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La crisi pandemica iniziata all’inizio del 2020 e la recente crisi bellica stanno impattando un contesto regionale reso difficile dal ritmo incerto dei tassi di crescita degli ultimi anni e da diversi limiti strutturali. Per l’elaborazione dei temi della programmazione regionale, oltre agli andamenti delle variabili macroeconomiche sopra indicate, è quindi necessario estendere l’analisi ad alcune questioni fondamentali che caratterizzano lo sviluppo dell’Isola, al fine di garantire un adeguato livello di efficacia delle politiche. raggiunto.

Ci concentreremo di seguito sulla spesa del settore pubblico, cercando di valutare le principali criticità, ma anche le opportunità di medio termine dell’economia regionale e di supportare le strategie di sviluppo con basi informative più adeguate.

Il settore pubblico e le risorse disponibili

Il settore pubblico attiva da sempre una quota significativa dell’economia regionale che, nel 2020, anno dell’emergenza pandemica, ha raggiunto il 28,6% della domanda totale di beni e servizi, a fronte di una quota nazionale del 21,3%. Questo divario, storicamente originato dal mancato consolidamento in Sicilia di un’adeguata base produttiva nel settore privato, determina una relativa maggiore rilevanza della spesa pubblica nei diversi momenti del ciclo economico, sia nelle fasi espansive che nelle fasi di contrazione della domanda (con contestuale giudizio di efficacia sulle azioni intraprese).

In questa sezione del Defr (documento di economia e finanza regionale) si presta attenzione agli effetti di medio-lungo periodo della distribuzione delle risorse pubbliche sui territori e, in particolare, a quelli che incidono su alcune importanti funzioni. A tal fine viene utilizzata la banca dati dell’Agenzia per la Coesione Territoriale, nella versione che riporta le serie storiche delle entrate e delle spese regionalizzate 2000 – 2020, recentemente pubblicata.

L’andamento della spesa pro capite del settore pubblico allargato (PSA) in Sicilia

Le tabelle seguenti mostrano l’andamento della spesa pro capite del settore pubblico allargato (PSA) in Sicilia, Sud, Centro Nord e Italia, in rapporto alla spesa totale e alla spesa per investimenti nonché, in termini settoriali e di categoria economica, alle spese per sanità, personale e strade, in serie storica completa dal 2000 al 2020 ed in termini reali. Dai cinque grafici sottostanti si evince un volume di risorse pubbliche erogate in Sicilia relativamente inferiore alla media nazionale dell’intero periodo considerato, in termini di spesa totale, con una differenza pari al rapporto tra 86,3 e 100 (tra 77 , 4 e 100 se rapportato al Centro Nord).

Appare inoltre chiaro che l’ammontare della spesa per investimenti negli stessi anni è fortemente diminuito dopo il 2008, a causa della contrazione imposta dal Patto di Stabilità, che colloca la Sicilia al livello più basso tra le circoscrizioni elettorali, evidenziando un divario che è alla base della stagnazione dell’economia regionale e rappresentano in media il 77,4% del corrispondente valore dell’Italia e il 70,4% di quello del Centro Nord.

Un’altra caratteristica evidente è rappresentata dalla spesa sanitaria caratterizzata da un andamento particolarmente altalenante in Sicilia, a causa del sistema di rendicontazione e di trasferimenti a livello nazionale, ma con valori medi che restano vicini a quelli del Mezzogiorno e inferiori a quelli degli altri paesi. distretti per i 20 anni considerati: il 91,5% del corrispondente valore dell’Italia e l’84,9% di quello del Centro Nord.

Inoltre c’è una spesa per la viabilità che risulta particolarmente penalizzante per la Sicilia e che si traduce in un gap infrastrutturale in questo ambito. In media nell’arco di vent’anni rappresenta il 74,4% del valore nazionale e il 69,3% del valore del Centro-Nord.

Infine, le spese per il personale contrattate per tutte le amministrazioni successive al 2008 (Patto di Stabilità). Questa voce in Sicilia ha quindi perso il suo primato dal 2011 circa, eredità anche della tendenza della PA a dare risposte clientelari alla disoccupazione, allineandosi negli ultimi anni al valore nazionale.

Spesa pubblica e spesa per investimenti

In altre parole, la spesa pubblica, in particolare quella corrente, che dovrebbe essere distribuita tenendo conto delle caratteristiche (età, condizione personale, socioeconomica, ecc.) e del numero dei cittadini destinatari, al fine di rendere effettivo il godimento dei diritti in materia di sanità, istruzione, assistenza (artt. 32, 34 e 38 Cost.), ha disatteso il perseguimento di tali criteri, mentre la spesa per investimenti, oltre a penalizzare tutto il Mezzogiorno, non ha adottato nessuno degli obiettivi perequativi che devono caratterizzare la spesa per lo sviluppo a livello regionale. Tuttavia, nel senso della perequazione si è aperto un nuovo scenario, inaugurato da un nuovo ciclo di politiche europee.

Fonte: documento di economia e finanza regionale 2024/2026

 
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