“Scendono in campo i candidati di ‘Viva’ e ‘Davvero’? Non credo che Festa abbia fatto tutto da solo” – .

Oggi, in piazza della Libertà, presso il comitato di Antonio Gengaro, candidato sindaco del fronte progressista “Campo Largo”, si è svolto l’incontro denominato “l’autoconvocazione per riflettere sul 25 aprile”. “Voglio solo ricordare una cosa: Avellino era anche una città di antifascisti. Innanzitutto Guido Dorso, al quale poi fu negata la direzione del Corriere dell’Irpinia, e poi voglio ricordare anche tre padri della nostra storia arrestati dopo l’8 settembre: il professor Federico Biondi, Antonio Maccanico e Camillo Marino. Lottarono per la democrazia e la libertà e furono incarcerati nel nostro carcere borbonico. Tutto questo mondo è idealmente dietro di me, dietro di noi. Spero di avere l’orgoglio, la dignità, la profondità per poter rappresentare tutto questo”.

Il discorso, ovviamente, si è subito spostato sulla candidatura a sindaco: “Mi sono candidato per contrastare l’ex sindaco Festa dove si era riproposta una condizione normale per le elezioni. C’è una questione morale enorme che è caduta sulla città di cui abbiamo parlato Avellino, una città che si era chiusa in se stessa, era stata ridotta a una dimensione di autoreferenzialità, ‘una grande città’. Parliamo anche di un calo demografico preoccupante per la nostra provincia, per la nostra città: oggi abbiamo 52mila abitanti. Dobbiamo fare un lavoro molto profondo, dal basso verso l’alto, in prospettiva, nel medio o lungo termine, perché non esiste una formula magica, ma al centro della mia azione politica ci sarà il futuro dei giovani, il lavoro, il miglioramento delle le condizioni sociali della città. C’è una città che definisco ‘la città del disagio’, che ha bisogno di non sentirsi sola; deve avere al suo fianco le istituzioni, il Comune, il Piano d’Ambito, l’ASL; l’ospedale, quindi bisogna fare rete tra queste montagne perché solo insieme, con una classe dirigente, possiamo risolvere problemi che fanno tremare le vene e i polsi”.

Ieri i candidati di “Viva” e “Davvero” hanno confermato il loro ingresso in campo anche senza la presenza dell’ex sindaco: “Sono tutti personaggi che in questi anni non si sono visti, non hanno sentito, non hanno parlato. .. Festa ha fatto tutto da solo? Solo Festa ha determinato questa condizione? E che dire degli altri che erano al suo fianco, soprattutto con lui? che non capiscono. Festa è il capro espiatorio di questa vicenda, ma Festa aveva dei complici, aveva dei seguaci. Mi dispiace molto per la situazione nella mia città, voglio dare un segnale di speranza. La magistratura non ha solo colpito Festa, una magistratura a orologeria, c’è stata una bella inchiesta e c’è una bella inchiesta sull’Alto Calore. In Italia abbiamo la presunzione di innocenza garantita dalla Costituzione fino a prova contraria Quindici, destituiti per camorra. Una condizione nella quale uno come me, che ha una certa esperienza, una certa competenza in materia amministrativa, probabilmente viene chiamato proprio in questo contesto, ma l’ho detto, non sono il signor Wolf. Pulp Fiction’, non posso risolvere i problemi da solo, ho bisogno di essere accompagnato prima di tutto dalla mia comunità, dagli avellinesi e poi da una classe dirigente che si faccia carico dei problemi della città di Avellino, insieme a me” .

IL Il prefetto Paola Spena Saluta Avellino, sarà commissario straordinario per il recupero dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Antonio Gengaro non sembra averne un buon ricordo: «Avrebbe potuto fare qualcosa di più, non aspettare le interrogazioni parlamentari, impegnarsi in alcune questioni di legalità e trasparenza all’interno di un ente locale. Il principio di legalità, il principio di trasparenza, sono esuli dal Comune di Avellino e quindi è la prima cosa che va denunciata. Il Comune deve tornare ad una casa di vetro, i cittadini devono sapere, ogni giorno, cosa fanno i loro amministratori, quali decisioni prendono, di quali interessi si occupano. Mi prenderò cura dell’interesse pubblico dei cittadini, mi batterò per un cambio di mentalità. Nell’interesse pubblico in quel quadro c’è anche la capacità di risolvere il problema individuale, perché le persone più bisognose, quelle meno fortunate, devono essere aiutate dalla comunità, dalla comunità. amministrazione, su questo non ci sono dubbi, ma non ci sono privilegi, non devono esserci scorciatoie. Dobbiamo essere una città aperta al dialogo. C’è una rete di relazioni da ricostruire. C’è una squadra qui, non un solo uomo al comando. Io sono il rappresentante di un’alleanza di partiti, partiti tradizionali, storici, che hanno statuti, che hanno codici etici, quindi sono il sindaco in questo contesto. Poi c’è il meglio dell’associazionismo e della cultura avellinese-irpinesi. Sono in questo contesto”.

Il candidato sindaco del fronte progressista, in chiusura, si rivolge duramente a D’Agostino e Petitto. Quest’ultimo, in particolare, viene definito ‘il chiaro esempio del trasformista’: «Ovviamente credo che molti elettori disillusi di Festa non saranno di destra, né si chiuderanno nel trasformismo, né potranno sostenere quelli che erano con Festa e che oggi scappano fingendo di non essere stati negli ultimi anni nella città di Avellino. Per citarne due, D’Agostino si è inserito nella cornice di Forza Italia, fino a sei mesi fa era con Festa, e Petitto Ma Petitto quante forze politiche, quante componenti ha cambiato nella sua vita? È proprio l’esempio del trasformismo politico. Se si volesse definire un trasformista, cos’è un trasformista? gentiluomini. Penso che questi penseranno prima agli interessi della città di Avellino e poi ad altre convenienze”.

 
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