«Prima trans a farlo, il mio “amico” Danilo sarà felice» – .

«Prima trans a farlo, il mio “amico” Danilo sarà felice» – .
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La prima trans a condurre un programma televisivo in prima serata su una rete nazionale («L’isola dei famosi» su Canale 5). E ora anche la prima trans a dirigere un teatro. Per Vladimir Luxuria la sera del 26 aprile alle Teatro Umberto Giordano di Foggiala sua città, è stata ricca di emozioni: lo spettacolo, «Princesa» diretto da Fabrizio Coniglio, che la vede protagonista, nei panni di Fernanda Farias De Albuquerque, una trans brasiliana la cui storia ha ispirato anche l’omonima canzone Of Fabrizio De André, è stato accolto con una standing ovation. Dopo di lei, la sorpresa: il sindaco Maria Aida Episcopo, sul palco, le ha chiesto ufficialmente, anche a nome della sua squadra di governo della città, se il tempio della cultura foggiana potesse vederla alla guida. La risposta è stata un “sì”.

Luxuria, come ti senti?
“Sono così felice. Ho sempre visto il Teatro di Foggia con gli occhi di un bambino, con lo stupore che si prova nei confronti di un’istituzione culturale; Ci sono stato in passato come sponsor delle serate di sensibilizzazione sui bambini autistici dell’associazione As.So.Ri. E poi la sorpresa è avvenuta alla presenza dei miei genitori, di mio fratello, dei miei più cari amici d’infanzia che erano tra il pubblico”.

Non te lo aspettavi?
“In nessun modo. Sapevo che erano presenti il ​​sindaco e gli altri assessori. Episcopo è un sindaco indipendente, sostenuto dal cosiddetto “campo largo”: io l’avevo appoggiato e non per ottenere qualcosa in cambio, ma per la mia città che da anni era in amministrazione controllata a causa di infiltrazioni mafiose. La precedente amministrazione aveva avuto problemi giudiziari. E quando ho capito che c’erano, invece, persone oneste, le ho sostenute perché è un modo per riscattare la mia città di cui spesso si parla in termini negativi. Persone oneste e positive che lavorano per rendere Foggia una città a misura di uomini e donne”.

Dove vive lei?
«A Roma, ma la mia famiglia vive a Foggia e ci torno spesso e volentieri».

Com’è stata la tua infanzia?
«Non ho mai nascosto la mia diversità. Ero una specie di zimbello, mi prendevano in giro, mi picchiavano anche. Erano altri tempi e questo poteva accadere anche nell’estremo Nord. Ma non ho mai provato risentimento. Tutto, infatti, è iniziato con la mia elezione a Foggia”.

Che tipo di elezioni?
«A un rappresentante dell’istituto di ragioneria. Ho frequentato l’istituto “Rosati”: mia madre, sapendo che mio nonno aveva uno studio di commercialista, pensava di garantirmi un futuro. Invece mi sono trasferita a Roma e mi sono laureata (con 110 e lode, ndr) in Lingue e Letterature Straniere. E le cose sono andate diversamente da come la mamma immaginava…”.

E oggi è diventata la prima regista trans di teatro.
«Sono stata prima molte volte: prima parlamentare trans in Europa, prima trans a condurre un programma su una rete nazionale. Ci tengo però a specificare che non mi hanno nominato perché sono trans, ma perché spero di meritarmelo”.

Come attivista e simbolo della lotta LGBT, cosa sogni?
«Non mi rendo conto di cosa sta succedendo, posso solo dire che la mia vita è una grande rivoluzione umana. Ricordo di essere rimasto chiuso nella mia camera da letto a guardare il soffitto, pensando che non avrei avuto alcun futuro sociale o emotivo. E invece oggi ringrazio la vita che mi ha restituito con gli interessi quanto ho sofferto”.

Hai avuto momenti di sconforto?
«Certo, pensieri cupi, momenti di caduta, di confusione. Fanno parte del passato. Poi ci rialzeremo più forti di prima”.

Avresti qualcosa da litigare con qualcuno?
«Ieri a teatro c’era qualcuno che da ragazzino mi prendeva in giro e mi chiedeva un selfie. Per fortuna ho imparato a trasformare il veleno in medicina, la sofferenza in sensibilità, a mantenere l’entusiasmo per le cose che faccio. E l’armatura per proteggermi dalle critiche distruttive”.

A proposito di critiche, non ne è esente la conduzione di «L’Isola dei Famosi».
«Se mi chiedono di sciogliermi di più perché mi vedono un po’ teso, cerco di sfruttare i suggerimenti per migliorare. Non è facile per me gestire il teleprompter, i collegamenti dall’Honduras, le interruzioni pubblicitarie. Lunedì mi vedrete più tranquillo, prenderò in giro e sgriderò i naufraghi. Diverso è se a criticare sono persone che si nascondono dietro profili con fumetti o paesaggi. Preferisco la vita reale, alla luce del sole, ai social. E chi ci mette la faccia, come ho sempre fatto io”.

È molto equilibrata. A farla arrabbiare, però, è stato il naufrago Francesco Benigno, squalificato per il suo comportamento inappropriato.
«Tra l’altro continua a rispondere con le dirette Instagram. Volevo chiudere. Se vuole riaprire il dossier, a questo punto vorrei che l’opinione pubblica vedesse come si è comportato. Ma non è una decisione che posso prendere”.

Lei Non ha mai subito un intervento chirurgico di riassegnazione del sesso. La presenza di Wladimiro Guadagno nel passaporto ti ha creato problemi?
«In Russia e Israele sì. Essere chiamato Wladimiro in Russia equivale a Gennaro a Napoli e poi sono l’omonimo di Putin (il mio Vladimir preferito è Lenin che ha depenalizzato l’omosessualità). Mi hanno tenuto in osservazione all’aeroporto di Mosca. A Tel Aviv non capivano perché non volevo cambiare nome. Credevano che viaggiassi sotto falsa identità”.

E tu come ti piace essere chiamato?
«Mi piace la potenza del suono di Vladimir, ma mi piace se mi chiamano Vlady».

Come va l’amore?
«Non mi definirei una fidanzata, ho un amico speciale: si chiama Danilo. Si occupa del recupero degli adolescenti dalle dipendenze. Vive a Bolzano. L’ho scelto perché fosse comodo, comodo… Lui e mia madre mi insegnano il tedesco”.

Se non fosse diventata Vladimir Luxuria, chi sarebbe oggi?
“Un insegnante. Uno dei miei primi sogni era diventare insegnante. Forse perché provavo un amore per il teatro, quando mi spiegavano le poesie mi emozionavo. E poi ho effettivamente insegnato: supplente di inglese, per un mese e mezzo, al liceo scientifico Galileo Galilei di Civitavecchia».

Com’è andata?
«Il preside non capiva bene perché il sostituto avesse un nome maschile e un aspetto femminile. Per conquistare i ragazzi ho fatto analizzare il testo di “Like a virgin” di Madonna. Il giorno in cui me ne sono andato erano molto tristi”.

Quei ragazzi, forse, oggi guardano la loro insegnante in TV.
«Mi aspetto che Maria De Filippi, prima o poi, mi sorprenda».

 
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