Napoli, Conte ha bisogno di un segnale di De Laurentiis. Con la Roma saranno 45mila, ma tanti saranno virtuali – .

NAPOLI – È passato meno di un anno e lo scudetto del Napoli è già diventato un film, ma di fantascienza, senza il seguito che ci si poteva aspettare dopo il dominio totale della scorsa stagione. Gli Azzurri sono infatti riusciti a disperdere nel vortice deprimente degli ultimi dodici mesi un tesoro inestimabile di valori tecnici, passione, credibilità e autostima, di cui società e squadra avrebbero potuto e dovuto vivere già da tempo. Per consolidare il vantaggio sugli avversari basta poco: tenere i piedi per terra, non fare troppi danni e puntare saggiamente sulla continuità. Aurelio De Laurentiis, invece, ha preso la strada opposta – da moderno Icaro – e il suo peccato originale di onnipotenza ha sfregiato un capolavoro, creando le amare condizioni per il repentino passaggio dalla gloria all’attuale mediocrità: l’ottavo posto in classifica. Squadra in – tardivo – ritiro punitivo e tifosi al mare, con tanti abbonati che da tempo hanno comunque l’abitudine di disertare Maradona, pentiti di aver investito sui campioni d’Italia la scorsa estate. Le 45mila persone paganti che la cassiera conterà domenica pomeriggio (18) per l’arrivo della Roma a Fuorigrotta saranno quindi solo un numero virtuale e il danno economico per il momento è degli sponsor, che puntano sugli specchi per pareggiare i conti. un minimo di visibilità.

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De Laurentiis, invece, aveva già incassato in anticipo i dividendi dello scudetto. Ma anche lui pagherà un prezzo pesante la prossima stagione, per la mancata qualificazione del suo Napoli alla nuova e ricchissima Champions League. Non ci sono, infatti, più margini per tentare la rimonta e la posta in gioco nei 90 minuti contro la Roma è solo l’onore dei giocatori: o meglio, quel poco che ancora resta. Per questo mandare Di Lorenzo e compagni in ritiro punitivo adesso, con la classifica ormai definitivamente compromessa, è stata una mossa priva di significato pratico ed è stata dettata piuttosto dalla volontà di assecondare il malcontento dell’ambiente. La strategia del club è sempre stata la stessa in questa stagione famigerata, tanto fumo e poco fuoco: tre allenatori bruciati e il presidente che si stracciava le vesti in pubblico, quando per agire davvero sarebbe bastato comprare un buon difensore, almeno nella finestra di mercato di gennaio.

Conte, ora serve un segnale di De Laurentiis

Il danno ormai è fatto e la protesta annunciata di Maradona servirà solo al Napoli per continuare a farsi del male, visto che in campo con la Roma scenderà bandiera bianca da tempo: si nasconde dietro la valanga di alibi ricevuti dalla club. L’obiettivo massimo è diventato con lo scudetto sul petto un misero posto in Europa League (o molto più probabilmente in Conference) e il ritiro punitivo imposto da De Laurentiis non aumenterà certo le motivazioni di giocatori con le valigie come Osimhen e Zielinski o proiettato verso gli europei come Di Lorenzo, Kvaratskhelia e Lobotka. Lo stesso De Laurentiis sta già lavorando sul futuro e presto sarà chiaro se ha davvero imparato dai suoi errori. Il nuovo direttore sportivo sarà il promettente – ma ancora giovane – Giovanni Manna, in arrivo dalla Juventus. La scelta decisiva, però, sarà quella del nuovo allenatore e il presidente rischia di lasciarsi sfuggire di mano Antonio Conte. I rapporti tra i due sono infatti ottimi e l’ex ct della Nazionale sarebbe felice di tornare sotto i riflettori della Serie A sulla panchina affacciata sul Golfo, convinto com’è che al suo arrivo non troverebbe solo macerie. Il gruppo gli piace e il tecnico pugliese è certo che riuscirebbe a riportarlo a livelli altissimi, colmando il vuoto di leadership causato dall’addio di Spalletti. Il tempo però passa e nessun segnale concreto da parte dell’ADL, con la nuova stagione ormai alle porte. Il futuro resta incerto e anche l’arrivo di Conte al Napoli – senza una rapida inversione di rotta – rischia di diventare l’ennesimo film di fantascienza.

 
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