Portici, «abusi edilizi» nella villa vesuviana: Caramiello, deputato 5 Stelle, nei guai. Chi attacca: è furia – .

Abusi edilizi in una delle Ville Vesuviane del XVIII secoloprovvedimento di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi notificato al il deputato del Movimento 5 Stelle Alessandro Caramiello. È il nuovo “caso” che arriva da Portici e al quale fa riferimento apportate alcune modifiche all’interno e all’esterno di un appartamento in Villa Galloin corso Garibaldi, dove il parlamentare vive insieme ai genitori.

Tutto parte da una denuncia anonima nel 2021, a seguito della quale è stato effettuato un sopralluogo. Nell’abitazione è stata rilevata la presenza di un soppalco estraneo alle visure catastali e di una struttura leggera in ferro a copertura della zona di accesso al terrazzo a livello che è stata sequestrata e, nel 2022, temporaneamente liberata. La struttura è stata successivamente rimossa. Il soppalco, della superficie di 18 mq e suddiviso in due ambienti, era già presente negli anni Novanta e da allora vi è rimasto, nonostante l’invito. Ma la storia degli abusi non era finita. Ad un’altra denuncia fece seguito un ulteriore sopralluogo nel 2023. In quell’occasione si constatò che due stretti balconi, detti “alla romana”, erano stati sostituiti da un unico balcone e che una finestra era stata trasformata in vano di accesso al balcone. .

Una segnalazione fatta dal Comune di Portici alla Soprintendenza è datata 8 aprile 2024. Nel documento si fa esplicito riferimento ad un elenco di violazioni ed abusi edilizi presenti all’interno dell’immobile. Nel dettaglio si parla di “un soppalco, due balconi, un vano finestra”, per i quali l’Autorità ha emesso ordini di demolizione, oltre ad alcune sanzioni. Anche se, nel corso del sopralluogo del 10 aprile, è emersa la presenza di un’ulteriore finestra realizzata senza alcuna autorizzazione. Che ha generato una nuova visita della polizia municipale lo scorso 17 aprile. Poco prima Caramiello si era affidato ad un perito di parte, un ingegnere, il quale, nella sua relazione, aveva affermato che i balconi erano stati realizzati prima del 1942. Il Comune di Portici ha risposto che le osservazioni del professionista non erano sufficienti a stabilire la legittimità di quelle che, in Restano infatti gli abusi. E l’ordinanza è rimasta in vigore. Rispetto al provvedimento i proprietari dell’appartamento, i genitori del deputato, hanno presentato ricorso al TAR e l’udienza è stata fissata al 19 novembre.

Intanto arriva la replica dell’esponente M5S, che attacca: “La mia famiglia non si lascia intimorire, mostratevi la faccia”, riferendosi ad una sorta di accanimento perpetrato nei suoi confronti. Una furia di carattere politico. «Villa Gallo, una delle 31 ville vesuviane settecentesche di Portici, è diventata il centro del mondo per l’amministrazione comunale della città della Reggia – riferisce – Le visite dei tecnici e della polizia municipale alla villa non si contano più fatta costruire dal Presidente del Tribunale di Napoli, Domenico Viola, nel 1751. Forse perché vi abita l’Onorevole Caramiello con i suoi genitori anziani e malati?

Il parlamentare precisa: «Il Movimento 5 Stelle di Portici chiede da anni all’amministrazione un’operazione di trasparenza e legalità volta a intercettare tutti gli episodi di abusivismo edilizio e non solo: dalle ville settecentesche demolite a colpi di spugna a un mercato con numerosi venditori illegali. In un Comune dove, superata una certa politica, l’illegalità regna sovrana, mi sorprende l’attacco mediatico che mi ha visto protagonista nelle ultime ore. – Queste accuse non cadono dal cielo – aggiunge – ma sono il frutto di un ordine di demolizione emesso, guarda caso, dal Comune di Portici, amministrazione che – prima come consigliere comunale e ora come deputato – si oppone quotidiano per la gestione sciagurata del sindaco». Poi entra nel dettaglio: «Innanzitutto va detto che l’immobile è stato acquistato negli anni ’70 dai miei genitori». Nel ’98 il Ministero decretò che la Villa fosse sottoposta a tutte le disposizioni in materia di tutela dei beni da tutelare. Successivamente, nel 2008, «dopo tante battaglie che hanno visto in prima linea la mia famiglia, sono iniziati i lavori di ristrutturazione di tutta la villa settecentesca, facendo seguito ad altri interventi presenti fin dagli anni Ottanta». Poi Caramiello si interroga: «Se l’intero sito è sottoposto al vincolo della Soprintendenza, e quest’ultima ha sempre rilasciato l’autorizzazione a procedere alla realizzazione degli interventi, perché il Comune si arroga il diritto di prevalere sull’ente competente? Cioè, se l’attore periferico del Ministero non ha mai rilevato difformità tali da rilasciare le autorizzazioni, perché l’amministrazione – solo a seguito di denunce anonime, guarda caso – ha deciso di prendere di mira la proprietà dei miei genitori ottantenni? ».

Riguardo alle contestazioni precisa inoltre: «Il tanto contestato “supplemento” (non certo presente nelle antichissime planimetrie) era presente al momento dell’acquisto dell’appartamento, e quindi ben prima che fosse posto il vincolo nel ’98, come può si evince anche dal verbale di un’assemblea condominiale del 1918. Analogamente, anche i due balconi in piperno risalgono ad un momento storico antecedente all’acquisto dell’immobile, poiché – come valutato dai tecnici del settore – il materiale lavico utilizzato risale al 19esimo secolo . Detto questo, la mia famiglia ha già presentato ricorso al TAR, dimostrando con una relazione tecnica tutte le falsità orchestrate per prendermi di mira”. Poi sull’edificio: «Quella Villa trasuda storia, ne ha viste tante in questi secoli, passaggi di proprietà, costruzioni, demolizioni interne ed esterne della villa, furti di statue, busti, colonne, eruzioni del Vesuvio e terremoti. Ha subito continui lavori di ristrutturazione e nel 2008, dopo tante battaglie che hanno visto la mia famiglia in prima linea, sono iniziati i lavori di ristrutturazione dell’intera villa settecentesca.”

Tutto diventa «una festa dell’assurdo quando il 3 dicembre 2021, a casa dei miei genitori, a seguito di una denuncia anonima – all’epoca ero consigliere comunale – ho invitato i geometri dell’ufficio tecnico e tre vigili urbani a verificare lo stato dei luoghi.” Un sopralluogo, tra l’altro, già effettuato nel 1993 a seguito di un’altra denuncia e dopo che il padre aveva chiesto e ottenuto autorizzazioni al comune di Portici per demolire, realizzare tramezzi e realizzare nuovi impianti. Era il 1991. Nel 1993 la polizia accertò la presenza di un “suppenno” all’interno dell’appartamento. «Tutto fu trasmesso alla Procura nel 1994 ma nessuna comunicazione, nessun ordine è mai arrivato alla mia famiglia né dalla Procura che ha archiviato tutto né dal Comune di Portici. Dopo quasi 30 anni, i vigli tornarono e ritrovarono lo stesso “suppenno” già visto nel 1993 e documentato in un atto notarile del 1918″.

«L’accanimento verso i miei genitori anziani continuava – aggiunge Caramiello – Il 28 novembre 2023 è stata inviata al Comune una nuova denuncia anonima nella quale veniva segnalata la presenza di due balconi”, relativa “all’appartamento dei miei genitori”. Il geometra comunale ha chiesto la planimetria catastale. Non potendo ricavare la planimetria dal catasto, il tecnico ha realizzato una rappresentazione esatta dell’appartamento e l’ha depositata al catasto, che l’ha accettata. “Tant’è che oggi – se fai richiesta al catasto – c’è la planimetria esatta dell’appartamento dei miei genitori”. A febbraio Caramiello «ha incaricato l’ingegnere che segue i lavori di Villa Gallo dal 1976 di redigere una relazione tecnica e di comunicarla al Comune. Il professionista invia una prima relazione al Comune in cui descrive che uno dei due balconi è in piperno” e che “la tipologia costruttiva, l’oggettiva difficoltà di realizzare un balcone in piperno oggi o dopo il 1942 su un edificio esistente toglie ogni dubbio sulla la datazione di detto balcone almeno al secolo XIX”. Nello stesso tempo il tecnico scrive che: «Si precisa che sulla stessa facciata esiste un analogo balcone al piano superiore, la tecnologia utilizzata risale sicuramente al periodo antecedente al 1942». Pertanto, prima della legge del 1967, anche nel Comune di Portici non vi era l’obbligo di rilasciare preventivamente la concessione edilizia per le nuove costruzioni. «Nonostante le circostanziate e tempestive relazioni – dice Caramiello – il Comune di Portici in data 21 marzo precisa che ‘le osservazioni fatte dal professionista in questione riguardo all’epoca di costruzione dei balconi (anteriore al 1942) non sono sufficienti quale documentazione idonea a stabilire la effettiva legittimità dello stesso ed esegue un provvedimento di demolizione sulla base di una planimetria catastale non probatoria”.

Poi il parlamentare aggiunge: «Come mi ha detto il tecnico di fiducia, se si cercasse una planimetria catastale del Palazzo Reale di Portici e presentasse delle difformità, il Palazzo Reale di Portici sarebbe abusivo?».
Poi conclude: «Chiediamo all’amministrazione comunale di effettuare un controllo tempestivo su tutti gli edifici storici di Portici dove sono presenti 31 ville vesuviane. Inoltre la Polizia Municipale deve contrastare quotidianamente tutte le attività illecite che esistono nel mercato di Portici. Lo abbiamo denunciato più volte ma l’edilizia abusiva continua a dilagare ovunque”.

 
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