Catanzaro. Alecci propone l’attivazione dell’infermiere di famiglia o di comunità in Calabria. – .

“In un momento in cui la sanità calabrese è sotto pressione, l’introduzione dell’Infermiere di Famiglia o di Comunità rappresenterebbe una risposta concreta e immediata ai bisogni dei cittadini” Ha detto Alecci. “Questa figura professionale, già sperimentata con successo in altre regioni italiane, è in grado di fornire assistenza domiciliare e comunitaria, riducendo la necessità di pronto soccorso per problematiche gestibili sul territorio”.

L’infermiere di famiglia o di comunità ha un ruolo cruciale nella gestione della sanità pubblica a livello locale. Tra i suoi compiti principali rientrano infatti l’assistenza domiciliare, l’educazione sanitaria, la prevenzione delle malattie e il monitoraggio delle patologie croniche. Alecci ha sottolineato come questa figura possa essere decisiva per migliorare la qualità della vita delle persone, soprattutto nei contesti in cui l’accesso alle strutture sanitarie è più difficile.

«Pensiamo alle zone interne e montane della Calabria, dove le distanze dai centri ospedalieri sono spesso notevoli e le infrastrutture di trasporto non sempre adeguate. Un infermiere di famiglia o di comunità potrebbe fare la differenza per molti cittadini, fornendo assistenza e supporto direttamente sul territorio”, – ha aggiunto Alecci.

Nell’interrogazione presentata al commissario Occhiuto, l’Assessore ha evidenziato la necessità di un intervento rapido e deciso per attuare questo modello sanitario. Chiede inoltre che vengano stanziate risorse adeguate e avviati corsi di formazione specifici per gli infermieri che saranno chiamati a ricoprire questo ruolo.

“La nostra sanità ha bisogno di soluzioni innovative vicine ai cittadini”, ha concluso Alecci. “L’infermiere di famiglia o di comunità rappresenta una risposta concreta e sostenibile alle sfide attuali, capace di portare benefici tangibili sia agli utenti che al sistema sanitario nel suo complesso.”

La proposta ha già suscitato un ampio dibattito tra gli operatori sanitari e le istituzioni locali, segnalando un crescente interesse verso modelli assistenziali più integrati e centrati sulla persona. Resta ora da vedere quali saranno le risposte e le azioni del Commissario Occhiuto riguardo a questa importante iniziativa.

 
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