il congelamento delle licenze delle sedi termina a giugno. Cosa cambia – .

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Visto che siamo abbastanza in termini generali, c’è chi pronostica una vera e propria apocalisse per chi mantiene stoicamente le proprie posizioni, cioè per chi non ha ancora deciso di assecondare la rinascente tendenza alla fuga dal centro storico leccese, debitamente documentata dalle agenzie immobiliari. E l’ora X comincerebbe a giugno, quando entrerà in vigore la moratoria decretata due anni fa dal Piano commerciale strategico sulle novità licenze per la ristorazione nel centro storico; quando, in teoria, la corsa dovrebbe ripartire Città vecchia Di leccese fino a diventare un Eldorado poliedrico e indistinto per turisti e amanti della vita notturna.

Residenti e commercianti

Una periferia da cui i residenti – ma anche i negozi di “altre” categorie merceologiche – pensano ancora una volta di scappare. Il problema, osserva Luigi Derniolo, presidente di Confartigianato, non è una questione esclusivamente leccese, ma di tutti i centri che scelgono di chiudersi alle auto. «Luoghi dove non vai più a comprare perché non passi più. E se oltre al blocco del traffico si decidesse anche di spostare i servizi amministrativi e gli uffici comunali, sarebbe davvero la fine. Perché i locali cominciano a restare sfitti, e gli unici che possono riempirli sono le attività legate alla ristorazione e alla movida, con tutti i problemi che ne derivano per i residenti e per l’ordine pubblico. Cosa che succede a Lecce, ma anche qui a Galatina – insiste Derniolo – ed è il prezzo da pagare per non avere auto in circolazione”.

Dilemma irrisolvibile? «No, un’alternativa c’è: ad esempio creare dei parcheggi nelle immediate vicinanze per chi vuole fare la spesa. Ma non a Settelacquare, sperando che nel frattempo la gente si convinca a usare l’autobus, o le bici che devono ancora arrivare: i vicini. Anche perché, mi dispiace, non credo che il turismo che sbarca a Lecce porterà tutta questa grande economia, visto il livello. Nessuna amministrazione ci pensa mai: così vanno gli affari e così vanno i cittadini. Le case disabitate e sfitte crollano, il degrado aumenta, si lavora solo tre mesi all’anno. Vale allora la pena, facendo qualche semplice calcolo, chiedere a tutti tanti sacrifici per raggiungere questo obiettivo?”.

Il piano commerciale strategico

Il piano strategico commerciale, in realtà, non prevede indistinte possibilità di ulteriori licenze per ristorazione e affini, precisa Maurizio Maglio, presidente provinciale di Confcommercio, «è stato infatti redatto proprio per consentire un riequilibrio della situazione esistente e l’eliminazione di situazioni di confusione di prodotto, dando la possibilità a chi possiede anche i requisiti igienico-sanitari di adeguarsi. E il Piano, comunque, stabilisce regole precise per l’apertura di nuovi locali destinati alla ristorazione, che comunque non possono essere localizzati in zone dove già vi è un’elevata concentrazione degli stessi”, conclude Maglio. Che, però, aggiunge ulteriori elementi di riflessione: «Le limitazioni alla musica notturna nei locali non hanno risolto i problemi dei residenti, anzi. Vorrei anche sottolineare che sono un presidio di sicurezza per i centri storici: proprio quando i locali chiudono le strade si svuotano ed entrano in azione i vandali. E anche questo non è un problema esclusivamente leccese, ma di Maglie, Tricase, Galatina e tanti altri comuni salentini. Una questione di educazione al rispetto degli spazi pubblici. Ma questa è ovviamente un’altra questione”.

“Giustizia spaziale” per tutti: lo chiede Totò Mininanni, urbanista e abitante del centro storico di Lecce.

«La situazione è fuori controllo. I residenti fuggono, allettati anche dalle offerte dei grandi investitori che cercano immobili per costruire alberghi e nuove formule di ospitalità, e poi, appunto – dice Mininanni -, tanto turismo mordi e fuggi, e tutto questo spazio ai luoghi che vendono cibo.. “Se l’intento è quello di creare un grande parco divertimenti a basso costo, siamo senza dubbio sulla strada giusta”, avverte l’urbanista. «Firenze, che nel frattempo è arrivata al culmine di questa situazione, ha cominciato a prendere misure. Qui invece si festeggia perché arriva Airbnb…”.

Irregolarità, “tanta attività illegale, totale assenza di controlli: e gli obiettivi del piano strategico commerciale”? Il «miglioramento della qualità della vita»? Il «mantenimento della vocazione residenziale del centro storico? Principi generici senza attuazione”, insiste Mininanni. «Perché è bello realizzare uno studentato all’ex Cimarrusti, ma il resto? Dov’è finita l’attenzione verso i residenti, chi sono i veri animatori di questo spazio? Possibile che alla fine conti sempre e solo la lobby commerciale?

Riempire dunque il centro storico di nuovo di residenti, non di luoghi di ristorazione: «Con un patto di governo che concili diritti e doveri: tu, residente, hai deciso di vivere in un luogo protetto, quindi la tua famiglia non può pretendere il parcheggio per tre auto. Ma io, amministratore, trovo il modo di assicurarmi nuovi parcheggi demolendo tutto ciò che nel borgo antico non ha interesse storico”.

© TUTTI I DIRITTI RISERVATI

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Giornale pugliese

 
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