REGGIO EMILIA – La Giunta regionale dell’Emilia-Romagna è contraria alla chiusura o alla fusione del Dipartimento Prevenzione Crimine della Questura di Reggio. Lo ha detto e lo ha messo per iscritto il sottosegretario alla presidenza della Regione, Davide Baruffi, rispondendo ad una domanda della consigliera reggiana Stefania Bondavallifirmato anche dal mio collega Andrea Costa. L’allarme era stato lanciato nei giorni scorsi da sindacato operatori di polizia Siulp, dopo un incontro con il questore Vittorio Pisani. Allora se ne era ipotizzato uno riorganizzazione che comprende anche il chiusura di uno dei due Dipartimenti di Prevenzione della Crimine presenti nella nostra regione, quello denominato “Emilia Occidentale”, che ha sede a Reggio. L’altro, con sede a Bologna, continuerebbe ad operare.
IL Lavoro portato avanti dal Dipartimento Prevenzione Crimine di Reggio, afferma la Regione, “è estremamente utile e particolarmente apprezzato nelle province di Reggio, Modena, Parma e Piacenza”. Il Consiglio condivide quindi le preoccupazioni espresse dalla SIULP e dall’assessore Bondavalli e”intende esprimere al Ministero dell’Interno la ferma contrarietà ad ogni ipotesi di soppressione, ridimensionamento o accorpamento del Dipartimento”.
Sono una cinquantina gli agenti di polizia coinvolti: si tratta di agenti specializzati nel controllo del territorio, con funzioni operative e di supporto agli altri dipartimenti delle questure di Reggio, Parma, Piacenza e Modena e a quella di Mantova. Soddisfatta Stefania Bondavalli della risposta: “Dalla Regione Emilia-Romagna – commenta – arriva un messaggio molto chiaro a chi parla di sicurezza come un dogma, ma che poi, per ragioni di razionalizzazione della spesa pubblica, pensa di eliminare operatori qualificati personale impegnato nella tutela dei cittadini”.
La pensa allo stesso modo il segretario provinciale del Siulp Aldo Aragiusto, ribadendo: “Chiudere il Dipartimento Prevenzione Crimine di Reggio Emilia è un errore. Indebolire il controllo del territorio equivale a indebolire l’attività investigativa e di conseguenza rafforzare la piccola criminalità, le mafie, lo spaccio di droga e tutte le attività illecite”.
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