Terremoti nei Campi Flegrei, a Pozzuoli sono già state sfrattate 717 persone – .

Terremoti nei Campi Flegrei, a Pozzuoli sono già state sfrattate 717 persone – .
Terremoti nei Campi Flegrei, a Pozzuoli sono già state sfrattate 717 persone – .

Pozzuoli vuole tornare alla normalità, o almeno questo è quanto annunciato dalle istituzioni locali, ma c’è un’emergenza “invisibile” che per ora riguarda 717 residenti che hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni ritenute a rischio. Un numero che potrebbe crescere ulteriormente.
Intanto l’assessore alle Attività produttive del Comune, Titti Zazzaro, scrive con soddisfazione sui social: «Via le tende da Pozzuoli, la nostra richiesta è stata ascoltata. Questo rappresenta un importante ritorno alla normalità, sperando che non ce ne sia più bisogno”. Un ritorno alla normalità di cui però non potranno godere i cittadini sfrattati dai propri appartamenti.

Dopo il terremoto di magnitudo 4.4 di lunedì 20 sono pervenute 1.400 segnalazioni di edifici privati ​​da parte dei cittadini. Segnalazioni di ferite più o meno profonde che hanno generato la paura di tornare a casa. Il sindaco Luigi Manzoni ha fornito, nei giorni scorsi, i numeri completi di quella che non definisce emergenza, ma che fotografano una situazione alla quale, ad oggi, non esistono gli strumenti per porre rimedio. Secondo gli ultimi dati, su 1.212 controlli effettuati, sono stati emessi 76 provvedimenti di sfratto. Un numero inevitabilmente destinato a crescere, non solo se aspettiamo gli accertamenti ancora da elaborare, ma anche e soprattutto se teniamo conto delle 138 unità immobiliari con previsione di sfratto, dei 3 fonogrammi di sfratto e dei 32 diffide a luoghi frequenti.

C’è chi ha ricevuto l’ordinanza, ma tanti la stanno ancora aspettando. Ciò che accomuna questi cittadini non è quindi il documento che attesta ciò che non hanno più, ma l’incertezza del futuro. Finora le famiglie che hanno richiesto alloggio, recandosi al Palatrincone per il censimento, sono state 258 per un totale di 717 persone. Si tratta di oltre settecento cittadini pozzuolesi che si sono ritrovati senza casa, rinunciando a parte dei propri beni e delle proprie abitudini. Per ora 50 hanno accettato la sistemazione in albergo mentre, come ha sottolineato il sindaco, 74 famiglie l’hanno rifiutata. Rifiuti dettati da bisogni e difficoltà, come quelli di Maria Misto che ha ricevuto sistemazione in un albergo di Trecase.
«Mi avevano assicurato che il raggio di alloggio era massimo tra Varcaturo e Giugliano, ma invece ho dovuto rifiutare perché una soluzione così lontana mi rende difficile lavorare e dare assistenza a mia madre che soffre di Alzheimer – scrive Maria sui social – Sarebbe stato difficile anche per lei essere trasportata ogni volta per l’assistenza sanitaria che ha ancora a Pozzuoli. Ho rinunciato a una stanza in albergo a Trecase, ma non all’urgenza di un collocamento”.

Tra chi ha ancora una casa e chi non ce l’ha più, c’è chi ormai può viverne solo una parte. «Ho avuto delle crepe importanti, dopo aver chiamato i controlli hanno isolato parte della mia casa. Mi hanno detto che posso restare, ma che non posso usare la camera da letto”, spiega Veronica. Eppure, il sindaco ribadisce ai cittadini: «Pozzuoli è una città viva. Dovrà continuare a vivere e noi non lasceremo questa città”. Restare nella propria città sembra essere diventato quasi il primo comandamento del vero puteolano. Imparare a convivere con il bradisismo è la precondizione necessaria per vivere nei Campi Flegrei. Le tende hanno danneggiato l’immagine di normalità di Pozzuoli, le barriere all’esterno degli edifici evacuati restano, ma sono poco visibili agli occhi dei turisti. Ma la normalità è andata perduta per quelle centinaia di sfrattati e per gli altri che presto potrebbero essere essi stessi sfrattati.

 
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