Castellammare, Vicinanza e la sua corazzata. Ma ora c’è guerra sulle liste delle candidature – .

Castellammare, Vicinanza e la sua corazzata. Ma ora c’è guerra sulle liste delle candidature – .
Castellammare, Vicinanza e la sua corazzata. Ma ora c’è guerra sulle liste delle candidature – .

Sarà una corazzata quella che accompagnerà Gigi Vicinanza alla sua candidatura a sindaco di Castellammare di Stabia. Dodici, forse tredici elenchi, in tutto malgrado la scrematura e la fusione attualmente in corso. Si consuma in queste ore la guerra di posizioni nei partiti civici e politici della galassia Vicinanza.

LE FUSIONI

Alcune liste civiche sono già state accorpate. Stiamo parlando di Uniti per Stabia di Massimo de Angelis, che ha incorporato parte della lista e Ora di Cambiare di Giovanni Tito. Giovanni Nastelli resta il leader della formazione politica del farmacista stabiese. Anche l’ex Movimento Cinque Stelle guidato da Teresa Manzo si è dovuto arrendere alla fusione con la lista di Nino Di Maio.

LE TARIFFE FORFETTARIE

Sembra che la lista Bene Comune dell’ex sindaco Nicola Cuomo non sarà presente con il simbolo. Troppo pochi candidati, quindi il gruppo di Cuomo entrerebbe nella lista del sindaco. Dovrebbe saltare anche la Campania Libera, che è stata regalata ad Antonio Coppola dai Deluchiani ma che probabilmente non sarà presente con il simbolo. Anche perché Rosario Cuomo, che aveva il compito di formare la lista, ha un passato da candidato nelle liste del centrodestra.

LA GUERRA DEGLI SCELTI

Una coalizione così ampia lascia spazio a tensioni interne e ad una corsa frenetica verso l’ultimo voto. La competizione è tanta e anche chi può contare su pacchetti di voti tra oltre 500 preferenze può restare fuori. È il caso del Pd, dove correranno tutti i big, a partire da Roberto Elefante per finire con Nicola Corrado. Ma l’ultima mossa di Mario Casillo per affiancare a Maria Amodio Angelo Melisse, figlio di Eduardo, non è stata gradita. Ora c’è la corrente di Manfredi che chiede spazio nella lista, ma rischia di diventare tanti “donatori di voti”, perché con una coalizione così ampia e con il gioco dei resti il ​​Pd rischia di conquistare non più di tre seggi. A meno che Vicinanza non superi il muro del 60% per ottenere una maggioranza ancora più ampia.

 
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