L’altra Puglia si scopre pedalando, nel Salento 300 chilometri di turismo lento – .

L’altra Puglia si scopre pedalando, nel Salento 300 chilometri di turismo lento – .
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Più turisti che abitanti. In Italia, secondo le previsioni di Demoskopika, quest’estate sono attesi 68 milioni di visitatori, per un totale di 267 milioni di pernottamenti. Può essere una fortuna o una sfortuna: dipende dalla loro concentrazione nel tempo e nello spazio e dalla nostra capacità di accoglienza. Possono rendere invivibili alcune spiagge e città d’arte e allo stesso tempo condannare all’abbandono borghi e paesaggi rinascimentali che in altre aree del mondo sarebbero formidabili attrattori turistici. Oppure potranno essere distribuiti in modo più fluido, alimentando il recupero delle aree interne, la riscoperta di percorsi ricchi di fascino e finora poveri di marketing.

In quest’ultima direzione ha fatto un passo il Salento, un’area dove il turismo non manca di certo ma che punta a ricalibrarlo allontanandosi dallo stereotipo “sole, mare, vento e pizzica”. Presentata oggi la ciclovia del Salento Ionico: un percorso lungo 305 chilometri ma alla portata di tutti perché suddivisibile in tappe non troppo impegnative. Gli anelli sono cinque, ognuno dei quali percorribile in giornata, magari con una e-bike per chi non si sente molto allenato. E per ognuno una app indica i castelli, le chiese, i musei e le riserve visitabili lungo il percorso.

Il successo del turismo su due ruote, che cresce anno dopo anno e assicura ormai all’Italia un fatturato annuo di 5,5 miliardi di euro, si spiega proprio con un ampliamento dell’offerta che consente approcci diversi. Lo stesso percorso può essere percorso con spirito agonistico, per battere un record; oppure con spirito sportivo, per mettere alla prova il proprio fisico; ma anche con spirito gaudente, per assaporare paesaggi e vini su una bici elettrica che permette di dosare la fatica, mantenendola entro la propria personale soglia di accettabilità.

Interpretata così, la bicicletta diventa uno strumento di avvicinamento al paesaggio, anzi la possibilità di scoprire paesaggi che a 80 km/h con le auto che sfrecciano ti anestetizzano. Al ritmo della pedalata compaiono gli antichi volumi delle masserie che in macchina si riducono a un punto fugace; filari di negramaro di cui si può ipotizzare il punto di maturazione immaginando i sapori del vino che verrà; piccoli tratturi e, entrando in città, le forme avvolgenti del barocco leccese.

“Abbiamo creato percorsi flessibili non solo dal punto di vista dell’impegno fisico, ma anche stagionale”, spiega Sebastiano Venneri, presidente di Vivilitalia, la società specializzata in turismo ambientale che ha realizzato il percorso grazie alla Green Community Progetto Ionico-Adriatica (capofila Comune di Nardò) e ai fondi PNRR. “Possiamo immaginare ogni percorso come un rettangolo con due lati lunghi paralleli, uno sul mare, l’altro 6-7 chilometri verso l’interno. Al di fuori della piena stagione balneare si possono apprezzare al meglio entrambi i versanti; nei momenti di maggiore affollamento quello interno può fungere da rifugio: sono paesaggi meno conosciuti e capaci di grandi sorprese”.

Parco Puntapizzo - Foto di Roberto Guido
Parco Puntapizzo - Foto di Roberto Guido
Parco Puntapizzo – Foto di Roberto Guido

“La Ciclovia del Salento Ionico apre le porte ad un nuovo capitolo del turismo sostenibile per l’intero Salento, con la possibilità di incrementare le presenze sul territorio provinciale, soprattutto in quelli che sono periodi considerati di bassa stagione come la primavera e l’autunno che per il settore Però sono i periodi più intensi e in cui si pedala di più”, aggiunge Stefano Minerva, presidente della Provincia di Lecce. “La pista ciclabile non è solo utile per i 10 Comuni che hanno potuto unirsi, ma è un’infrastruttura che arricchisce l’offerta turistica dell’intero Salento e della Puglia”.

Occorre però saper raccontare e promuovere l’offerta turistica, utilizzando il linguaggio di chi utilizza questa grande infrastruttura ciclistica. Per questo motivo gli organizzatori del percorso hanno deciso che è meglio imparare facendo. Tour operator, proprietari di B&B e gestori di alberghi sono stati chiamati ad allenarsi pedalando lungo i 305 chilometri del percorso. Con il sudore sono arrivate alcune idee.

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