“Affondiamo Lattuca per liberare i cesenati. E aboliamo la ZTL” – .

“Affondiamo Lattuca per liberare i cesenati. E aboliamo la ZTL” – .
“Affondiamo Lattuca per liberare i cesenati. E aboliamo la ZTL” – .

Più nota l’immagine di lui con il megafono in piazza, icona dei 57 sabati (180 in tutta Italia) all’insegna del “No Fear Day”, il movimento di opposizione all’obbligatorietà dei vaccini e alle limitazioni imposte durante il Covid periodo . Ma Paolo Sensini, candidato sindaco nella lista civica “Per la pace e il bene comune. Cesena viva e unita” – 54 anni, nubile, dialettica ben argomentata e passione civica – sostiene un’altra cosa. Laureato in filosofia, specializzato in storia, docente e studioso delle dinamiche geopolitiche e delle relazioni internazionali, scrittore e organizzatore di eventi culturali “fuori dal comune”, raramente depone sia le armi sia quell’alito di diffidenza tipico di chi ha un ampio davanti agli avversari. Nato a Cesena (“sono un romagnolo DOC”), vive tra Milano e la Romagna. Sensini, cosa significa in pratica essere un esperto di geopolitica?

«Significa studiare tutto ciò che accade nel mondo, cioè i teatri di crisi, di guerre, di equilibri in evoluzione, nel mio caso con particolare attenzione al Medio Oriente. Mi occupo di relazioni internazionali, sono stato in Libia, Siria, Iraq, pubblicando poi libri specifici. Oggi collaboro con Unimeier a Milano, ma ho collaborato con diversi altri istituti universitari”.

Lei, però, deve la sua popolarità alla battaglia contro i vaccini anti-Covid. Soddisfatto?

“A dire il vero no. Rivendico anche l’organizzazione dei tanti convegni sulla storia e sulla geopolitica, sulle guerre in Libia e Siria. Mi pesa essere schiacciato dalla battaglia ‘no vax’. È uno dei miei impegni più importanti, perché riguarda la negazione della libertà, ma non è l’unico”. Da dove è nata questa convinzione sull’inutilità dei vaccini contro il Covid?

“Prima di quell’imposizione arbitraria e categorica, che in caso di rifiuto ci impediva anche di uscire di casa, non ho mai avuto nulla contro i vaccini. Le misure mediche non erano nemmeno sperimentali. Infatti, l’azienda farmaceutica Pfizer ha ammesso pubblicamente al Parlamento europeo, attraverso il suo legale rappresentante, che non ha dimostrato nulla che il vaccino avrebbe impedito il contagio”.

Allora non è forse vero che il vaccino ha salvato milioni di persone?

“Non ci sono prove. Draghi ha detto ‘chi non si vaccina muore’: ci siamo riuniti in migliaia e non siamo morti. Sono almeno 15 milioni le persone non vaccinate in Italia che non hanno contratto il Covid. Io stesso non ho avuto un filo di febbre. Ho approfondito la questione con il supporto di medici e scienziati e nella nostra battaglia per la libertà abbiamo sensibilizzato le persone sui nostri controlli”.

Come si caratterizza la vostra lista civica?

“È un’aggregazione di persone con esperienze diverse. Provengono dal mondo della ricerca, delle professioni, dell’imprenditoria. Persone, e sono migliaia quelle che sono passate dalle nostre manifestazioni, che vogliono affrontare temi al di fuori dei diktat morali e religiosi. Come quelli che mette in campo il sindaco Lattuca, che invece di sistemare le strade, gestire le sale pubbliche, curare l’ordine pubblico, che sarebbe la funzione principale di un sindaco, si occupa di imperativi moralistici”.

Quanti voti pensi di raccogliere l’8/9 giugno?

“Non lo so. Ma sono convinto che siano tante le persone interessate alle libertà fondamentali affrontate nello spazio pubblico fuori dagli intonaci burocratici tipici degli ultimi decenni. Ribadisco che non ci separiamo solo sulla battaglia no-vax”.

La tua lista è giusta, sinistra o al centro?

“Non ci riconosciamo in nessuno di questi allineamenti ideologici. Noi siamo quello che proponiamo, in pochi semplici punti. Pace contro la guerra, che può essere raggiunta solo con la diplomazia; salute e libertà di scelta terapeutica; trasformazione ecologica e cambiamento climatico, divenuto un pretesto artificiale e inventato; bloccare la rete 5G che, con le sue antenne, provoca problemi di salute; l’autodeterminazione comunale che attribuisce agli abitanti la cura del territorio in cui abitano; implementato finora; semplificazione burocratica sia per le famiglie che per le imprese; la riapertura del forum annonario nella sua forma originaria;

Se ci fosse il ballottaggio a chi daresti il ​​tuo voto?

“A nessuno. Chiederemo a chi si riconosce nelle nostre proposte di votare per noi e di abbandonare la lista Lattuca”.

Vuol dire che voteresti per il centrodestra?

“NO. Anche questo non piace a noi, vero? I nostri elettori non sono persone di buona bocca. Pensiamo, tanto per fare un esempio, al problema dell’immigrazione. Dall’inizio del governo Meloni a oggi sono arrivati ​​più immigrati che durante i governi precedenti. E dire che la destra ha vinto proprio promettendo lo stop all’immigrazione irregolare”.

La prima cosa che farebbe se diventasse sindaco.

“Io abolirei le zone a traffico limitato che stanno facendo di Cesena una città che muore, una sorta di museo dove muoiono le attività commerciali. Corriamo dietro ai cittadini per essere multati invece di catturare i criminali”.

Tutte le città, seppure amministrate in modo diverso, cercano di salvaguardare i propri centri storici dall’assedio delle auto.

“Ma quale assedio? Sono cresciuto a Cesena e non ho mai visto il centro soffocato dalle auto. Sono crociate ideologiche. Abbiamo bisogno di una contro-narrativa a questo tipo di mantra. Il primo input dovrebbe essere quello di rivitalizzare la città”.

Cosa accadrà alla tua lista se non otterrai un posto in consiglio comunale?

“Continueremo le nostre battaglie con ancora maggiore vigore. Noi non abbiamo realizzato i nostri progetti come accessori per raccogliere voti, sono le idee di una comunità che si è formata in questi anni. Uno dei nostri punti di riferimento è la Biblioteca Libera e Il Viandante di Diegaro”.

Cosa fa quando non studia, non insegna o non arringa la folla?

“Mi piace la natura, faccio trekking e soffro di mal di bicicletta, come tanti romagnoli. L’anno scorso sono arrivato a Lisbona viaggiando in bicicletta lungo la costa francese, spagnola e poi portoghese”.

 
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