Lecce – 100 anni della Duse festeggiati con il progetto Undulna – .

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Lecce – 100 anni della Duse festeggiati con il progetto Undulna – .

Eleonora Duse. Un centenario tra il Comitato Nazionale e il Progetto Undulna

A Lecce, il 3 giugno alle 18 (Sala Marinetti di Laica), Annarita Miglietta dialoga con Pierfranco Bruni, coordinatore scientifico del Progetto Undulna Duse 100 (Centenario della morte di Eleonora Duse).

Un approfondimento sulla base del volume a più voci “Come l’onda sulla duna, la Divina che diventa fiere” (Solfanelli editore), a cura di Franca De Santis, al quale Annarita Miglietta (Unisalento) ha contribuito con un importante contributo saggio.

Di seguito si riporta la postfazione di Emanuele Merlino al volume.

Quanto durano gli applausi? Di solito il tempo che passa tra il buio della fine dello spettacolo e l’uscita dal teatro.

Se l’interprete è stato bravo, continua silenzioso per qualche ora o, raramente, per qualche giorno. Eppure a volte non si ferma e gli applausi non solo durano molto più a lungo ma addirittura superano il tempo.

Accorgersi, quindi, che una persona è riuscita a passare dal ruolo di protagonista, nella vita, a quello di mito, una volta calato il sipario, è il grande fascino di un centenario.

Ma è anche, e forse soprattutto, occasione per nuovi approfondimenti e ulteriori riflessioni che mirano alla ricerca, al confronto e alla dialettica con le nuove generazioni. Per questo è stato istituito un comitato nazionale per le celebrazioni, presieduto da Giordano Bruno Guerriall’interno del quale svolge un ruolo importante Pierfranco Bruni, curatore di questa importante collezione in cui fondamentali sono i confronti tra letteratura, teatro e storia. Nel libro “Come l’onda sulla duna, il Divino che si fece fuoco”Solfanelli editore, la partecipazione di numerosi studiosi, professori universitari, storici e scrittori, oltre che esperti di teatro, Gli elementi dell’universo Dusse ci sono tutti e si avvertono già dalle prime pagine e dalla struttura complessiva dell’opera.

Dusse è una donna e un’attrice che intercetta due epoche, rinnovando il modo di fare teatro e di leggere personaggi e intellettuali che hanno caratterizzato tutto il primo Novecento con le eredità di un Ottocento che ha visto la cultura italiana diventare un’identità nazionale.

Mi riferisco all’importanza del teatro Dusian, che in un intreccio sperimentale con l’opera complessiva di Pirandello e soprattutto con la nascita di un teatro di poesia, vede d’Annunzio al centro di un vocabolario innovativo che arricchirà i modelli linguistici dell’intero Novecento che affonda le sue radici nella visione interpretativa della tragedia greca e nell’ironia della commedia latina.

In effetti, il Dusse è l’interprete del senso tragico greco, la lettura di Nietzsche è fondamentale in questo aspetto, e della vis comica tragica della commedia latina con tutto il fiorire della “maschera” delle pose.

Ma la Divina è anche interprete di un processo storico nella cultura tout court e il suo legame con il Papa, che non è solo sentimentale, ma profondamente culturale, va proprio in questa direzione.

Le scelte sulle proposte teatrali definiscono, infatti, una rivoluzione, sia in termini di definizione dei personaggi rappresentati, sia sulle modalità sceniche e sulla visione tragica che trasforma il percorso melodrammatico in una dimensione tragica del ruolo svolto dal personaggio storico. processi.

Pensa all’intera linea russa.
Pensiamo a quello francese con Hugo.
Pensa a Shakespeare.
Pensiamo a Dante nel V Canto dell’Inferno.
Notevole è un fatto che rivoluziona il linguaggio teatrale italiano.
Eleonora Duse recita sempre in italiano.

Questa scelta costituisce un forte legame con un’italianità ben espressa, soprattutto quando la Divina si trova a rappresentare opere di autori non italiani. Un pezzo che lascerà un segno positivo nell’intero teatro italiano del Novecento. Queste ed altre idee emergono chiaramente in questo lavoro. Là Dusse rimane chiaramente centrale, ma il suo rapporto con d’Annunzio è critico. Perché è proprio il Papa, del resto, a incoraggiarla e spingerla, condividendo opere da lui scritte e tante indicazioni, volte a portare avanti il ​​messaggio, forse necessario in quel contesto, dell’italianità. Ma è anche l’unico capace di togliergli, ingiustamente, il ruolo di protagonista della propria vita.

Insomma, è un testo che apre a una lettura piacevole e innesca un nuovo dibattito anche all’interno del mondo scolastico e accademico.

Eleonora Duse si è esibito davanti a personaggi che hanno fatto la storia della cultura mondiale e lo ha fatto sempre in italiano.

Eppure, anche all’estero, la sua espressività riusciva a sconvolgere spettatori solo apparentemente incapaci di comprenderla. Solo uno di loro, Charlie Chaplinin una recensione che definire entusiasta sarebbe riduttivo e che si può definire, visto che è stata scritta due mesi prima della morte della Duse, come l’epitaffio perfetto, scrive che “un movimento delle sue mani è più magicamente espressivo di cento parole dette con il tono più vibrante” e questo libro ci prova, con il movimento delle mani degli autori, sapientemente coinvolti dall’ Pierfranco Bruniriportare un mito come questo alla scena odierna Eleonora Duse.

Ha infatti un merito decisamente superiore: quello di aver contribuito a dargli un nuovo pubblico. In fondo non potrebbe fare diversamente perché lei, divina, non è mai scesa dal palco della storia.

*Scrittore. Capo della segreteria tecnica del ministro della Cultura

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