Studente calabrese ricorda il commerciante Orazio Sciascio ucciso a Gela per aver rifiutato categoricamente ogni forma di estorsione il 23 maggio 1998 – .

Studente calabrese ricorda il commerciante Orazio Sciascio ucciso a Gela per aver rifiutato categoricamente ogni forma di estorsione il 23 maggio 1998

Opporsi al pizzo significava subire ripercussioni molto gravi o addirittura affrontare la morte negli anni ’90. È la tragica storia di Orazio Sciascio, commerciante di 67 anni, ucciso a Gela da alcuni sicari appartenenti alla Stidda, organizzazione mafiosa, proprio per aver dichiarato di respingere risolutamente ogni forma di estorsione, il giorno in cui Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e alcuni uomini della scorta avevano perso la vita a causa di un attentato nei pressi di Capaci, sei anni prima,

Orazio era una persona comune che con il suo comportamento e il suo sacrificio contribuì ad arricchire il significato della parola “legalità”: un fulgido esempio di coraggio e di un eccezionale senso di onestà.

Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende pertanto ricordare la sua figura, attraverso l’opera della studentessa Monica Varano della classe III sezione. G del Liceo Scientifico Filolao di Crotone.

“Orazio Sciascio si trovava nel suo negozio di alimentari a Gela quando il 23 maggio 1998, dopo essersi rifiutato di pagare il pizzo, sentendosi protetto dai figli carabinieri, venne ucciso con un fucile calibro 12 all’età di 67 anni. Nell’uccisione di Orazio Sciascio, la mafia gelese aveva eliminato in maniera molto brutale Fortunato Belladonna, un ragazzo di 16 anni. Era un periodo molto caldo, in cui la mafia seminava il terrore a Gela. A pagare il prezzo di questi due delitti, però, è stato Mirko Turco, non ancora diciottenne quando venne accusato prima dell’omicidio di Belladonna e poi di quello di Sciascio. Dieci anni e tre mesi di carcere fu la pena che dovette scontare prima di essere dichiarato innocente. Gli assassini, mafiosi in carcere, hanno confessato l’omicidio dell’imprenditore quando sono diventati collaboratori di giustizia. Ancora una volta assistiamo a ingiustizie nei confronti di chi lotta ritenendosi libero di fare le proprie scelte, ma soprattutto nei confronti degli innocenti che, da un momento all’altro, vedono tolta la loro stessa vita”.

L’educazione alla legalità dovrebbe riferirsi proprio a quegli uomini che con le loro azioni e attività hanno lottato contro la criminalità; la storia di Orazio Sciascio va ricordata soprattutto a scuola, durante corsi di approfondimento per la cittadinanza attiva, come avvenuto al liceo scientifico “Filolao” di Crotone, con la partecipazione di alcune classi al percorso didattico “#nostristudentiraccontanoimartiridellalegalità”, che ha permesso ai giovanissimi studenti di conoscere e apprezzare tanti protagonisti noti e sconosciuti della legalità.

Il CNDDU invita ancora una volta studenti e docenti ad aderire al progetto #inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità. Le opere potranno essere segnalate alla CNDDU che le renderà visibili sui propri canali social (email: [email protected])

Prof. Romano Pesavento

Presidente CNDDU

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV ci sono anche tre ex giocatori del Benevento – .
NEXT l’app per visitare il Duomo di Rimini • newsrimini.it – .