Il Papa nomina Gherardo Gambelli nuovo arcivescovo di Firenze. Parroco della città, è stato missionario in Ciad e cappellano in carcere

Il Papa nomina Gherardo Gambelli nuovo arcivescovo di Firenze. Parroco della città, è stato missionario in Ciad e cappellano in carcere
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CITTÀ DEL VATICANO. È in pensione a Firenze Giuseppe Betori, uno degli ultimi cardinali alla guida di una diocesi particolarmente vicina al cardinale Camillo Ruini, presidente della Conferenza episcopale italiana dal 1991 al 2007. Papa Francesco sceglie come suo successore un parroco della città, monsignor Gherardo Gambelli, già missionario in Ciad e cappellano in carcere. Tifoso della Fiorentina, il nuovo pastore assicura: «Sarò sempre vicino a chi viene rifiutato dalla società».

Il Pontefice ha quindi accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Firenze presentata da Betori per raggiunti limiti di età. Jorge Mario Bergoglio ha poi nominato Gherardo Gambelli, del clero della stessa arcidiocesi, finora parroco della Madonna della Tosse a Firenze.

Gambelli ha 54 anni, è nato il 23 giugno 1969 a Viareggio in provincia e Arcidiocesi di Lucca, ed è stato ordinato sacerdote per l’Arcidiocesi di Firenze il 2 giugno 1996. Ha ricoperto i seguenti incarichi e compiuto studi ulteriori: Vicario Parrocchiale di Santo Stefano in Pane a Rifredi (1996 – 2007); Licenza in Teologia Biblica presso la Pontificia Università Gregoriana a Roma (2000); Amministratore della Parrocchia di Sant’Andrea in Cercina (2000-2006); Dottorato presso la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale (2007); parroco in solido moderatore dell’Immacolata e di San Martino in Montughi (2007-2011). Dal 2011 al 2022 è stato sacerdote fidei donum in Ciad dove ha ricoperto i seguenti incarichi: parroco della Sainte Joséphine Bakhita nell’arcidiocesi di N’Djaména e responsabile della pastorale vocazionale, insegnante nel Seminario maggiore nazionale Saint Luc di Bakara e Cappellano del carcere di N’Djaména (2011 – 2017); membro del Collegio dei Consultori di N’Djaména (2013 – 2016); Parroco della Cattedrale di Sant’Ignazio, responsabile della Pastorale giovanile e Cappellano delle carceri nel Vicariato Apostolico di Mongo (2018 – 2022). Dal 2019 al 2022 ha assunto anche l’incarico di vicario generale. Rientrato a Firenze, dal 2023 è parroco della Madonna della Tosse. È anche cappellano del carcere di Sollicciano.

A Firenze l’annuncio è stato dato dall’arcivescovo uscente Betori, nella cattedrale di Santa Maria del Fiore. L’ordinazione del nuovo vescovo avrà luogo il 24 giugno. Come Chiesa fiorentina «siamo molto grati al Santo Padre per la scelta di un sacerdote fiorentino come mio successore sulla cattedra dei santi Zanobi e Antonino». La figura “di don Gherardo – ha aggiunto – è perfettamente in linea con il cammino della Chiesa oggi sotto la guida di Papa Francesco: per questo direi che rafforza ulteriormente il legame con la Chiesa di Roma, con il Papa” . Gambelli è un sacerdote «che conosciamo bene, per una solida spiritualità biblica che è l’anima di tutto ciò che ha fatto: un sacerdote che si è misurato con la concretezza della vita pastorale della nostra diocesi sia come vicario parrocchiale che poi per due volte come parroco. È un sacerdote attento alla dimensione delle periferie, come ama dire il Papa: periferie geografiche, come missionario in Africa, periferie umane, con attenzione al carcere”; quindi, “mi sembra molto bello che possa riunire queste dimensioni spirituale, pastorale e di servizio agli ultimi, e che ora possa tradurre tutto questo in un governo illuminato della nostra diocesi”. Inoltre è il “quinto vescovo, da quando sono qui, che la Chiesa fiorentina dona alla Chiesa universale: questa volta lo abbiamo tenuto “in casa”. L’aver proposto al Santo Padre cinque preti fiorentini in 15 anni che potrebbero assumere la guida di una diocesi mi sembra significhi che il Papa ha molta fiducia nella Chiesa fiorentina e nel cammino che abbiamo fatto in questi 15 anni”.

Il sindaco di Firenze Dario Nardella esprime «i più felici auguri» per la nomina di Gambelli a nuovo arcivescovo di Firenze e un «ringraziamento sincero» al precedente arcivescovo Betori: «Ringraziamo sentitamente il cardinale Betori per il grande lavoro svolto a Firenze in tutti questi anni, un lavoro che ci ha portato spesso a collaborare fianco a fianco, come ad esempio per la visita del Papa nel 2015 o per la conferenza dei vescovi del Mediterraneo nel 2022. Con Betori siamo sempre stati in sintonia per il bene di Firenze , ho sempre apprezzato i suoi consigli e il suo interesse per la vita cittadina e allo stesso tempo ho sempre ascoltato il suo pensiero con rispetto, stima e fiducia. Spero di poter incontrare presto Gambelli di persona. Il suo profilo di religioso sempre vicino agli ultimi, con grande esperienza di missionario e di sacerdote dei carcerati di Sollicciano, è in linea con l’anima più vera della nostra città dove abbiamo e difendiamo una comunità solidale che non dimenticare di aiutare gli altri. Questa sua esperienza, inoltre, non può che essere di grande conforto e anche un faro in un momento di così grande conflitto globale”. Da parte sua «gli auguri di buon lavoro, con la certezza di una proficua collaborazione nell’interesse della città».

Per Gambelli “la scelta di un sacerdote fiorentino è un grande segno di fiducia del vescovo di Roma nei confronti della nostra diocesi”. Lo dice nella cattedrale di Santa Maria del Fiore dopo l’annuncio della sua nomina: «Cari fratelli e sorelle della Chiesa fiorentina e di tutti voi, uomini e donne, che vivete nel suo territorio. Penso che si possa facilmente immaginare lo “tsunami” di sentimenti, emozioni, pensieri che si sono mossi nel mio cuore dal giorno in cui il Nunzio mi ha espresso il desiderio di Papa Francesco di nominarmi Arcivescovo di Firenze”. Ha percepito «una chiamata di Dio – rivela – a rendermi ancora più disponibile a ricambiare l’immenso dono del Vangelo». Gambelli ha ringraziato Betori per il suo contributo alla vita della Chiesa fiorentina negli ultimi 15 anni, sottolineando che “la sua decisione di restare a Firenze come vescovo emerito ci riempie di gioia”. Il nuovo Arcivescovo ritiene «che la pastorale delle carceri sia una priorità per la Chiesa, perché l’attenzione alle persone che soffrono, che vivono in questi contesti, è veramente un modo di vivere la fedeltà al Vangelo. Chi ha sbagliato deve pagare per quello che ha fatto, ma bisogna rieducare, e questa è una sfida importante: se riusciamo a rieducare veramente le persone, e poi a farle rientrare nella comunità, io Sono convinto che ciò porterà un grande beneficio per tutta la nostra società”. Nel suo intervento alla cerimonia di proclamazione della sua nomina, Gambelli rivolge «un saluto ai fratelli e alle sorelle detenuti, in particolare a quelli del carcere di Sollicciano dove ho svolto il mio ministero di cappellano durante questo anno pastorale. Anche se non potrò continuare a visitarvi regolarmente, non dimenticherò le parole della Scrittura che dicono: “Ricordate i prigionieri come se foste loro compagni di prigionia”. Con l’aiuto del Signore mi impegnerò, come vescovo, ad essere attento alle vostre esigenze, come a quelle di tanti fratelli e sorelle spesso dimenticati e scartati dalla nostra società”. Egli auspica di “poter condividere la ricchezza dell’esperienza missionaria, e quindi rispondere ancora meglio a ciò che il Papa ci chiede, la conversione missionaria della Chiesa in questa spinta verso le periferie, proprio perché è così che si vive la bellezza del Vangelo”. Secondo Gambelli, «le chiese giovani ci insegnano soprattutto la capacità di vivere la fedeltà al Vangelo anche in condizioni in cui non ci sono molti sacerdoti, ed è un problema della nostra diocesi: c’è un maggiore coinvolgimento dei laici che prendono responsabilità. Tutto ciò garantisce che la Chiesa sia veramente viva. È un po’ come riscoprire la Chiesa delle origini, piccole comunità vissute con fedeltà e soprattutto attenzione al contesto in cui si trovano, per cercare davvero di impegnarci fianco a fianco nella costruzione di un mondo nuovo”. Alle istituzioni cittadine Gambelli esprime «la ferma volontà di continuare a lavorare fianco a fianco per la costruzione di una società più giusta e solidale, con attenzione e rispetto per la dignità di ogni persona, soprattutto quella più povera ed esclusa. Di fronte alla minaccia dell’espansione delle guerre nel mondo, ci sentiamo più che mai sfidati alla responsabilità di lavorare con più coraggio e tenacia per la pace, che si costruisce prestando attenzione ai gesti quotidiani di perdono e di riconciliazione”.

Scrive sui social il governatore toscano Eugenio Giani: «Con immensa gratitudine al cardinale Giuseppe Betori per il suo lungo e devoto servizio alla comunità fiorentina, accogliamo con gioia e fiducia il nuovo arcivescovo, Gherardo Gambelli. A lui, uomo di profonda fede ed esperienza missionaria, auguriamo di portare avanti con zelo il compito di guida pastorale nella nostra amata Firenze. Possa il suo ministero essere fonte di ispirazione e di unità per tutta la nostra comunità”.

La sensibilità verso i più bisognosi e le “periferie” sociali ed “esistenziali” resta un principio cruciale nelle scelte dei vescovi di Jorge Mario Bergoglio. E il Papa conferma una delle linee intraprese nel pontificato per individuare nuovi pastori, provenienti da città più o meno grandi: cercarli e trovarli nella diocesi stessa o nelle diocesi più piccole vicine. Magari in parrocchia. Dinamiche simili sono condivise, ad esempio, dalle nomine di monsignor Mario Delpini a Milano, Roberto Repole a Torino, Domenico Battaglia a Napoli, Corrado Lorefice a Palermo, Jorge Ignacio García Cuerva a Buenos Aires, Luc Terlinden a Bruxelles. E ora Gherardo Gambelli a Firenze.

Tag: Papa nomina Gherardo Gambelli arcivescovo Firenze Parrocchia sacerdote città missionario Ciad cappellano prigione

 
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