Tagli ai finanziamenti alle badanti voluti dalla Regione Lombardia, le associazioni ora ricorrono al Tar – .

Tagli ai finanziamenti alle badanti voluti dalla Regione Lombardia, le associazioni ora ricorrono al Tar – .
Tagli ai finanziamenti alle badanti voluti dalla Regione Lombardia, le associazioni ora ricorrono al Tar – .

Hanno deciso di ricorrere al TAR per vedere riconosciuti i loro diritti. La lotta contro i tagli continua Regione Lombardia ai fondi dedicati agli assistenti personali (caregiver) di persone con disabilità gravi e gravissime. Questa volta non si tratta di una nuova protesta di piazza, che sarebbe stata la terza in poche settimane dopo il flash mob del 23 marzo e la manifestazione del 16 aprile davanti alla sede del Consiglio regionale lombardo, ma è la decisione di 25 associazioni nazionali e locali procedono legalmente per “discriminazione”.

Percorrere questa ulteriore strada è il Comitato per l’assistenza familiare #b1b2affondatorecentemente creato per meglio coordinare la mobilitazione, supportato dallo studio legale Laura Andrao, esperto dei diritti delle persone con disabilità. Il Comitato lo ha fatto con l’intento di impugnare le delibere regionali n.1669 del 28 dicembre 2023 e n.2033 del 18 marzo 2024, entrambe approvate dalla maggioranza di centrodestra guidata dal presidente della Lega Nord Attilio Fontana. La scelta di rivolgersi al Tar, da parte di alcune organizzazioni composte per lo più da genitori di persone con disabilità gravi e gravissime, è arrivata in seguito al fallimento del dialogo istituzionale tra le associazioni e il Pirellone. Contattato da ilfattoquotidiano.it, l’avvocato Andrao, che da 15 anni difende legalmente le persone con disabilità e che sostiene questa azione legale, spiega che “a breve sarà notificato il ricorso al TAR, ci muoviamo per contestare una situazione di discriminazione perché non è più garantita una misura a sostegno delle persone con disabilità e di chi si prende cura di loro”. E aggiunge: “Non ho mai visto un’azione giudiziaria di questo tipo in Lombardia, non possiamo accettare che siano colpite le persone non autosufficienti e chi le assiste praticamente 24 ore su 24, che sono quasi sempre i loro genitori. “

La scelta di adire le vie legali è una scelta di lunga data, visto che le organizzazioni stavano valutando questa ulteriore opzione in occasione della mobilitazione del 16 aprile. Ora le associazioni alzano l’asticella della protesta. “Va fatta una precisazione: il Piano nazionale per la non autosufficienza (Pnna 2022-2024) a cui fa riferimento Regione Lombardia presenta alcune criticità, ma da nessuna parte si afferma che l’attuazione dei servizi di assistenza domiciliare diretta debba essere attuata tagliando i contributi di assistenza indiretta ai beneficiari caregiver aventi diritto. E l’unica in Italia che lo ha fatto finora è la Regione Lombardia», dice a ilfattoquotidiano.it Fortunato Nicolettivicepresidente dell’organizzazione di volontariato Nessuno è escluso e una delle voci più rilevanti del Comitato Caregiver, nato sulla scia delle mobilitazioni in forte contrarietà ai tagli previsti dal 1° giugno 2024 alle misure B1 (disabilità molto grave) e B2 (disabilità grave).

«La Pnna dice espressamente che i Leps (livelli essenziali di prestazioni sociali) per le persone con disabilità sono garantiti attraverso l’attuazione della legge delega che ha visto l’emanazione dell’ultimo decreto attuativo solo il 15 aprile. Le delibere lombarde, già approvate in precedenza, sono discriminatorie e noi come Comitato le impugneremo ricorrendo al TAR” aggiunge Nicoletti. «Quello che è previsto non è ammissibile e, se passasse in Lombardia, molto presto potrebbe accadere che siano coinvolte tutte le regioni italiane e non potremo più dire: ‘Questa cosa non ci riguarda’. La badante familiare è una figura essenziale che va valorizzata, perché fa risparmiare ogni giorno tanti soldi non solo alla Regione, ma all’intero Stato italiano”, affermano all’unisono tutti gli enti aderenti al Comitato. “Non si può dare per scontato che dal 1° giugno ci verranno garantiti servizi che oggi non esistono a fronte di tagli concreti a risorse economiche fondamentali e già largamente insufficienti rispetto ai bisogni attuali. In Lombardia mancano infermieri specializzati per l’assistenza domiciliareoltre ad assistenti sociali e operatori formati per dare risposte concrete a chi ha bisogno”, riferisce Cristina Finazzi di Spazio Blu Autismo Varese che aderisce al Comitato. “Non possiamo non reagire di fronte a questa enorme ingiustizia nei confronti delle persone più fragili, siamo costretti a rivolgerci ai giudici per vedere riconosciuti i diritti dei nostri figli perché è in gioco il loro presente e il loro futuro”, afferma Teresa Bellini Rappresentante Confad in Lombardia. I dettagli del ricorso saranno presentati lunedì 27 maggio alle ore 16 al Circolo De Amicis di Milano e una rappresentanza delle associazioni promotrici dell’iniziativa, insieme all’avvocato Andrao, illustreranno le ragioni del ricorso e il percorso che ha portato a questa scelta. costoso per loro.

 
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