“Dopo la formazione del Governo dovevamo definire in tempi rapidi i flussi di ingresso regolare in Italia”, poi “abbiamo emanato il DPCM che attua la programmazione per il triennio 2023-2025” e “istituito un tavolo tecnico per monitorarne l’applicazione. Ora quel monitoraggio rivela dati allarmanti”. Lo ha detto Giorgia Meloni in una dichiarazione al Cdm.
“Da alcune regioni, soprattutto dalla Campania – ha sottolineato -, abbiamo registrato un numero di domande di nulla osta al lavoro per cittadini extracomunitari, durante il click day, del tutto sproporzionato rispetto al numero di potenziali datori di lavoro, siano essi privati o aziende”.
“Sui permessi di lavoro stagionale,
Cioè per lavoro in ambito agricolo o turistico-alberghiero – ha proseguito Meloni -, nel 2023, su un totale di 282.000 domande, 157.000 arrivano dalla Campania, mentre 20.000 arrivano dalla Puglia. Solo che, ad esempio nel settore agricolo, la Puglia conta circa il 12% delle imprese agricole italiane e la Campania solo il 6%. Un dato ancora più preoccupante – ha aggiunto – è che, visto il numero esorbitante di domande di autorizzazione, solo una percentuale minima degli stranieri che hanno ottenuto il visto per motivi di lavoro in base al “Decreto Flussi” ha effettivamente firmato un contratto di lavoro. In Campania meno del 3% di chi entra con il permesso firma poi un contratto di lavoro”.
“Un divario significativo tra il numero di persone che entrano in Italia per motivi di lavoro e i contratti di lavoro che poi vengono effettivamente stipulati – ha osservato – è però una caratteristica che accomuna molte regioni italiane, anche se con numeri meno spaventosi. Ciò che emerge dai dati è quindi che: 1. in alcuni territori il numero delle richieste è enorme rispetto alla capacità di assorbimento del tessuto produttivo locale, ed è quindi facilmente riscontrabile 2. in quasi tutte le regioni italiane si registra un divario significativo tra quelle che entra per motivi di lavoro e che stipula effettivamente un contratto di lavoro”.
