“Grazie alla musica incontro persone da tutto il mondo” – .

“Grazie alla musica incontro persone da tutto il mondo” – .
“Grazie alla musica incontro persone da tutto il mondo” – .
Il jazz è un mondo che Gianluigi Giannatempomusicista originario di Cerignola, lo conosce bene da quando, da ragazzo, ha cominciato ad esplorare e frequentare con curiosità ed interesse il variegato ambiente della musica.

Oggi, che è un affermato e rinomato compositore e arrangiatore (i suoi brani sono stati eseguiti in diversi paesi d’Europa e del mondo, ottenendo premi e riconoscimenti nei concorsi più prestigiosi), Gianluigi trasmette la sua passione e le sue conoscenze ai giovani che intendono intraprendere una carriera o un percorso musicale. Attualmente lo è davvero Docente di Composizione Jazz A Conservatorio di Musica di Matera.

Giannatempo ha al suo attivo una trentina di incisioni discografiche e arrangia per grandi nomi, gruppi jazz e orchestre.

Quanto hanno influenzato le tue origini nelle scelte professionali e musicali che hai fatto?

“La mia passione per la musica è iniziata quando vivevo qui a Cerignola, durante la mia adolescenza. All’epoca suonavo la chitarra, e con gli amici si formarono i primi gruppi musicali. Poi è arrivata la scoperta della composizione, grazie ad un amico che già studiava. Successivamente il mio rapporto con questa città è stato molto discontinuo, dato che ho vissuto a lungo in altre città, e mi sono stabilito qui quando mi sono sposato.

Ad eccezione di un concerto di Gino Paoli per il quale ho curato gli arrangiamenti qualche anno fa, non sono mai stato coinvolto in eventi musicali. La Puglia gioca sicuramente un ruolo importante nello sviluppo del mio percorso, visto che ho avuto le mie prime esperienze a Bari, dove ancora oggi operano figure di riferimento e di spicco del jazz italiano.

Devo dire che forse la zona della Daunia è meno attiva dal punto di vista culturale rispetto al Sud della Puglia, che invece è estremamente vitale. A questo proposito ho molto apprezzato la nascita del Festival Jazz che si è tenuto lo scorso anno a Cerignola, e ha portato qui personaggi importanti come Gaetano Partipilo e Max Ionata, ottenendo anche un buon riscontro di pubblico. Spero che agli organizzatori venga data la possibilità di replicare l’iniziativa”.

Tu che hai una lunga e consolidata esperienza musicale, cosa pensi delle nuove generazioni e del loro modo di intendere e fare musica?

“C’è una generazione di giovani compositori di altissimo livello. Purtroppo i social, che però hanno tanti altri aspetti positivi, hanno influenzato pesantemente il mercato, e capita che vengano date maggiori opportunità a chi è riuscito ad acquisire una certa visibilità, pur non dimostrando un talento notevole.

Insegno al Conservatorio di Matera, istituzione italiana di alta qualità, e al Collegio Musicale Sant Luis di Roma, che negli anni ha acquisito una notevole visibilità internazionale e riunisce studenti da tutto il mondo. Conosco ragazzi talentuosi e con una grande passione, tuttavia non ho pregiudizi riguardo i vari generi musicali. Praticare musica classica, jazz, pop, rock, è sicuramente un’esperienza formativa, a patto di avere qualcosa da dire.

Soprattutto oggi mancano quelle figure, presenti in passato, che si occupano di scouting dei talenti. Un ragazzo mi ha raccontato che la casa discografica a cui si è rivolto non si è mostrata interessata alla sua musica, ma al numero di followers che aveva”.

Rispetto a quanto accade all’estero, in Italia è ancora difficile affermarsi nel vostro settore?

“Soprattutto nel Nord Europa, le forme musicali considerate “artistiche”, a differenza della musica commerciale che ha un proprio mercato, ricevono il sostegno dello Stato, della radio e di diversi soggetti culturali. L’ensemble belga con cui collaboro in questo momento ha una residenza artistica mensile in un’importante sala di Bruxelles, e in tutto il Nord Europa ci sono Orchestre Jazz di altissimo calibro che commissionano musica a compositori di tutto il mondo.

In Italia queste opportunità sono ancora rare, e – ad eccezione di qualche isola felice – spesso si basano sulla passione e sul volontariato di chi organizza, nonostante il livello dei musicisti sia ottimo. In generale l’Italia non eccelle in termini di attenzione alla cultura, e questo può rappresentare un problema, soprattutto per i principianti”.

Ci sono musicisti e colleghi a cui sei particolarmente legato e con i quali hai instaurato un rapporto di amicizia?

“Molti! Uno dei lati positivi di questa attività è che ti porta a conoscere persone provenienti da tutto il mondo. Tra i tanti mi piace ricordare il mio maestro di New York Riccardo De Rosaex professore alla Juilliard e alla Manhattan School of Music, attualmente direttore del Dipartimento di Composizione Jazz dell’Università del Nord del Texas, dipartimento stellare dove sono stato ospitato nel 2018.

Siamo in contatto da più di 30 anni: ci scambiamo esperienze, musica e quando possibile cerchiamo di vederci. È un grande musicista e insegnante, tra l’altro ha avuto anche una nomination ai Grammy.

Un’altra persona a cui sono molto legato lo è Maestro Gianni Oddi, primo sassofono della mitica orchestra sinfonica-ritmica della RAI e solista di Ennio Morricone per più di 20 anni. Ci siamo conosciuti grazie ad una produzione all’Auditorium di Roma, ed è nato un bellissimo rapporto di amicizia, stima e collaborazione musicale. Una persona dall’energia incredibile che ha suonato con tutti i più grandi, attraversando la storia della musica italiana degli ultimi 50 anni”.

Quali sono i tuoi obiettivi e i tuoi progetti futuri?

“Entro la fine dell’anno o nei primi mesi del 2025 registreremo la musica che ho scritto per David Linx, e che verrà eseguita in questi giorni a Bruxelles e Roma. A dicembre sarò con la Sardegna Jazz Orchestra e Rosario Giuliani (un grande solista italiano) per una nuova produzione.

Nel gennaio 2025 la “Greg Ruvolo Big Band”, orchestra newyorkese con la quale collaboro da qualche anno, eseguirà la mia musica, che verrà poi registrata, al “Birdland”, uno dei locali jazz più famosi ed importanti. club del mondo, dove si esibirono Davis, Parker, Barbra Streisand e molti altri. Rappresenta un po’ la storia del Jazz.

Nasce un progetto anche grazie ad una collaborazione tra l’Orchestra Jazz della Sardegna, una delle “isole felici” di cui parlavo prima, e il Conservatorio di Matera. Il progetto riguarda la musica di Giorgio Gaslini, uno dei padri del Jazz italiano, nonché autore di colonne sonore e musica contemporanea. Verranno coinvolti alcuni studenti, che saranno ospitati a Sassari, e potranno ascoltare la loro musica eseguita dall’Orchestra.

Dovrei poi dedicarmi alla scrittura di un concerto per orchestra sinfonica, che dovrebbe tenermi impegnato per circa un anno”.

 
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