“No a contributi dirottati ad associazioni prive di competenze socio-sanitarie” – .

Laiga, Ginecologi e ginecologi per tutelare l’applicazione della legge sull’aborto: “Se vogliamo dare un aiuto concreto alla maternità dopo il parto, sarebbe più sensato investire questi soldi per rimediare ai gravi tagli al personale sanitario degli ultimi anni che causano inefficienze alla cittadinanza, ovvero nei servizi sociali, negli asili nido e nella lotta alla disoccupazione”.

24 APRILE

“Laiga esprime profondo dissenso verso l’art. 44 bis capo 10 del titolo II modifica del Pnrr (relativo alla legge 194), che rafforzerebbe l’inserimento di persone prive di qualificazione o qualificazione scientifica nell’ambiente socio-sanitario (ambulatorio o ospedale), dando loro in concreto nuove possibilità intercettare donne e altri soggetti liberi mentre godono del diritto alla salute, in violazione del diritto alla privacy”.

È quanto si legge in una nota di Laiga, Ginecologi e ginecologi a tutela dell’applicazione della legge sull’aborto.

“Si ricorda inoltre che l’ambulatorio, dove operano persone dotate di specifiche competenze (assistenti sociali, psicologi e psicologi, ostetriche e ostetriche, ginecologi e ginecologi, infermieri e pediatri), nel rispetto dell’art. 5 della Legge 194/78, esamina già con la donna o l’interessato le possibili soluzioni ai problemi proposti, nel tentativo di rimuovere le cause che porterebbero all’interruzione della gravidanza; si occupa già di promuovere ogni opportuno intervento volto a sostenere la persona, offrendole tutto l’aiuto necessario sia durante la gravidanza che dopo il parto. Si precisa che in base all’art. 2. I consulenti, sulla base di specifici regolamenti o convenzioni, possono avvalersi, per i fini stabiliti dalla legge, della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e associazioni di volontariato, che possono aiutare anche la maternità difficile dopo il parto. Sottolineiamo che si tratta di sostegno alla maternità dopo la nascita.

Non siamo inoltre d’accordo che, con un Servizio Sanitario al collasso, i contributi del Pnrr vengano dirottati verso associazioni prive di competenze in campo socio-sanitario, invece di essere utilizzati per rafforzare le valide strutture esistenti, che sono (a questo punto viene da chiedersi: volutamente ?) permettendogli di decadere. Se vogliamo dare un aiuto concreto alla maternità dopo il parto, sarebbe più sensato investire questi soldi per rimediare ai gravi tagli al personale sanitario degli ultimi anni che provocano inefficienze per i cittadini, oppure ai servizi sociali, agli asili nido e alla lotta alla disoccupazione” , conclude la nota.

24 aprile 2024
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