“Serve una forte presenza dello Stato” – .

“La città di Vittoria è sempre sotto i riflettori alla luce degli ultimi episodi di criminalità, dal tentato omicidio del 25 aprile all’omicidio di circa due mesi fa. L’argomento è delicato e molto attuale. Ci sentiamo di esprimere grande vicinanza e siamo solidali con le forze dell’ordine che compiono numerosi sforzi per coprire territori vasti come quello di Vittoria. Tuttavia gli strumenti che lo Stato mette a disposizione dei territori sono molto limitati”. È quanto afferma Andrea La Rosa da segretario comunale di Forza Italia.

“Vanno bene i tavoli provinciali per l’ordine pubblico e la sicurezza – aggiunge La Rosa – vanno bene le discussioni, vanno bene gli appelli dei partiti e delle istituzioni locali, vanno bene i consigli comunali aperti sul tema, vanno bene gli appelli bene dei sindaci. C’è però qui un problema che riguarda la mancanza di un segnale forte che deve arrivare dallo Stato. C’è bisogno della presenza di risorse umane per sostenere le unità già presenti che fanno sforzi ammirevoli. Per questo crediamo che sia un tema da affrontare di petto e, soprattutto, devono arrivare segnali concreti dall’alto a tutela dei territori e delle istituzioni a fronte di enormi sacrifici. Serve quindi uno Stato più presente, uno Stato che faccia sentire il suo peso e la sua autorità nei territori lasciati soli. Se poi aggiungiamo un sistema giudiziario che non garantisce la certezza della pena per chi commette reati, l’esiguo numero di forze di polizia presenti sul nostro territorio, allora il quadro diventa davvero preoccupante”. “Abbiamo letto anche – aggiunge La Rosa – la posizione dell’ex parlamentare regionale, avvocato Carmelo Incardona, familiare di una vittima di mafia, e non possiamo che condividere quanto giustamente evidenziato, facendo riferimento alle lacune normative del nostro ordinamento: non si può permettere che coloro che hanno ucciso e causato tanto dolore, componente organica delle associazioni mafiose, possano tornare a vivere – risiedere o prendere residenza – anche se collaboratori di giustizia, nella città dove hanno ucciso e terrorizzato l’intero Comunità . Incardona ha assolutamente ragione quando dice che può anche succedere di incontrare in un bar, o in qualsiasi locale pubblico, qualcuno che ha ucciso tuo padre o ne ha ordinato la morte, e quindi sarebbe giusto evitare una simile eventualità. Le ragioni sono intuibili senza dover ricorrere a spiegazioni. Senza dire che l’introduzione di un divieto in questo senso eviterebbe o comunque renderebbe più difficile per gli stessi soggetti ritornare a delinquere o tentare di riorganizzare un’associazione per delinquere, come avvenuto nel caso Vittoria. Insomma, il tema è molto attuale, la città vive una situazione molto delicata e ordine pubblico e sicurezza sono priorità, i collegamenti e le ricostruzioni che leggiamo sui media in queste ultime ore non possono e non devono essere sottovalutati. Grideremo con forza che non bisogna abbassare la guardia sul fronte della sicurezza e della lotta alle mafie, chiedendo alla politica locale, a tutti i livelli, di fare fronte comune e difendere la nostra città affinché non ricada negli anni bui che tutti stigmatizziamo fortemente” .

 
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