Abusi sessuali su bambina di 7 anni, la Procura di Sassari indaga sull’ex patrigno La Nuova Sardegna – .

Sassari Il sospetto degli inquirenti è che l’uomo possedesse materiale pedopornografico e forse avesse anche filmato i momenti in cui abusava sessualmente della figlia della compagna. Ed è proprio per accertare questa possibilità che interviene la Procura Elisa Succu – responsabile delle indagini – ha disposto il sequestro di cellulari, pc, macchine fotografiche e web cam. E ha iscritto il nome di nel registro degli indagati un 43enne dell’hinterland di Sassari con l’accusa di violenza sessuale.

Abusi che sarebbero stati commessi nei confronti di una bambina all’epoca appena nata 7 anni e che viveva sotto il suo stesso tetto. Era infatti la figlia della donna che aveva sposato. Oggi quella ragazzina è una ragazzina, ha 21 anni e ha trovato il coraggio denunciare quanto le era accaduto solo dopo la fine del matrimonio tra la madre e il patrigno. Come se lei, da figlia, avesse sentito il bisogno di sapere che i sentimenti di sua madre per l’uomo che aveva sposato tanti anni prima di lei si fossero definitivamente consumati. Consumati. Un’attesa lunghissima che purtroppo ha caratterizzato e turbato a lungo le sue giornate di bambina e, successivamente, quelle di adolescente.

Poi la coppia si è separata e la giovane – che evidentemente non sopportava più quel peso – ha deciso di andare alla polizia e raccontare tutto. Uno sfogo liberatorio e circostanziato, arrivato dopo quasi quindici anni, raccolto dai militari che hanno poi trasmesso il fascicolo alla Procura di Sassari. Potrebbero essere emersi alcuni dettagli nel racconto del 21enne che ha convinto il magistrato Succu a firmare un mandato di perquisizione personale e locali, a seguito dei quali sono stati sequestrati diversi dispositivi elettronici e altri oggetti.

C’è un “fondato motivo” – per il sostituto procuratore di Sassari – per ritenere che “all’interno del cellulare, del personal computer ma anche di altri dispositivi informatici in possesso o in uso dell’indagato, siano presenti foto e video con contenuti raffiguranti sessualmente espliciti minori o persone riprese senza consenso”. Così come nell’abitazione e nei veicoli di sua proprietà avrebbero potuto essere rinvenute prove contro il 43enne. Ed è per questo che la ricerca è stata estesa anche a questi luoghi.

Obiettivo della Procura è accertare l’attendibilità degli accertamenti. Verificare in che misura le dichiarazioni rese dalla presunta vittima trovino conferma nel materiale contenuto nei dispositivi sequestrati e adottare i conseguenti provvedimenti. All’uomo, protetto daavvocato Antonio Secciviene contestato il reato previsto dagli articoli 609 bis e 609 ter (comma 2) del codice penale: ossia violenza sessuale aggravata dall’aver commesso il fatto nei confronti di persona che non aveva compiuto gli anni 10. Circostanza che, nel caso in cui sia accertata la responsabilità dell’indagato, prevede la reclusione da sette a quattordici anni.

Le indagini sono appena iniziate e bisognerà quindi attendere che si concluda il lavoro degli inquirenti (soprattutto gli accertamenti “tecnici”) prima di sapere quali saranno le conseguenti azioni della Procura.

 
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