Stagionale è già un’estate d’emergenza «Non arrivano domande» Il Tirreno – .

LUCCA. Come ogni stagione turistica che si rispetti, a maggior ragione con un ritorno dei flussi di visitatori pari a quelli pre-pandemia, la questione dei lavoratori stagionali resta scottante.

A fronte di una forte domanda di forza lavoro da parte di ristoratori, albergatori e altri protagonisti del settore, le previsioni di assunzioni nel trimestre aprile-giugno nella provincia di Lucca, secondo le stime rese note da un rapporto della Camera di Commercio Toscana Nord Ovest, ha riportato un -13% rispetto allo stesso anno fa.

Tradotto concretamente significa avere 2.200 unità in meno. Una conferma di una tendenza consolidata ormai da almeno un paio di estati. Se il diverso posizionamento della Pasqua negli ultimi due anni può aver spostato parte delle assunzioni al primo trimestre del 2024, le radici del problema risiedono in ragioni diverse a seconda del punto di osservazione.

Poche domande

Antonio Favapresidente della Fipe ristoratori Lucca, rispedisce al mittente le accuse di una categoria che non valuta adeguatamente, sul piano economico, il ruolo del proprio personale.

«Non esiste sfruttamento del lavoro – afferma deciso Fava -. Direi che nel nostro settore, così come in quello alberghiero, con lo scoppio della pandemia si è verificato un cambio di mentalità o di prospettiva di tante persone che un tempo volevano fare questo lavoro. In questi giorni, fino al 2019, erano già arrivati ​​sul tavolo almeno una ventina di curricula. Oggi, nonostante mi sia affidato al centro per l’impiego, di domande neanche l’ombra. Eppure l’offerta di lavoro, di pari passo con la crescita del flusso turistico in città, è aumentata”.

Per superare queste criticità Fipe Confcommercio avvierà a breve corsi propedeutici alla formazione del personale di sala, rivolti sia alle scuole superiori che alle associazioni del territorio.

«Si tratta di un progetto che rappresenta un’opportunità per tanti soggetti – spiega Fava -. Ormai dovremmo esserci accorti di come a Lucca la stagione turistica non dura da maggio a settembre ma si estende per quasi nove mesi l’anno. Parlare di stagionalità è riduttivo. Auspichiamo un’inversione di tendenza occupazionale, altrimenti sempre più locali saranno costretti a scegliere se restare aperti a pranzo o a cena”.

Non si ripeterà però l’esperienza delle borse del mercato del lavoro, che si tenne lo scorso anno a Villa Bottini, sempre organizzate da Confcommercio: i risultati, infatti, non furono ritenuti soddisfacenti.

Fattore di costo

Su questa tendenza, in secondo luogo Pietro Boninopresidente di Federalberghi Lucca, un ruolo decisivo lo gioca l’impatto sempre crescente di un effetto domino dei prezzi che non è ancora arrivato a destinazione.

«Tra aumenti delle tariffe dei fornitori e altre spese, lo scenario, soprattutto nei mesi pieni di turisti, è complesso – sostiene Bonino -. I proprietari delle strutture, numeri alla mano, devono fare i conti con molte voci. Il numero delle camere d’albergo, quindi, non può magicamente aumentare. Durante la bassa stagione molti colleghi hanno optato per la chiusura della propria struttura per un mese per contenere i costi”.

Per quanto riguarda i lavoratori stagionali, sono due le strade che gli albergatori sono costretti a seguire. «Da un lato c’è la possibilità, nonostante la stagione turistica sia alle porte, di avere un dipendente in meno fino a maggio, tutti facendo sacrifici, per poi completare l’organico – rivela Bonino -. Inoltre, sempre più alberghi si rivolgono alle cooperative per trovare profili in grado di colmare le carenze di personale, anche solo per un paio di settimane. C’è il rischio, però, che a fronte di tante richieste, le cooperative subiscano una sorta di sovra prenotazionenon avere una forza lavoro numericamente adeguata”.

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