niente più nascite ad Anzio e Nettuno – Il Caffe – .

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niente più nascite ad Anzio e Nettuno – Il Caffe – .

La Regione Lazio ha annunciato l’intenzione di farlo chiudere il punto nascitagià autorizzato dal Ministero della Salute, presso l’ospedale “Riuniti” di Anzio E Nettuno. La decisione è contenuta nel Piano sanitario 2024/2026.

Riguardo a questa decisione i consiglieri regionali del Pd Emanuela Droghei e Massimiliano Valeriani hanno rilasciato una nota molto dura:

“Chiudere la maternità ai Riuniti? Scelta ingiustificata”

“Questa scelta, per noi incomprensibile, non tiene conto delle esigenze della popolazione costiera, relegando le città e i cittadini di questa zona ad un ruolo di seconda classe. Anzio, Nettuno e i comuni limitrofi hanno una popolazione che necessita di un servizio sanitario adeguato e accessibile”.

“Non possiamo accettare che le decisioni politiche vengano prese senza un’adeguata considerazione delle reali esigenze del territorio e della voce dei suoi abitanti. La scelta di tale chiusura appare del tutto ingiustificatasoprattutto alla luce del parere tecnico del Comitato regionale”.

“Questa misura rischia di compromettere la qualità e l’efficacia del servizio sanitario per un gran numero di cittadini. Chiediamo alla Regione Lazio di riconsiderare questa decisione e di avviare un confronto serio e costruttivo con tutte le parti interessate”.

“È fondamentale – concludono i rappresentanti regionali – che le scelte sanitarie siano orientate al bene comune e rispecchino i bisogni della popolazione”.

Perché il Piano chiude i centri maternità di Anzio e Nettuno

Il Piano Sanitario Lazio 2024-2026 è stato adottato dal Consiglio Regionale guidato da Francesco Rocca con delibera regionale n.976 del 28 dicembre 2023.

Nelle prime tre righe del Piano si delinea subito il tema dominante delle quasi 80 pagine successive:

«Nel Lazio, negli ultimi dieci anni, la percentuale dei residenti con 65 anni o più è
è passato dal 20,4% (gennaio 2013) al 23,1% (gennaio 2023) [fonte ISTAT]. L’invecchiamento della popolazione ha portato ad un aumento della prevalenza di patologie croniche, molto spesso coesistenti tra loro”.

Cambiano le caratteristiche della popolazione e con esse anche i bisogni in termini di assistenza sanitaria. L’invecchiamento dell’età media dei residenti nel Lazio porta ad una maggiore richiesta di alcune tipologie di assistenza come le patologie senili, la riabilitazione fino all’ultima assistenza, quella dell’Hospice.

E così, se da un lato il governo nazionale di centrodestra proclama la sua politica di aiuto alla famiglia e di aumento delle nascite, dall’altro il governo regionale, anch’esso di centrodestra, toglie risorse importanti proprio alla maternità, chiusura delle sezioni storiche dei Meeting di Anzio e Nettuno.

All’origine ce n’è sempre uno mancanza di risorse economichema anche alcune statistiche che da anni evidenziano come il numero delle nascite che avvengono ai Riuniti è inferiore agli standard definiti dal Ministero della Sanità.

A ciò si aggiunge la cronica carenza di pediatri specialisti, con la sopravvivenza del reparto maternità che in passato era garantita anche da una convenzione con l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.

In realtà si tratta di una carenza che si evidenzia a livello nazionale e quindi, unita alle “solite” ragioni economiche, la tendenza a livello nazionale è quella di ridurre il numero dei reparti di maternità e di ostetricia, concentrandoli in strutture che riuniscano diversi territori.


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