«La legge Bossi-Fini deve cambiare». Cosa comporta e quali sono i possibili interventi – .

«La legge Bossi-Fini deve cambiare». Cosa comporta e quali sono i possibili interventi – .
«La legge Bossi-Fini deve cambiare». Cosa comporta e quali sono i possibili interventi – .

Il primo ministro Giorgia Meloni ne è convinto: intende attuare la legge Bossi-Fini, il totem della Lega, la legge che da oltre vent’anni regola le politiche migratorie e occupazionali degli stranieri in Italia.

Lo ha riferito oggi il presidente del Consiglio, in un’informativa durante il Consiglio dei ministri, in cui ha evidenziato che, dal monitoraggio dei flussi di ingresso regolare in Italia per motivi di lavoro relativi all’anno 2022, emergerebbe che “i flussi regolari di gli immigrati per motivi di lavoro vengono utilizzati come ulteriore canale di immigrazione irregolare”.

Migranti, Meloni: «La legge Bossi-Fini deve cambiare. Esposto sui flussi di ingresso di lavoratori stranieri in Italia”

Ma come cambierà la legge? che prende il nome dall’ex leader di Alleanza Nazionale Gianfranco Fini e da quello della Lega Nord Umberto Bossi?

La dichiarazione

«Con il gruppo di lavoro tecnico – ha spiegato – abbiamo effettuato solo una ricognizione sui due decreti flussi da noi varati, ma è lecito ritenere che le stesse degenerazioni si trascinino da anni e mi stupisce che nessuno se ne sia accorto . Modificheremo i tratti operativi che hanno portato a queste distorsionie lo faremo nel rispetto del principio che ha ispirato la legge Bossi Fini che ha regolato il fenomeno negli ultimi anni, ovvero consentire l’ingresso in Italia solo a chi è titolare di un contratto di lavoro dipendente”, ha concluso.

La legge

La Bossi-Fini è un regolamento della Repubblica Italiana in materia di immigrazione, che riprende i nomi dei primi firmatari Gianfranco Fini e Umberto Bossi che nel governo Berlusconi II ricoprirono gli incarichi di vicepresidente del Consiglio dei ministri e rispettivamente ministro per le riforme istituzionali e il decentramento. È stata introdotta il 30 luglio 2002 e ha sostituito la precedente legge Turco-Napolitano.

Tra i punti fondamentali della normativa, Bossi-Fini prevede che l’espulsione degli immigrati irregolari, cioè senza permesso di soggiorno e senza documenti d’identità validi, sia rilasciata in via amministrativa e debba essere eseguita immediatamente con l’accompagnamento alla frontiera da parte della forza pubblica. Inoltre, stabilisce che il permesso di soggiorno viene rilasciato solo con un certificato di lavoro. Ha poi ristretto la durata del permesso di soggiorno per gli immigrati disoccupati (da dodici mesi a sei mesi) e aumentato il numero di anni (da cinque a sei) necessari per ottenere la carta di soggiorno. La legge consente i respingimenti al Paese di origine in acque extraterritoriali per limitare gli sbarchi dei migranti. Infine, ha introdotto l’obbligo di rilevamento e registrazione delle impronte digitali degli immigrati in sede di rilascio o rinnovo del permesso di soggiorno.

Come e quando cambierà

La soluzione è ancora da individuare e il governo non ha ancora specificato su quali punti interverrà. Il timing è sicuramente strategico, considerati i pochi giorni che mancano alle elezioni europee: forse una bandiera elettorale? In ogni caso, intervistato dalla Stampa, l’esponente di Fratelli d’Italia ha detto che «ormai è diventata una legge arlecchino. Dovremo fare qualcosa di nuovo, ma con calma e in modo articolato. Una cosa è un decreto urgente, un’altra rivedere tutta la legge sull’immigrazione che ormai ha fatto il suo tempo, è stata rattoppata non so quante volte, ci sono gli articoli bis, ter, quater”. Nel discorso di questa mattina il presidente del Consiglio ha precisato che «Ci sarà un doppio livello di intervento, normativo e amministrativo. Vi annuncio quindi che stiamo lavorando affinché in uno dei primi incontri che faremo dopo il G7, con la collaborazione di tutti i Ministeri competenti, venga presentato un piano ampio e dettagliato per risolvere questo problema”.

«Intendo coinvolgere imprese e associazioni di categoria. Intendo promuovere un incontro con le organizzazioni datoriali”. Il presidente del Consiglio ha poi aggiunto che «verranno modificati gli aspetti operativi che hanno portato a queste distorsioni, e lo faremo nel rispetto del principio che ha ispirato la legge Bossi Fini che ha regolato il fenomeno negli ultimi anni, ossia consentire l’ingresso in Italia solo a chi è titolare di un contratto di lavoro”.

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Il Messaggero

 
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