ancora più piccola (12.008, meno dell’1%) per la difesa personale. Chi ha un’arma e vuole esercitarsi non può che venire qui o in uno dei 440 poligoni presenti in Italia.

In famiglia

Adriano e Michele Cordini sono padre e figlio, titolari di una nota catena di birrifici del bresciano. Passione condivisa. «Ha iniziato mio figlio a 18 anni con il softair. L’ho accompagnato”, racconta Adriano, mentre ripone la pistola nella valigetta, obbligato a portarla a casa. Alla fine ci ha preso gusto anche lui. «Mio padre è migliore di me adesso» assicura Michael. Il padre sorride e non lo contraddice. «Amo tutti gli sport, dal tennis, ai motori, ai cavalli – aggiunge -. Girare mi aiuta a scaricare la tensione, lavori fino alle 2 di notte, incontri tutti i tipi di persone. A volte vorresti reagire ma non puoi, questo è uno sfogo piacevole”.

Anche Roberto e Alessandro Guiscardi sono padre e figlio, il primo magazziniere, il secondo ricercatore universitario sull’intelligenza artificiale. «Veniamo spesso nei fine settimana. È una passione come le altreche obbedisce alle tecniche che devi conoscere. Come il biliardo”. Dicono di aver partecipato anche ai campionati italiani “ex ordinanza”, armi adottate dalle forze armate fino al 1955. E di ricaricare i proiettili.

“Questa è anche la bellezza delle riprese.” È il secondo livello di passione: riutilizzare i bossoli e realizzare munizioni in casa. Non è per tutti, occorre avere una certa dimestichezza con polveri e primer. I vantaggi sono economici (si risparmia se si spara frequentemente) e soprattutto nei livelli di precisione e accuratezza più elevati rispetto alle cartucce commerciali. Così fa anche Paolo (“senza cognome”), metalmeccanico, che spara da 12 anni e che esce dal poligono con una custodia ingombrante. «È un fucile finlandese, mi alleno sulla linea dei 300 metri due o tre volte al mese. Ho imparato da solo come ricaricare le cartucce.

Sicurezza

A metà mattinata si sono presentati all’ingresso anche due poliziotti in divisa. Nessun controllo, chiedono informazioni per venire a girare fuori dal servizio. «Tra i nostri clienti abbiamo molti appartenenti alle forze dell’ordine, ma anche magistrati — conferma Gamba —. Inoltre organizziamo corsi di formazione per la polizia locale, team building per aziende, corsi di difesa rivolti alle donne, insegniamo ad esempio come usare lo spray al peperoncino ma anche come gestire l’aspetto psicologico in caso di difficoltà”.

La sua idea è quella di rendere il poligono molto più di un poligono di tiro, ma un centro di sicurezza. Anche se a volte ti ritrovi di fronte a qualcuno che non vuoi. «Non accettiamo gruppi che vogliono portare il proprio allenatore, vogliamo controllare noi stessi chi entra – spiega Gamba -. Chiediamo a chi pratica softair di non presentarsi con giubbotti o abiti militari, e semmai di cambiarsi all’interno, per non allarmare la gente. Abbiamo anche ricevuto la richiesta di sparare con pistole e occhiali per la visione notturna. Abbiamo detto no perché la richiesta ci sembrava strana, certe cose dovrebbero farle solo le forze dell’ordine. Non vogliamo creare Rambo».

Una gamma per interni, come questa, consente un maggiore controllo rispetto a quelle per esterni, dove è più difficile tenere d’occhio ciò che accade una volta che sei all’interno. Danilo Alinovi è uno dei 18 istruttori di Gunbank. «Lo faccio professionalmente da 4 anni, prima lavoravo come armaiolo. Ho visto di tutto, dall’esperto che ne sa anche più di te alla semplice casalinga. Qualcuno viene da noi con l’idea di prendere il porto d’armi, perché vorrebbe tenere un’arma in casa. Spieghiamo loro tutto il percorso da intraprendere e che non è una scelta da prendere alla leggera”. Aggiunge Gamba: «Chi conosce le armi sa bene che non ci si deve fidare di loro».

Sport e adrenalina

Al poligono troverai molti che sperimentano il tiro come qualsiasi altro sport. Come Manuel Binetti, giocatore italiano di basket in carrozzina, che arriva con il suo fucile. «Il basket è una disciplina di squadra, di contatto, il tiro dà la possibilità di sfogarsi, ha più a che fare con la psicanalisi».
Ivano Viviani è titolare di un’impresa artigiana. Ha il porto d’armi per uso sportivo e un piccolo arsenale in casa, compreso il fucile da caccia lasciatogli dal padre.

«Vado al poligono un paio di volte a settimana, mi piace puntare sulla precisione, vedere i miglioramenti, sentire l’adrenalina».

Giù nel bunker, anche se il rumore arriva attutito dalle pareti insonorizzate, ogni scatto ha un certo effetto se non ci sei abituato. Figuriamoci con un’arma in mano. «Gli istruttori ti seguono per questo – spiega Gamba -. Solo una volta ci è capitato che una ragazza venuta per un addio al nubilato fosse così nervosa che le abbiamo consigliato di non proseguire”.

Gaia Spagnola, laureata in sociologia, è la sorella di Ilaria, colei che ha fatto il regalo al marito. Oggi per lei sarà la seconda volta. «La prima è stata negli Stati Uniti, un amico mi ha chiesto se volevo provare. Successivamente mi sono subito chiesto come sia possibile impugnare un’arma per sparare ad un essere vivente”.

14 aprile 2024 (modificato il 14 aprile 2024 | 10:39)

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