Nuovo ospedale, 107 studenti del Virgilio scrivono all’architetto – .

Caro Mario, ti scrivo per dirti che “secondo me il nuovo ospedale è molto bello e utile, perché per i pazienti che magari soffrono di ansia, attacchi di panico, il giardino e il verde all’aria aperta aiutano a controllare pensieri ed emozioni della persona e calmarla”. Queste sono le parole scritte a penna, in corsivo pulito, su un comune foglio di carta a quadretti R., uno studente del Scuola media Virgilio di Cremona che va regolarmente in ospedale fin dalla nascita e pensa che “sinceramente stare in ospedale non è molto bello”.

R. è una delle centosette lettere che le ragazze e i ragazzi delle sei classi (seconda e terza media) lo indirizzarono all’architetto Mario Cucinella, vincitore del concorso internazionale per la progettazione del nuovo ospedale di Cremona. Ciò è avvenuto grazie ad un laboratorio di architettura partecipata, svoltosi nei primi due mesi di quest’anno, curato dal professore Francesco Custode e l’insegnante Alessandra Fiori. Gli obiettivi? Sentirsi parte dei cambiamenti che coinvolgono la Città e allenarsi a pensare in modo critico. In una parola, imparare ad essere cittadini responsabili e consapevoli.

Nella convinzione che “con il nuovo ospedale Cremona diventerà una delle città più belle d’Italia”, gli studenti e i docenti esprimono un desiderio (che diventa un invito): incontrare l’architetto Cucinella, prima della fine dell’anno scolastico, per capire come nasce un progetto di questa portata, porre domande e offrire suggerimenti.

DAL VIDEO AL DIBATTITO CON ENTUSIASMO E IDEE CHIARE

“Abbiamo iniziato con la proiezione in aula del video che mostra il progetto del nuovo ospedale – spiegano i professori. Poi abbiamo chiesto agli studenti di scrivere, a mano libera e su fogli di quaderno, le loro impressioni, anche critiche. Il dibattito è arrivato dopo”. Subito le reazioni sono state entusiaste della bellezza del progetto: “Ma lo stanno già facendo? Quanto tempo ci vorrà?”. Se l’ospedale di oggi viene descritto come un luogo “tutto grigio”, quello di domani assumerà “colore e calore”, al punto che “la gente non lo vedrà più come un luogo triste dove le brutte emozioni hanno il sopravvento”.

Inoltre, “i bambini non avranno più paura, ma faranno amicizia con altri bambini”. Leggendo le lettere, ciò che emerge con forza è che gli studenti sanno di cosa parlano con padronanza di linguaggio e hanno le idee chiare. Per esempio, F. scrive: “Struttura rivoluzionaria, che va ben oltre l’ospedale. Spero che altri edifici in futuro possano ispirarsi al suo progetto. Spero di avere l’opportunità di visitare la struttura e preferibilmente in buona salute.”

UN LABORATORIO PER “RESTARE DENTRO LE COSE”

“L’idea del laboratorio nasce dal fatto che ci piace stare dentro le cose, discuterne apertamente – spiega Custode. Saranno questi giovanissimi studenti le persone che utilizzeranno il nuovo ospedale, penso sia giusto chiedere loro di conoscere il loro pensiero che non sia contaminato dalla memoria, dal vissuto o dall’affettività. Ci siamo chiesti se lo stilista avesse tenuto conto del punto di vista dei più giovani, quelli che guardano da un metro di altezza. A noi interessava anche capire come appare ai loro occhi quest’opera monumentale.

I risultati di questo laboratorio – prosegue il docente – come di tanti altri che da anni promuoviamo sui temi della bioarchitettura, dell’urbanistica e dell’attualità, mettono in luce le potenzialità delle nuove generazioni, le loro qualità umane, la sensibilità, competenze e lungimiranza. Ascoltare la loro voce è fondamentale, infatti dovrebbero avere la possibilità di partecipare ai tavoli decisionali e alle commissioni di concorso. Sarebbero di grande aiuto per gli adulti nel fare scelte difficili”.

MOLTO INTERESSE PER L’INIZIATIVA

“La cosa che ci ha sorpreso – spiega Fiori – è questa tutti avevano qualcosa da dire e lo hanno fatto con interesse e in modo spontaneo, istintivo. Le parole degli studenti hanno saputo interrogare il punto di vista degli adulti, ci hanno aiutato a capire che non esiste una parte giusta o sbagliata a cui stare, ma un forte desiderio comune di capire e immaginare come le cose possano cambiare in meglio, anche con il contributo di tutti”.

Possiamo definirlo “un compito di realtà, un esperimento educativo che consiste nell’unire lezioni teoriche a lezioni di confronto e dialogo, che spesso partono dalla lettura dei giornali – aggiunge Fiori. È un metodo pratico per fare educazione civica, ragionando con serietà, rigore e obiettività; imparare ad interessarsi alle questioni pubbliche, a rispettare il pensiero degli altri anche quando è diverso dal nostro”.

Anche per questo Custode e Fiori tengono molto a ringraziare il maestro Daniela Marzani (dirigente scolastico), “per averci lasciato liberi di lavorare in grande autonomia e libertà, rispettando la nostra onestà intellettuale, certi del nostro rispetto, verso il pensiero dei giovanissimi studenti”.

PER IL 90% DEI PARTECIPANTI IL PROGETTO VA BENE

Il 90% dei messaggi rivolti a Cucinella sono decisamente positivi e propositivi: “Penso che Cremona abbia bisogno di un po’ di innovazione nelle strutture ed è giusto cominciare da quelle molto importanti come l’ospedale” scrivono i ragazzi.

Anche se non sono mancate critiche più che legittime. Il 10% degli studenti, infatti, mette in dubbio i tempi di attuazione “che non saranno brevi” e i costi molto elevati di attuazione. Se «un punto debole è la manutenzione» resta «una bella idea, così almeno un tentativo si può fare, perché se tutto andrà come previsto Cremona avrà uno degli ospedali più belli e moderni del mondo».

È anche per questo che G. spiega «da grande, visto che vorrei fare il chirurgo o comunque lavorare nel campo della medicina, mi piacerebbe lavorare in un ospedale come questo».

UN EDIFICIO CHE “COLLABORA” CON LA NATURA

Ciò che ha colpito i ragazzi e le ragazze – senza bisogno di spiegazioni – è stata la concezione dell’ospedale come luogo di cura e di vita, senza distinzione. Uno spazio da vivere per i malati, ma anche per medici e infermieri: «Farà sentire ogni paziente come se fosse a casa sua».

La maggior parte degli studenti credeva molto importante il rapporto con il verde e l’impatto ambientale. Hanno capito che c’è di più oltre al semplice edificio. “Penso che sia molto buona questa idea di coniugare maggiormente la vita quotidiana con l’ospedale attraverso la natura – scrive A. Una struttura con effetto terapeutico, un ambiente tranquillo per avere animali con sé”. L. aggiunge: “Sono rimasto molto sorpreso dal modo in cui l’architetto ha cercato di integrare tutto quel verde che ti dà conforto. Viene voglia di entrare in quel parco e trascorrerci intere giornate.”

V. precisa: “Questo progetto mi piace perché non dà l’impressione di un blocco di cemento inserito in un paesaggio, ma si connette con il paesaggio. Ricorda un teatro antico che cerca di collaborare con la natura e non di opprimerla”.

UN DESIDERIO CONTRO LA TRISTEZZA

Caro Mario, “il tuo progetto è perfetto per me, non cambierei nulla, però Vorrei stanze colorate, soprattutto per il reparto bambini perché secondo me è molto triste vedere una stanza completamente bianca e senza quadri.” Su una cosa sono tutti d’accordo: “Andare in ospedale non è bello, ma farne uno piacevole è meglio”.

BELLERI: “IL TUO LAVORO MERITA LODE”

“Sono molto colpito dal lavoro svolto da docenti e studenti sul nuovo ospedale – racconta Ezio Belleri (Direttore Generale della Cremona Asst). Al punto che mi piace considerarlo parte dei workshop tra architetti e operatori sanitari che ci hanno impegnato negli ultimi due mesi. Ho colto lo stesso spirito, quello di mettere insieme punti di vista, esperienze e sensibilità diverse per trovare elementi di sintesi basati sull’oggettività dei fatti. Quindi complimenti: avete fatto un ottimo lavoro che merita un elogio, anche per l’impegno e la passione con cui è stato svolto. È utile anche per noi.

Sapere che il progetto piace così tanto e suscita considerazioni precise, domande intelligenti e ragionevoli dubbi nei ragazzi di 11 e 12 anni è un segnale positivo di cui trarremo vantaggio. Fanno riflettere le parole di R. che frequenta l’ospedale e che invita a fare tutto il possibile per abbassare il livello di ansia che spesso accompagna la condizione di malattia o disabilità. Sono felice di sapere che G. vuole fare il chirurgo e per di più a Cremona”.

Belleri aggiunge infine: “Siamo consapevoli che progettare un nuovo ospedale è un lavoro molto complesso, per questo abbiamo deciso di aprirci al confronto con chi farà funzionare l’ospedale e con chi lo utilizzerà. Sono pienamente d’accordo con gli insegnanti che hanno ideato il laboratorio, ascoltare le voci dei più piccoli è molto importante. Grazie per tutti i suggerimenti e i suggerimenti che ci avete dato.”

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