«Le aree interne e montane della Calabria, paradigma di un nuovo modello di sviluppo» – .

LAMEZIA TERME «La significativa richiesta che Emiliano Morrone rivolge ai candidati calabresi al Parlamento europeo riguardo alle zone interne e montane non può essere lasciata tacere. Credo, molto fermamente, che le aree interne e montane della nostra Regione debbano essere oggetto di attenzione permanente e strategica perché queste aree rappresentano oltre il 70% del territorio regionale e ospitano 323 Comuni sui 408 dell’intera Regione. . E non è senza significato che il mio Partito, il Partito Democratico, abbia tenuto, nei giorni scorsi, in un comune “simbolico” delle aree interne della Calabria, Soveria Mannelli, il suo primo, e riuscitissimo, primo convegno programmatico regionale per sottolineare che, anche a seguito di una rinnovata e significativa attenzione del gruppo PD in Consiglio regionale, senza “quelle” aree non c’è futuro per la nostra regione”. Lei lo afferma Cristallo di gelsominodella direzione nazionale del Partito Democratico, candidato alle elezioni europee nella lista Dem nella circoscrizione Sud, commentando l’articolo di Emiliano Morrone apparso nei giorni scorsi su Corriere calabreseA. «In Europa – prosegue Cristallo – le idee sono molto chiare: nell’Accordo di Partenariato 2021/2027 che ha informato le scelte e gli accordi dell’Europa stessa con il nostro Paese, sui fondi comunitari dello stesso periodo, si legge esplicitamente: “Aree interne. Continuiamo a sostenere i centri di comunità nei territori interni, fondamentali per la stabilità complessiva del sistema Paese, per la produzione di servizi ecosistemici, il mantenimento attivo del territorio e la tutela delle risorse naturali e culturali, secondo l’approccio promosso dalla Strategia nazionale per le aree interne (SNAI), accompagnando anche il passaggio dalla fase sperimentale alla strutturazione di una vera e propria politica nazionale, con risorse proprie, iniziative e modelli di intervento differenziati e regole operative, in un’ottica di semplificazione e ottimizzazione procedurale. Il sostegno dei fondi FESR e FSE Plus all’interno del ST continuerà a (i) intervenire congiuntamente sui temi della crescita economico-lavorativa e dei servizi essenziali per le persone e le comunità; (ii) promuovere l’associazionismo comunale permanente nei territori interessati. Il numero delle aree da sostenere dovrà ricercare un equilibrio tra il consolidamento delle aree già interessate nel ciclo 2014-2020 e la necessità di estendere la possibilità di definire e attuare strategie in altri territori delle “aree interne” o di quelli con un forte carattere rurale. Nell’ambito dello sviluppo della pesca, dell’acquacoltura e dell’economia blu, Fampa contribuirà agli obiettivi delle strategie nelle zone interne. Il FEASR, nell’ambito dello sviluppo rurale, potrà contribuire agli obiettivi delle strategie nelle aree interne, nel rispetto dei propri obiettivi specifici e delle proprie regole e modalità di attuazione”. All’interno di questa scelta chiara, che condivido, anche per lo straordinario lavoro messo in campo da Fabrizio Barca e da chi ha creduto in un processo di crescita guidato dal basso e dalle comunità e dagli attori locali, non ci resta che chiedere, innanzitutto , per una spinta forte e decisa a spendere i fondi statali e comunitari già esistenti in Calabria, negli ambiti della Strategia nazionale, delle Aree interne e negli ambiti dei servizi essenziali, veri e propri diritti incomprimibili garantiti dalla Costituzione, della sanità, di ‘Istruzione, mobilità. Allo stesso modo bisogna favorire, con forza e determinazione, la costituzione di Comunità Energetiche Rinnovabili (Cer) nei Comuni delle aree interne perché coniughino, allo stesso tempo, sostenibilità ecologica e ambientale ed economicità dello strumento , così come va rafforzata la costituzione e il finanziamento di comunità verdi che possano costituire un valido strumento complementare alle Aree della Strategia Nazionale per le Aree Interne. Non sono convinto – aggiunge il rappresentante del Pd – che i processi di aggregazione amministrativa, parlo delle Unioni di Comuni e delle fusioni di Comuni, nelle aree interne e riguardanti soprattutto i Comuni con meno di 5mila abitanti, siano la “rinuncia ai diritti individuali e collettivi e all’accettazione meccanica di decisioni penalizzanti in nome di razionalizzazioni devianti, essenzialmente contrarie alla persona umana” ma penso, con un ragionevole dubbio, che mettere insieme piccole comunità, e ci sono robusti studi che confermarlo, potrebbe, ed il dibattito è ovviamente “aperto”, migliorando significativamente proprio quei servizi essenziali e primari che devono, ripeto devono, essere garantiti e senza i quali ipotesi di uscita dall’emarginazione sarebbero semplicemente irrealizzabili anche perché, lo dico in parole dell’economista Unical prof. Francesco Aiello, “non è chiaro il senso di mantenere polverizzata l’offerta dei servizi comunali e la gestione del territorio in migliaia di centri commerciali, quando lo spazio relazionale di molti borghi fa già leva sulla prossimità geografica e , quindi, anche su quello sociale, economico e culturale”. Ultima riflessione ma non secondaria; abbiamo due nemici con cui fare i conti: il drammatico inverno demografico e l’intollerabile ritardo nell’attuazione delle politiche pubbliche, sia ordinarie che aggiuntive, nelle aree interne. L’Europa che vogliamo costruire, unita, forte, solidale, accogliente e che guarda al Sud, al nostro Sud e al Mediterraneo della Pace e del Futuro. – conclude Cristallo – può trovare nelle sue aree interne e montane la forza fondante dei suoi valori, ovvero la tenacia di chi non si arrende, il sorriso accogliente e solidale delle nostre comunità, la speranza di chi ha un orizzonte da raggiungere e un grande patrimonio di valori da difendere e preservare”.

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV “Trieste cresce ed è ancora una volta una delle favorite” – .
NEXT Passaggio in Trentino per la staffetta ciclistica sulla Via Claudia Augusta – News – .