Sanità pubblica / Il punto sulla trattativa con Regione Lombardia – .

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Sanità pubblica / Il punto sulla trattativa con Regione Lombardia – .

Intervista a Lello Tramparulo, segretario regionale della FP Cgil

10 maggio 2024 – “Al tavolo con la Regione Lombardia al momento abbiamo due partite aperte. Il primo riguarda le prestazioni aggiuntive (tema ripreso tra l’altro anche dal documento programmatico per il rinnovo del contratto nazionale). Come la categoria Cgil Cisl Uil abbiamo presentato a proposta di accordo unitarioperché si tratta di un confronto a livello regionale”. Lello Tramparulo, segretario della FP Cgil Lombardia, fa il punto sulla trattativa in corso con la Regione riguardo al personale del settore sanitario pubblico, in vista delle prossime tappe.

Di quali prestazioni aggiuntive stiamo parlando?

«Spesso si fa confusione con i servizi aggiuntivi specificatamente dedicati alla riduzione delle liste d’attesa. Per quelli, secondo la legge, la Regione ha già distribuito 22 milioni di euro alle aziende socio-sanitarie locali. Invece adesso si parla nuove risorse economiche, 13 milioni, identificato con il legge 213 dello scorso dicembreanche questi già consegnati all’Asst, con il quale non solo per ridurre le liste di attesa ma anche per re-internalizzare i servizi e per la carenza di personale. Il conflitto è sorto soprattutto su quest’ultimo punto”, precisa Tramparulo.

Perché?

Cosa significa carenza di personale? Abbiamo dato congiuntamente le definizioni. Ad esempio, riempire un turno vacante. Quando un lavoratore, durante il riposo, è chiamato a coprire un turno scoperto a causa di malattia, quel rientro è tipico della carenza di personale. Perché a quel punto l’azienda ha completato tutto il quadro normativo contrattuale (prontezza, reperibilità) e così, magari alle 4 del mattino, arriva la chiamata per tornare in servizio. E per noi si tratta di un servizio aggiuntivo per carenza di personale sanitario (infermieri, ostetriche, tecnici della riabilitazione e della prevenzione) e va retribuito come tale”, risponde il sindacalista.

E cosa dice la Regione?

Non vuole includere questo caso di studio, vuole mantenere questo aspetto molto blando. Ovviamente, non ci si addice affatto e quindi ecco il primo punto di rottura sul tavolo delle trattative.

Cos’è l’altro?

Si tratta delle tariffe da adeguare per la prima volta e da rendere omogenee su tutto il territorio della Lombardia. Sebbene ormai esista la “giungla”, ciascuna azienda fa ciò che vuole. In alcune Asst il personale viene riportato indietro con i cosiddetti ‘gettoni’, pagati anche in base alla produttività dei lavoratori. Le prestazioni, secondo la legge, saranno remunerate fino alla fine del 2026, con tariffe che potranno arrivare a 60 euro lordi tutto compreso, cioè a prescindere che siano effettuate per ridurre le liste di attesa, reinternalizzazioni o per motivi di personale. carenze – precisa Tramparulo -. La Regione invece sostiene che le prestazioni aggiuntive, soprattutto per carenza di personale, se fatte al pronto soccorso valgono 50 euro, se fatte in altri reparti scendono a 40. Per noi non esiste! Per noi il listino prezzi deve essere unico, indipendentemente dalla tipologia di servizio aggiuntivo fornito dai lavoratori”.

Invece su RAR?

“Sulle risorse regionali aggiuntive abbiamo già a confronto previsto per mercoledì 22 maggio. La Regione non ha ancora presentato alcun tipo di documento anche se ha già dichiarato di non essere giuridicamente in grado di fornire nuove risorse. Cioè, a seconda delle sue convenienze, a volte fa riferimento alle regole, a volte si comporta da autonomista – precisa il segretario della FP Cgil Lombardia -. Aspettiamo i dati aggiornati sul personale ma sappiamo che rispetto al 2023 il numero dei lavoratori è aumentato, anche se di poco. Ma viceversa, noi insieme abbiamo già risposto che la quota pro capite non può diminuire, condizione per raggiungere un accordo”.


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